Torino, scontri tra polizia e manifestanti nel corso di un corteo di protesta del comitato EsseNon, contro la costruzione di un nuovo supermercato Esselunga. Le forze dell’ordine hanno caricato i dimostranti, impedendo la manifestazione, non autorizzata a causa del Covid.
Torino, scontri tra polizia e manifestanti del comitato EsseNon
Nel pomeriggio di sabato 15 gennaio, Torino è stata il teatro di scontri tra la polizia e i manifestanti del comitato EsseNon. L’associazione aveva organizzato una passeggiata pacifica di protesta al centro culturale Comala, contro la costruzione di un nuovo supermercato Esselunga nel Parco Artiglieri da Montagna. Erano presenti circa 200 persone, tra studenti, esponenti dei centri sociali e famiglie. Le forze dell’ordine sono intervenute in tenuta antisommossa per impedire la manifestazione, in quanto in zona gialla non sono consentiti cortei. La situazione degenera subito in disordini, con cariche della polizia e manganellate. Una decina di dimostranti ne escono contusi.
La consigliera comunale Sara Diena, anche lei presente al corteo, ha commentato l’accaduto: “Mi stupisce un simile dispiegamento di forze di polizia con modalità del genere, che di solito si vedono per i cortei anarchici. Uno schieramento sproporzionato rispetto al numero e al tipo di partecipanti, all’inizio c’erano anche ragazzini e mamme con bambini”.
Il comitato EsseNon: “Militarizzazione assurda in difesa del cemento”
Il comitato EsseNon si oppone “all’ennesima cementificazione e privatizzazione di un’area verde, all’ennesimo progetto che toglie i già pochi spazi di studio e socialità giovanile”. Secondo il progetto, il nuovo supermercato sorgerà nella zona ex Westinghouse, insieme a una nuova pista per camion che verrebbe costruita proprio sopra l’attuale sede dell’associazione culturale Comala, costringendola al trasloco.
In un post su Facebook, il comitato ha raccontato gli eventi della protesta: “Oggi avrebbe dovuto esserci una passeggiata informativa in quartiere, ma fin da subito i reparti della celere hanno bloccato il corteo con spinte e manganellate. Abbiamo trovato davanti a noi una militarizzazione del quartiere assurda e sconsiderata. La celere ha addirittura chiuso e sequestrato per ore i manifestanti e chi studiava dentro l’aula studio in una via stretta, chiusa su due lati dalla celere e senza vie di fuga, mentre continue cariche ammassavano le persone, creando così una situazione molto pericolosa”.