Torino, nube nera scuole chiuse: nell’area di Beinasco dove è bruciata una fabbrica sono stati invitati i cittadini a tenere chiuse le finestre ed uscire solo se strettamente necessaria. La situazione è sotto controllo.
Torino, nube tossica e veleni nell’aria
Un incendio è divampato nel pomeriggio di domenica 12 dicembre a Beinasco in un’azienda che tratta rifiuti plastici. L’incendio è scoppiato poco dopo le 16 in via Aosta nei capannoni della Demap Srl, che si occupa di selezione e avvio al riciclo di imballaggi in plastica e plastica/metallo.
La protezione civile ha diramato in serata un comunicato in cui invita tutti i residenti dei quartieri sud di Torino – i più vicini all’area di Beinasco dove è bruciata una fabbrica specializzata nel riciclaggio di materie plastiche – a tenere le finestre chiuse e indossare la mascherina se si deve uscire. Limitando comunque gli spostamenti. Un provvedimento analogo a quello preso dal sindaco di Beinasco a poche ore dal rogo.
Il Comune di Beinasco sui social invita i cittadini “ad evitare di sostare o avvicinarsi per curiosità alla zona industriale interessata dall’incendio, anche al fine di evitare congestionamenti stradali e di consentire ai vigili del fuoco di poter operare senza impedimenti”.
Torino, nube nera: scuole chiuse, ecco quali
Lunedì 13 dicembre, le tre scuole di Beinasco più vicine all’area dell’incendio resteranno chiuse. “In accordo con il preside delle scuole coinvolte e con l’unità di crisi Arpa, la scuola elementare Mei, la materna Rodari e l’asilo nido Garelli rimarranno chiusi – spiega il sindaco Daniel Cannati –La scelta è stata assunta in via precauzionale perché nella giornata di domani saranno previste maggiori concentrazioni di inquinanti nelle zone più vicine all’incendio. Ci scusiamo con le famiglie per il disagio, reso purtroppo necessario dalla situazione di emergenza”.
Le rilevazioni Arpa sono proseguite tutta tutta la notte, così come il lavoro dei vigili del fuoco che sono subito intervenuti per fronteggiare e a domare le fiamme in via Aosta dove una parte del capannone è crollato impedendo ai vigili del fuoco di lavorare dall’interno.