Spagna, blackout: per paura è corsa all’acquisto di bombole e torce. I negozi esauriscono le scorte. La Protezione civile di Madrid diffonde una lista di consigli per un blocco al sistema energetico che definisce «possibile».
Spagna, il blackout mette in agitazione tutti
In Spagna in queste ore c’è un pericolo blackout che sta mettendo in agitazione i cittadini. Colpa anche delle istituzioni spagnole che con le loro dichiarazioni discordanti ed ambigue hanno gettato sempre di più panico e incertezza tra la gente.
In queste ora, è corsa alle provviste. Il Paese da giorni è nel panico per un eventuale “grande blackout” al punto che i cittadini hanno fatto incetta di bombole di butano e fornelletti da campeggio, torce, lanterne e batterie.
Tutto è iniziato in Austria, con la ministra della Difesa di Vienna Klaudia Tanner, che ha accennato a un ipotetico rischio di “grande blackout” in tutta Europa. Un timore alimentato dalle tesi complottiste che girano sui social.
Intanto, la Protezione civile che parla di “possibilità reale” di un grande blackout e per questo diffonde vari consigli. Tra questi quello di tenere a portata di mano una torcia, candele, un cellulare con caricatore, coperte, valigetta del pronto soccorso. Senza dimenticare il cibo in scatola.
Blackout, a rischio anche il resto d’Europa?
Il blackout rischia di diffondersi anche al resto d’Europa? Al momento non arrivano conferme e sembra essere tutto sotto controllo. Nonostante girano, in Europa, diverse voci più o meno attendibili su un eventuale blackout che possa interrompere la distribuzione di energia nei vari Paesi. In un sistema di approvvigionamento energetico estremamente interconnesso come quello europeo, il timore è che lo spegnimento di una singola centrale – magari rimasta a secco di carburante – generi una reazione a catena in vari Stati membri.
Do fronte a questa agitazione totale, a nulla sono servite le parole della vicepremier e ministra della Transizione ecologica. Teresa Ribera ha spiegato, quasi senza effetti, che “non siamo di fronte a nessuno scenario che ci permetta di pensare che questo possa accadere”. Il motivo è scontato: per la Ribera esistono riserve di energia sufficienti e un sistema “moderno, a rete, che funziona bene” e che la Spagna è “un’isola energetica” con un 95 per cento di produzione propria.