Tiziana Panella torna a Tagadà, cosa è successo alla giornalista? Ecco i motivi dietro l’assenza della conduttrice, sparita dagli schermi di La7 per diverse settimane.
Tiziana Panella torna a Tagadà e spiega la sua assenza: cosa è successo?
Lunedì 15 gennaio Tiziana Panella è tornata negli studi di Tagadà, talk show politico pomeridiano di La7. La giornalista era assente dal piccolo schermo ormai da prima di Natale, per motivi inizialmente non condivisi con il pubblico a casa. In molti aveva cominciato a speculare sulle sue condizioni di salute, millantando malattie o conseguenze del vaccino per il Covid, voci poi opportunamente smentite. Panella ha infatti spiegato di essersi presa del tempo per dedicarsi al suo compagno, le cui condizioni di salute sono molto precarie: “Sono stati giorni in cui ero occupata in un altro luogo. Occupata in una battaglia difficile, difficilissima al fianco del compagno della mia vita. È una strada lunga, molto faticosa, che però i giganti come lui non temono, non si lasciano spaventare”. La conduttrice ha attraversato un momento delicatissimo in cui ha preferito dare tutto il supporto possibile all’amore della sua vita.
I ringraziamenti alla sanità veneta: “Sono un’eccellenza”
Tiziana Panella ha poi ringraziato di cuore i medici di Treviso che si sono fatti in quattro per assistere il suo compagno. La giornalista si è presa un momento per elogiare la sanità veneta e i tanti specialisti che si sono occupati del suo caso: “Ho pensato molto in questi giorni al lavoro che facciamo. Raccontiamo il Paese tutti i giorni, raccontiamo le disavventure, i guai, le cose che non funzionano. Ecco, poi ci sono delle cose che funzionano. Ci sono delle eccellenze, la sanità veneta è un’eccellenza. Voglio ringraziare il reparto di cardiochirurgia dell’ospedale di Treviso, dal primario, ai chirurghi straordinari, gli infermieri, i medici tutti, la fisioterapista, questo angelo con i capelli rossi, che è un sergente maggiore, che si sposta dal reparto alla terapia intensiva. Poi, voglio parlarvi della terapia intensiva. Dentro ci sono persone straordinarie che con senso del dovere, rigore, dedizione assoluta, ma anche un grande senso di umanità, ti permettono di non sprofondare”.