Sciopero 10 febbraio 2023: la scuola dice stop per una intera giornata. Tutto il comparto docente, ata e dirigenti si ferma nelle scuole sia italiane sia all’estero. A Roma è previsto, anche, un presidio previsto alle ore 10 in viale Trastevere, sotto al Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Sciopero 10 febbraio 2023 della scuola: orari dello stop
La scuola si ferma nel venerdì 10 febbraio 2023. A volere la protesta USB P.I. Scuola che ha proclamato lo sciopero per l’intera giornata “di tutto il personale del comparto scuola docente, ata, educativo e dirigente a tempo determinato e indeterminato delle scuole in Italia e all’estero”.
Le motivazioni
“In tali condizioni disastrate, i fondi del PNRR vengono incanalati in digitalizzazione e tecnologie, necessità di secondo se non di terzo piano in confronto a quelle relative agli organici, senza i quali le scuole non possono funzionare”, fanno sapere da Usb Scuola. Ecco cosa chiedono e quali sono le motivazioni dello sciopero:
- contro il mancato inserimento dell’aumento degli organici di docenti e Ata nei provvedimenti legislativi;
- contro il regolamento supplenze e l’oscuro algoritmo che penalizza i docenti precari inseriti in GPS;
- contro la mancata integrazione Ata del cosiddetto “organico aggiuntivo Covid”, nonostante gli istituti a causa di organici inadeguati non riescano ad assicurare vigilanza, pulizia e sicurezza;
- contro l’attuazione dei percorsi di formazione obbligatori per i vincitori di concorsi straordinari a totale carico dei lavoratori e l’intenzione di procedere a formazione obbligatoria a carico dei futuri docenti;
- contro la mancata stabilizzazione dei docenti vincitori di concorsi ordinari e straordinari 2020, svolti in tempi biblici e con modalità prive di logica;
- contro la volontà di mantenere i vincoli sulla mobilità dei docenti, costretto a non potersi trasferire da una provincia a un’altra rimanendo lontano centinaia, se non migliaia, di chilometri dalle famiglie;
- contro il continuo rinvio della terza procedura di internalizzazione dei lavoratori ex LSU e di cooperativa;
- contro l’inadeguato rinnovo della parte economica del CCNL, soprattutto per le categorie con retribuzione minore;
- per tutti i docenti e per tutto il personale ATA in servizio, che con grande impegno proseguono il proprio lavoro in edifici fatiscenti, in aule sovraffollate, sommersi da carichi di lavoro e responsabilità sempre maggiori, a fronte di un salario del tutto insufficiente a colmare i rincari dovuti all’inflazione e alla guerra;
- contro la mancata volontà di eliminare i percorsi PCTO nonostante i gravi e letali incidenti sul lavoro, la cui unica soluzione secondo il Ministero è una copertura assicurativa.