Il mondo sta cambiando e flora e fauna, per mano dell’uomo, ne stanno risentendo. In Kenya sta avvenendo una vera e propria strage di leoni, i quali si spingono sempre più in prossimità delle città in cerca di cibo.
Questo porta i pastori a sterminarli.
Kenya, la strage dei leoni continua
Quando si parla di progresso e di urbanizzazione, non si pensa però mai agli aspetti negativi, come il danno che viene causato a flora e fauna. Questo è ciò che sta avvenendo in Kenya, dove si sta verificando un’autentica strage dei leoni per mano dei pastori. Il luogo protagonista di tale vicenda è la terra dei Masai, dove in circa una settimana sono stati uccisi ben dieci esemplari.
Venerdì scorso, in data 13 Maggio, ha perso la vita uno dei leoni più longevi dell’Africa tra quelli in libertà. Ben 19 anni, prima di morire a causa di un allevatore Loonkiito, poiché spintosi verso un villaggio, dopo aver lasciato il parco di Amboseli alla ricerca di cibo, ciò che manca nel loro habitat, sempre più limitato. Nei giorni successivi, in un solo giorno sono stati poi attaccati e uccisi altri sei leoni, dato che avevano azzannato 11 capre e un cane, sempre in cerca di cibo.
Sebbene si tratti di animali feroci, bisogna però sempre chiedersi di chi sia la colpa. I leoni si stanno infatti muovendo per cercare di sopravvivere, a causa del cambiamento climatico e della mano dell’uomo, che ne hanno limitato l’habitat naturale. Questo costringe molti animali – non soltanto i leoni in Kenya – a cercare aiuti verso le città e, di conseguenza, ad essere loro “prede” di cacciatori e pastori.
Attraverso gli studi del gruppo Lion Guardians, che ha il compito di preservare la demografia dei leoni all’interno del parco, anche la siccità ha giocato un ruolo chiave. Con pochissime risorse alimentari a disposizione, questi grandi predatori si trovano costretti a “migrare” verso luoghi più ricchi.
Un fatto senza dubbi allarmante, come dichiarato da Daniel Sampu, coordinatore della Big Life Foundation:
“Si tratta chiaramente di un conflitto tra uomo e natura. La gente locale ha vissuto con gli animali selvatici per anni. L’allerta da parte dei pastori è aumentata dopo la recente, prolungata siccità. Bisogna scoraggiare queste azioni”.
Un autentico conflitto che rischia di non portare a nulla di buono.