Stefano Dal Corso era detenuto nel carcere di Oristano in Sardegna quando è stato ritrovato senza vita nella sua cella. Per la Procura si è trattato di suicidio ma spunta un testimone che cambia le carte in tavola.
Stefano Dal Corso, chi era l’uomo ucciso in carcere
Stefano Dal Corso è il detenuto romano morto in cella in Sardegna nell’ottobre 2022. La morte sarebbe arrivata a seguito di una terribile aggressione. La notizia è stata lanciata da La Repubblica, anche perché si era detto che l’uomo si fosse suicidato in cella. Secondo il quotidiano l’assassino avrebbe “rotto l’osso del collo con una spranga e due colpi di manganello”. Stefano aveva 42 anni e non gli mancava molto per uscire dal carcere.
Stefano nel 2021 è stato condannato a meno di due anni di carcere. La sua vita era complicata essendo un dipendente da crack ed eroina. Aveva chiesto di essere trasferito dal carcere di Rebibbia a quello di Oristano per stare più vicino alla figlia.
Le parole di un testimone
A cambiare le carte in tavola sarebbe stato un testimone: un “ufficiale esterno della polizia penitenziaria”. Secondo il racconto arrivato al quotidiano, Stefano “ha aperto la porta dell’infermeria e ha assistito a un rapporto sessuale tra due operatori del carcere. È stato cacciato via e ha fatto ritorno nella sua cella”.
Il testimone avrebbe parlato anche con la sorella della vittima: “Hanno modificato le relazione, hanno cambiato medico legale, hanno vestito tuo fratello con indumenti messi a disposizione della Caritas e hanno fatto sparire quelli sporchi di sangue con le prove e le impronte”, avrebbe detto.
“La procura accerterà la veridicità o meno di quanto dichiarato. Ma tutto ciò spero possa porre un dubbio che porti a effettuare l’autopsia” dice l’avvocato Decina.
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