Cosa cambia a settembre per lo smart working con l’entrata in vigore del DL Semplificazioni? Novità in arrivo per il lavoro da casa nelle prossime settimane. Si va verso meno burocrazia e una maggior enfasi sugli accordi individuali.
Smart working, cosa cambia da settembre: meno burocrazia e più accordi individuali
Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del DL Semplificazioni firmato dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando, arrivano novità sul fronte smart working. Il lavoro da casa, sempre più diffuso dall’inizio dell’emergenza Covid-19, entra di fatto a regime. A partire dal 1 settembre, infatti, la gestione burocratica del lavoro agile dovrebbe diventare più semplice per il datore di lavoro. Cosa cambia quindi in concreto?
Da settembre, decadono le regole di comunicazione semplificata, che permettevano al lavoratore e il datore di accordarsi sullo smart working senza sancirli formalmente. Il lavoro agile sarà disciplinato dalla legge 81 del 2017: sarà quindi necessario l’accordo individuale. Verranno tuttavia snellite le procedure burocratiche per i datori di lavoro, i quali non dovranno comunicare l’adesione all’accordo dipendente per dipendente, ma potranno inviare un elenco semplificato dei nominativi. I lavoratori che non aderiscono a tale accordo dovranno lavorare in presenza. Non sono infatti previsti al momento meccanismi automatici per i lavoratori fragili o per i dipendenti con figli di età inferiore ai 14 anni.
Orlando: “Abbiamo reso strutturale la semplificazione del lavoro agile”
Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha spiegato la logica dietro le nuove regole per lo smart working: “Il decreto prevede che il datore comunichi in via telematica al Ministero del lavoro i nominativi dei lavoratori e la data di inizio e di cessazione delle prestazioni in modalità agile. Si tratta di una disposizione che rende strutturale la semplificazione del lavoro agile“.
“L’esigenza di semplificazione degli obblighi di comunicazione nasce dalla necessità di rendere strutturale una procedura già ampiamente sperimentata nel periodo emergenziale in considerazione di un sempre maggiore utilizzo di questa modalità di svolgimento del lavoro.” -continua il Ministro- ” In questo modo si snelliscono le procedure per i datori di lavoro e non si aggravano gli uffici ministeriali di adempimenti amministrativi ritenuti non necessari”.