UEFA, il presidente Aleksander Ceferin indagato: è accusato di aver preso una tangente. Traballa la terza rielezione dell’avvocato e dirigente sportivo sloveno, i media del suo paese lo collegano ad un’inchiesta per corruzione.
UEFA, il presidente Ceferin in guai giudiziari: indagato con l’accusa di aver preso una tangente
Calano pesanti ombre su Aleksander Ceferin, settimo presidente della UEFA in corsa per il suo terzo mandato. Secondo il quotidiano Domani e diverse altre testate del suo paese, il noto avvocato e dirigente sloveno 54enne è coinvolto in una clamorosa inchiesta per corruzione. Ceferin è indagato per un episodio risalente ai primi anni Duemila, periodo in cui, secondo le accuse, avrebbe ricevuto una tangente. Il procedimento giudiziario ha preso il via nel 2016 e finora Ceferin ha sempre negato ogni accusa. Questo nuovo polverone, tuttavia, potrebbe bastare a minacciare la sua rielezione alla UEFA. Una situazione così nebulosa, infatti, potrebbe condizionare non poco la sua riconferma alla guida del principale organo calcistico europeo.
Le accuse: un subappalto fittizio da 390mila euro
La mazzetta in questione sarebbe collegata alla costruzione di una linea ferroviaria, un progetto finanziato con ben 42 milioni di euro affidato alla gestione delle ferrovie slovene, all’epoca guidate dal direttore Leon Kostiov. Quest’ultimo assegnò nel 2008 un subappalto da 390mila euro alla società NB Ineniring, un’entità considerata sospetta dagli inquirenti. La società è infatti priva di dipendenti ed è stata cancellata dal registro delle imprese poco dopo l’operazione. Anche l’entità del pagamento non convince gli investigatori, che restano convinti si tratti di una transazione fittizia. Per l’accusa, l’operazione è stata creata ad hoc per coprire il pagamento di una parcella allo studio legale della famiglia di Ceferin. Il presidente fa infatti parte di un’importante dinastia di giuristi in Slovenia. Suo padre Peter è un celebre avvocato, mentre suo fratello Rok è un giudice costituzionale.