Spadafora coming out: l’ex ministro del governo Conte dichiara la sua omosessualità in diretta tv. Davanti alle telecamere del programma televisivo Che tempo che fa, Spadafora si è commosso.
Vincenzo Spadafora fa coming out
L’ex ministro del Movimento Cinque Stelle nel governo Conte, Vincenzo Spadafora ha dichiarato la propria omosessualità commuovendosi davanti alle telecamere di Che tempo che fa: “Penso che la vita privata delle persone debba rimanere tale, ma penso anche chi ha un ruolo pubblico, un ruolo politico, abbia qualche responsabilità in più”.
Spadafora spiega che la sua è una scelta che “ho fatto per me stesso, è importante volersi bene e rispettarsi”. Della propria omosessualità Spadafora parla nel suo libro Senza riserve, in uscita la prossima settimana. “È stato un modo per me – spiega – anche per testimoniare il mio impegno politico. Io sono anche molto cattolico, può sembrare in contraddizione ma non lo è affatto. In politica l’omosessualità viene usata anche per ferire, per colpire l’avversario, con un brusio che io stasera volevo spegnere. Spero di essere considerato per quel che faccio, per quel che sono, e da domani forse sarò più felice perché mi sentirò più libero”.
Spadafora sulla vita politica
Vincenzo Spadafora non ha parlato solo della sua vita personale ma anche della situazione politica. Rispetto a una possibile scissione all’interno del Movimento, ha dichiarato che “c’è e io lavoro affinché ciò non avvenga”. Per evitarlo, “Conte non interpreti la sua leadership in modo solitario o con il suo ristretto gruppo, coinvolga tutti”. Sul discorso Quirinale: “Spero che Conte voglia convocare i gruppi: penso che siano finiti i tempi in cui queste cose si decidevano altrove, queste cose si decidono insieme. Dal Movimento 5 stelle può uscire la linea politica che chiede a Draghi di restare a fare il presidente del Consiglio”, per il bene del Paese”.
Spadafora lancia anche un invito al leader dei 5Stelle: “Conte non ha ancora esplicitato il suo pensiero sulla corsa al Colle in modo netto, sarebbe assurdo pensare di deciderlo senza consultare i parlamentari”.