Il vaiolo delle scimmie ha causato la prima vittima. Si tratta di un veterinario di Pechino di 53 anni che lavorava in un istituto di ricerca sui primati non umani. La notizia è stata diffusa solo il 19 luglio dalla stampa cinese e poi dai media occidentali ma la morte del veterinario affetto dal vaiolo delle scimmie risale al 27 maggio.
Vaiolo delle scimmie: cos’è?
Il cosiddetto Monkey B Virus (BV), vaiolo delle scimmie, è un virus simile a quello del vaiolo umano ma meno grave. Isolato per la prima volta nel 1932, il virus è un alfaherpesvirus enzootico nei macachi del genere Macaca, può essere trasmesso per contatto diretto o attraverso lo scambio di secrezioni corporee e ha un tasso di mortalità del 70-80%.
Nonostante sia chiamato vaiolo delle scimmie si ritiene che questo virus venga trasmesso da piccoli roditori e scoiattoli che vivono nelle foreste pluviali africane, soprattutto nell’Africa occidentale e centrale. La maggior parte dei casi è stata registrata nella Repubblica democratica del Congo. Nonostante il nome, il virus del vaiolo delle scimmie non vive nelle scimmie.
Vaiolo delle scimmie: quali sono i sintomi?
I sintomi del vaiolo delle scimmie sono: febbre, brividi, cefalea, dolori muscolari, mal di schiena, affaticamento estremo e un rilevante edema linfonodale. Dopo la comparsa della febbre, si sviluppa un’eruzione cutanea che frequentemente inizia sul viso e in seguito si diffonde ad altre parti del corpo, palmi delle mani e piante dei piedi compresi.
Come nel vaiolo umano, l’eruzione cutanea del vaiolo delle scimmie insorge sotto forma di macchie piane di colore rosso. In seguito, le macchie si trasformano in vescicole purulente (formando pustole), che dopo diversi giorni evolvono in croste.
Il vaiolo delle scimmie può aumentare la probabilità di sviluppare altre infezioni, in alcuni casi si sviluppano infezioni batteriche della pelle e dei polmoni.
Cos’è successo al veterinario morto con il vaiolo delle scimmie
Secondo il settimanale in lingua inglese del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, il veterinario aveva cercato di curarsi in numerosi ospedali ma è deceduto lo scorso 27 maggio. Un’analisi del liquido cerebrospinale del veterinario eseguita ad aprile aveva confermato l’infezione, mentre i test effettuati sulle persone con cui ha avuto stretti contatti hanno dato esito negativo.