Economia circolare e mediazione culturale sono al centro del progetto “Un sacco et(n)ico”, presentato a Milano questa mattina dall’Assessore Elena Grandi (Ambiente e Verde) del Comune con Marcello Milani, Amministratore Delegato di Amsa, Francesca Federici, partner di Està e Christian Garaffa, Responsabile Marketing Raccolte Differenziate Novamont.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione Està in collaborazione con Amsa e finanziata da Fondazione Cariplo e Novamont, è volta a sensibilizzare le diverse realtà di ristorazione etnica a una migliore qualità della raccolta differenziata, oltre a favorire la graduale eliminazione delle plastiche monouso largamente utilizzate per l’asporto e la consegna di cibo a domicilio.
Milani (Amsa): “Coinvolti circa 200 ristoratori etnici della città”
“Con iniziative come ‘Un Sacco et(n)ico’ abbiamo coinvolto circa 200 ristoratori etnici con uno scopo duplice – ha dichiarato Marcello Milani, Amministratore Delegato di Amsa a True News-: diffondere la cultura della raccolta differenziata e accompagnare queste realtà verso un progressivo abbandono delle plastiche monouso, in crescita esponenziale con l’aumento delle consegne a domicilio negli ultimi due anni. Anche per questo abbiamo stipulato degli accordi con player del mondo del delivery come Deliveroo e Mcdonald’s per guidarli a definire un packaging che sia facile da smaltire correttamente”.
La risposta da parte dei ristoratori è stata interessante, soprattutto considerando che si tratta di una categoria molto colpita dagli effetti di Covid-19. “Nonostante questo ci hanno ascoltato e tra qualche mese andremo progressivamente a misurare i risultati – ha proseguito l’ad di Amsa. -. Occorre inoltre ricordare che con il 63%, Milano è tra le prime città in Europa nella raccolta differenziata e un modello per tante altre realtà estere, mantenuto anche durante la pandemia”. Milani ha segnalato inoltre come il modello del capoluogo lombardo possa essere esportato altrove, ma sia necessaria una sinergia con i vari stakeholder.
“In Lombardia gli impianti sono stati autorizzati e sono essenziali, mentre in altre regioni d’Italia non siamo così fortunati – ha aggiunto-. E comunque è tutto il sistema a dover essere coinvolto: è un lavoro che deve essere fatto in maniera congiunta altrimenti i segmenti dell’economia circolare restano circoscritti. Prima della raccolta e del trattamento, c’è il ruolo dei produttori del packaging. L’eco-design è infatti la fase più importante per rendere ecocompatibile tutto il ciclo, a cui va unito l’apporto fondamentale dei cittadini”. Milanesi che solo poche settimane fa hanno risposto con grande partecipazione all’iniziativa lanciata da Amsa che ha predisposto dei punti di raccolta di rifiuti ingombranti e di apparecchiature elettroniche ed elettriche in giro per il capoluogo lombardo, portando alla raccolta in pochi giorni di 12 tonnellate di materiale.
Federici (Està): “Introdurre le novità della direttiva europea sulle plastiche monouso”
“La campagna ‘Un Sacco et(n)ico’ – è intervenuta Francesca Federici, partner di Està Economia e Sostenibilità, centro di ricerca e sviluppo non profit attivo sulle tematiche della sostenibilità integrata – si rivolge ai ristoranti etnici attraverso la mediazione linguistico-culturale e del personale di Amsa con il duplice obiettivo di indirizzare gli operatori alla corretta differenziazione dei rifiuti e di comunicare le novità introdotte dalla direttiva europea Sup (Single Use Plastics) sul divieto graduale di utilizzo di plastiche monouso non compostabili quali, ad esempio posate, piatti, cannucce, palettine da caffè, contenitori per alimenti e bevande in polistirene espanso”.
