Silvia Saini Damato, chi è la moglie di Mino Damato. Scopriamo qualche informazione in più sulla compagna di vita del noto giornalista scomparso nel 2010. Cosa sappiamo suo suo conto?
Chi è Silvia Saini, moglie di Mino Damato: vita privata e carriera
Il giornalista Mino Damato, morto nel 2010 a 73 anni dopo una lunga lotta con un tumore, era sposato con Silvia Saini Damato, al suo fianco fino alla fine. I due si incontrano grazie alle iniziative benefiche di Damato, tramite la Fondazione Bambini in Emergenza da lui creata. Lo racconta la stessa Silvia a l’Informatore: “Facevo la ricercatrice universitaria a Milano dove mi occupavo di microbiologia, in particolare studiavo dei batteri che avevano uno scopo disinquinante. un lavoro davvero interessante. Ma dentro di me sentivo l’esigenza di mettere al servizio degli altri le mie competenze. Così contatto la fondazione Bambini in emergenza che opera in Romania, dopo che un amico mi segnala un intervento in radio di Mino Damato. C’è voluto un po’ di tempo prima di riuscire a entrare a far parte della squadra, perché insieme a me si erano candidate molte persone. Erano tempi duri quelli”.
Oggi Silvia Saini porta avanti il lavoro del marito scomparso come Presidente della Fondazione Bambini in Emergenza. “Mino era un uomo straordinario” -ricorda la presidente in un video pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale della fondazione- “Non solo per quello che ha fatto ma soprattutto per come lo ha fatto. Ha dimostrato un coraggio unico, un rispetto verso ogni forma di vita indipendentemente dalla loro condizione o status, e la volontà ferrea di cambiare la condizione dei bambini, dei piccoli che aveva incontrato quaggiù”.
Vita privata: chi sono i suoi figli?
Dall’unione tra Silvia Saini e Mino Damato nascono due figli, Donatella e Gian Paolo Damato. I due adottarono anche una bimba malata rumena, Andreea che, “per una scelta non formale ma di cuore”, diventò figlia del giornalista e la cui breve esistenza “illuminò la sua, anche quando gli occhi di Mino lasciavano trapelare la sua malinconia“.
Riservatissimi per quanto riguarda la loro vita privata, la famiglia di Mino Damato rilasciò un comunicato il giorno della sua morte: “Mino era un uomo che guardava in alto cercando la sua luna senza fare come quelli che si fissano il dito, ha vissuto da esploratore e pioniere mediatico, scientifico e anche politico e si è esposto al giudizio e alle critiche. Ha sempre indicato una strada davanti a sé. Non tutti hanno avuto il coraggio di seguirla. La sua solitudine è stata un segno distintivo di questi tempi aridi. Per Mino e per tutti quelli che gli vogliono bene, questo viaggio non avrà mai fine”.