Lo Spid diventa obbligatorio: dal prossimo mese non serviranno più username, password e pin per accedere ai servizi digitali dell’Inps e Pubblica Amministrazione. Basterà avere lo Spid.
Lo Spid diventa obbligatorio
Lo Spid – il sistema pubblico di identità digitale – diventerà obbligatorio per compiere le operazioni più semplici dal proprio pc, come monitorare la propria pensione o consultare il cassetto fiscale.
Lo Spid è gratuito e per richiederlo è necessario collegarsi al sito www.spid.gov.it e avere:
- un indirizzo e-mail
- il numero di telefono del cellulare che usi normalmente
- un documento di identità valido (uno tra: carta di identità, passaporto, patente)
- la tessera sanitaria con il codice fiscale
Per ottenere le tue credenziali Spid ci si può rivolgere a uno dei gestori di identità (detti identity provider) accreditati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). Al momento i gestori d’identità sono 9: Aruba PEC SpA, In.Te.S.A. SpA, InfoCert SpA, Lepida ScpA, Namirial SpA, Poste Italiane SpA, Register SpA, Sielte SpA e TI Trust Technologies Srl.
Spid obbligatorio: da quando e per chi
Dal primo ottobre sarà necessario avere le credenziali dello Spid per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione e dell’Inps.
Con la circolare del 2 luglio l’Inps comunica l’avvio del processo di dismissione del PIN INPS in favore dei nuovi strumenti di identificazione digitale (SPID, CIE e CNS). I Pin già rilasciati dall’Istituto alla data del 1° ottobre 2020, rimasti in vigore nel periodo transitorio, devono essere dismessi entro il 30 settembre 2021.
Sorgerà sicuramente un problema per alcune categoria di utenti come gli anziani. La percentuale di over 65 che hanno registrato la propria identità digitale si attesta tra il 10 e il 15%. Gli anziani sembrerebbero tagliati fuori dalla transizione digitale del Paese.
Non saranno gli esclusi e i tagliati fuori perché per gli anziani è stata pensata la figura del «delegato Spid», un tutore informatico che può accedere ai servizi dei soggetti anziani o con carenze informatiche. Ogni delegato non può avere in gestione l’identità digitale di più di cinque persone.