Perché questo articolo potrebbe interessarti? Dal 2025 il Regno Unito introdurrà la tassa di circolazione anche per le auto elettriche. Altri Paesi potrebbero seguire a ruota, Giappone in primis. Il motivo alla base di questa scelta è semplice: ottenere nuovi introiti per colmare i buchi nelle finanze pubbliche. Il rischio è che questa mossa possa interrompere il processo di transizione ecologica in corso. E scoraggiare i cittadini ad abbracciare l’elettrico.
Il Cancelliere dello Scacchiere, ossia il ministro del governo britannico con responsabilità di Ministro delle Finanze, Jeremy Hunt, l’ha detto a chiare lettere. Il Regno Unito introdurrà la tasse di circolazione sulle auto elettriche a partire dal 2025. Londra porrà così fine ad un’esenzione che aveva lo scopo di stimolare l’adozione di veicoli a emissioni zero. Ebbene Hunt ha spiegato che i veicoli elettrici non saranno più esenti dalle accise sui veicoli. Seguiranno ulteriori aumenti delle tasse e tagli alla spesa, progettati per colmare un buco di 55 miliardi di sterline nelle finanze pubbliche britanniche.
Tasse sulle auto elettriche
Poco importa se il Regno Unito prevede di porre fine alla vendita di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2030. E che le case automobilistiche chiedano, da tempo, incentivi per stimolare l’adozione di veicoli elettrici. Londra non intende tornare indietro.
In ogni caso, i veicoli elettrici avranno ancora aliquote fiscali aziendali inferiori, e il governo limiterà gli aumenti delle aliquote a un punto percentuale all’anno per tre anni a partire dal 2025.
La Society of Motor Manufacturers and Traders ha fatto notare come le misure annunciate da Hunt “penalizzeranno indebitamente” le nuove e più costose tecnologie dei veicoli. L’associazione di categoria per l’industria automobilistica del Regno Unito ha inoltre sottolineato che gli acquirenti di auto elettriche e furgoni, nonché gli attuali proprietari, dovranno affrontare un “aumento significativo” di spesa.
La situazione in Europa
La sensazione è che la prospettiva di costi di gestione aggiuntivi possa allontanare potenziali acquirenti dei veicoli elettrici. A maggior ragione considerando che altri incentivi verranno eliminati e che le bollette energetiche elevate stanno erodendo i vantaggi del passaggio all’elettrico.
Ma qual è la situazione in Italia? In attesa di capire che cosa deciderà Roma vale la pena approfondire la questione. MOTUS-E, ossia l’associazione che riunisce gli operatori della filiera italiana della mobilità elettrica, ha diffuso dati interessanti. Nel gennaio 2022 sono state immatricolate 9.223 auto elettriche, contando ibridi plug-in e puri a batteria. Si tratta di una crescita pari al +47,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Italia e resto d’Europa
Sempre nel 2022, risultano immatricolate 3.651 auto elettriche pure e 5.572 ibride. Due dati, questi, che fanno segnare rispettivamente un +46% e +48,5% rispetto al gennaio 2021. La quota di mercato dei veicoli elettrici sul totale delle auto immatricolate ammonta all’8,5%. Al gennaio 2022 si contavano, in Italia, 244.944 auto elettriche in circolazione. Giusto per farsi un’idea, in Germania si arrivava a 682.077 unità, nel citato Regno Unito a 305.281 e in Francia 303.168. Insomma, in attesa di leggere i nuovi dati relativi al 2022, nel caso in cui anche l’Italia dovesse accodarsi al Regno Unito, diverse centinaia di migliaia di automobilisti potrebbero dover rivedere i propri piani.