Stupro di Palermo, la vittima dei 7 ragazzi ha deciso di pubblicare una lettera per lanciare un messaggio ma anche un appello alle tante donne che subiscono le violenze degli uomini. Continua a far rumore la vicenda sconcertante che si è consumata nelle scorse settimane.
Stupro di Palermo, chi è la ragazza vittima della violenza
Lo stupro di Palermo da parte di 7 ragazzi ai danni di una giovane continua a far rumore. Nei giorni scorsi, c’era già stato uno sfogo ma anche una risposta agli hater che non hanno risparmiato le proprie critiche alla ragazza. Adesso la giovane, 19 anni, si trova in comunità dopo aver vissuto e subito un’esperienza atroce che purtroppo la segnerà per sempre.
Pubblicata una lettera: “Non siamo noi sbagliate”
La ragazza ha fatto sentire la sua voce nella lettera presentata durante il programma Zona Bianca. “Ho sentito parlare di ‘rieducazione’ per gli stupratori. Ma come si fa a pensare di rieducare una persona e lasciarla nuovamente in giro dopo che ha rovinato una ragazza?”.
“Perché lasciarmi condizionare l’esistenza così tanto da persone che vogliono solo questo?”, ha continuato la ragazza, affermando di dover “andare avanti, voglio farlo, controvoglia, ma devo riuscirci. Non solo perché voglio una vita migliore ma anche per mia madre, che nonostante fosse molto malata e bloccata a letto, si faceva sempre vedere col sorriso”. La ragazza rivolge poi un appello alle donne che, come lei, sono state vittime di stupro: “Non siamo noi sbagliate, sono sbagliati certi uomini che vedono la donna come un oggetto sessuale e non come un essere pieno di emozioni, sentimenti e vita alle spalle”.
“Non sto sempre bene nonostante ci siano momenti in cui cerco di risollevarmi pensando al futuro”, scrive ancora la giovane. “A volte ci si spaventa per ripercussioni da parte di parenti e amici degli stupratori come è successo a me, che sono stata inondata di minacce. Se ci fosse una protezione completa molte più donne sarebbero disposte a denunciare. Mi dispiace dirlo ma non è sempre così”. “Ci sono donne che dopo aver denunciato vengono uccise o sfregiate e di certo nessuno vuole rischiare tutto ciò – prosegue la lettera -. Se ci fosse più tutela e una legge più incisiva, gli uomini stessi ci penserebbero due volte prima di fare una cosa simile. Molto spesso per loro è un semplice sfogo, ma se si parlasse di ergastolo o comunque di tanti di anni di carcere, ci penserebbero due volte anzi 20 prima di toccare una donna. Poi resterebbero solo i maniaci che purtroppo essendo malati manco gli importa della pena”.