Superbonus, Meloni difende la decisione presa e risponde alle tante polemiche degli ultimi giorni. Sui social, la premier spiega le ragioni del decreto che ha fatto scatenare un dibattito politico e non solo. Intanto, incontro previsto con i rappresentante delle imprese a Palazzo Chigi.
Superbonus, Meloni difende la decisione presa
Il premier Giorgia Meloni sui suoi canali social ha difeso il decreto sul superbonus 110% una misura che, dice, “a ogni italiano è costata 2mila euro“. “Quando spende lo Stato, nulla è gratis”, evidenzia il presidente del Consiglio nel suo appuntamento video ‘gli appunti di Giorgia’, aggiungendo che “il costo totale” dei crediti del superbonus “attualmente è di 105 miliardi di euro”. “Ci sono state moltissime truffe, circa 9 miliardi di euro di truffe”, aggiunge ancora.
“Abbiamo cercato di sanare una situazione che è diventata purtroppo fuori controllo, con esiti che possono essere imprevedibili e molto pesanti, una misura che “l’ho detto, lo ripeto, nasceva con intenti condivisibili, ma che è stata scritta così male, è fatta così male, che ha generato una serie enorme di problemi che noi oggi abbiamo ereditato e siamo tenuti a cercare di risolve“.
Incontro governo e imprese a Palazzo Chigi
A Palazzo Chigi, nel pomeriggio di lunedì 20 febbraio 2023, il governo Meloni incontra l’Associazione delle banche, Cdp, Sace e le varie categorie del mondo dell’edilizia. Infatti sono stati convocati Ance, Confindustria, Confedilizia, Confapi, alleanza delle Cooperative Italiane. “Oggi abbiamo migliaia di aziende – ha dichiarato la premier– che rischiano il tracollo e siccome l’abbiamo ereditato noi questo problema, adesso dobbiamo cercare una soluzione, per evitare che migliaia di aziende rischiano il tracollo” e “difendere il bilancio pubblico”.
Mentre, dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani che “in Parlamento si può cercare di individuare qualche soluzione che possa per agevolare famiglie e imprese. Lavoreremo con i nostri parlamentare alla Camera e al Senato per far sì che, anche dopo l’incontro con le categorie produttive, il testo possa essere migliorato“. Intanto, insiste Tajani, “abbiamo impedito che ci fosse un problema per conti pubblici”.
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