Nello specifico, le mediatrici e i mediatori culturali presenteranno il progetto alle circa 200 attività coinvolte a Milano. Saranno consegnati materiali informativi – quali le linee guida di Amsa per la raccolta differenziata, la brochure del progetto con i riferimenti principali, i poster esplicativi (tradotti nella lingua madre dell’esercente – cinese, arabo, turco, spagnolo e urdu). Gli operatori che hanno aderito al progetto (circa 40 ad oggi), dopo la prima fase di contatto, saranno coinvolti in due ulteriori incontri con il personale di Amsa, sempre accompagnati dai mediatori culturali: il primo per chiarire gli eventuali dubbi sulle procedure di differenziazione dei rifiuti e per fornire informazioni sui prodotti in plastica monouso utilizzati; il secondo, a distanza di qualche mese, per valutare i risultati dell’intervento, sia sulla qualità della differenziata che sul grado di sostituzione dei prodotti in plastica monouso non più a norma. Inoltre, ciascun esercente coinvolto riceverà in omaggio da parte di Amsa e Novamont circa 1.000 food bag compostabili da testare.
Le principali evidenze emerse dai dati raccolti a Milano rivelano che la quasi totalità dei ristoranti ha adottato, se non già attivi, servizi di take away a seguito dell’emergenza covid. È stata registrata la disponibilità di gran parte degli operatori a introdurre prodotti compostabili in sostituzione di quelli in plastica ancora largamente utilizzati, inoltre vengono spesso offerte ai clienti “doggy bag” per evitare lo spreco di cibo.
Garaffa (Novamont): “Massimizzare il riciclo della frazione organica”
“Per noi è molto motivante ed è sempre un piacere e un onore supportare iniziative di questo tipo – ha affermato Christian Garaffa, Responsabile Marketing Raccolte Differenziate Novamont -. Novamont è uno dei principali produttori di bioplastiche al mondo e ormai da una decina d’anni abbiamo una importante partnership con A2A su Milano che rappresenta uno dei nostri casi-studio”. Anche in ottica di Pnrr il gruppo guidato da Catia Bastioli interloquisce con i gestori degli impianti proprio per cercare di favorire una transizione verso degli schemi di processo e dei design d’impianto massimamente efficienti in modo tale che, ha proseguito Garaffa, “minimizzino la produzione di scarti di impianto e massimizzino il riciclo della frazione organica, ma anche delle plastiche. E in tutto questo le bioplastiche possono rivestire un ruolo importante”.
Grandi (Comune di Milano): “Concentrarsi sulla riduzione dell’usa e getta”
“Ci auguriamo che questa nuova campagna espressamente rivolta agli operatori della ristorazione, da sempre attivi nell’asporto e nella consegna di cibo a domicilio, consentirà di promuovere atteggiamenti e comportamenti virtuosi sempre più attenti all’ambiente, sensibilizzando ristoratori e clienti al corretto smaltimento dei rifiuti e delle plastiche monouso”. Così l’Assessora Elena Grandi (Ambiente e Verde) che ha aggiunto: “Se la raccolta differenziata è una realtà cui tutti noi non possiamo più prescindere, oggi la nostra attenzione va concentrata sulla riduzione dell’usa-e-getta e sulla sostituzione delle plastiche a perdere con materiali alternativi per oggetti analoghi nelle prestazioni, ma perfettamente compostabili. L’utilizzo dei mediatori culturali serve poi per allargare e includere in questa campagna tutti i cittadini, indipendentemente dall’etnia di appartenenza, poiché la tutela dell’ambiente e una maggiore attenzione alla sostenibilità sono e devono essere sempre più una cultura condivisa e fatta propria da tutti”.
Il progetto “Un sacco et(n)ico”, finanziato da Fondazione Cariplo e Novamont, si svolge contemporaneamente su tre città – Bergamo, Brescia e Milano – con il supporto delle aziende del Gruppo A2A che si occupano dei servizi ambientali, Amsa e Aprica – e coinvolge complessivamente 340 attività di ristorazione (oltre 200 a Milano, 65 a Bergamo e 75 a Brescia), due realtà locali esperte di mediazione linguistico-culturale (la cooperativa Ruah e l’associazione ADL a Zavidovici), il Dipartimento di Lingue, letterature, culture e mediazioni dell’Università degli Studi di Milano e l’associazione Economia e Sostenibilità come capofila. L’iniziativa gode del patrocinio dei Comuni di Milano, Bergamo e Brescia ed è sostenuto anche da ANIPS e Ascom Bergamo.