(Adnkronos) – L’azienda stila un Documento di valutazione dei rischi per ogni cliente con punti di forza, criticità e procedure da attuare
Piacenza, 21 luglio 2023. Garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro è responsabilità di ogni imprenditore, che assume su di sé un onere ancora maggiore nel caso in cui nel proprio stabilimento produca prodotti alimentari. Le norme in materia di sicurezza sul lavoro e soprattutto quelle sulla produzione, trasformazione, stoccaggio e packaging degli alimenti, che pure fissano standard di qualità, non obbligano le imprese a rivolgersi a professionisti dell’igienizzazione e della disinfestazione, ma l’esperienza porta a consigliare di agire in questa direzione. L’obiettivo? Effettuare interventi tempestivi, se non addirittura preventivi, per risolvere i singoli problemi senza dover bloccare la produzione. La scelta dell’impresa a cui affidarsi, chiaramente, è fondamentale.
“Il punto di partenza nel nostro settore deve essere la consapevolezza che non esiste una soluzione adatta a tutti gli ambienti. Anzi, ogni luogo di lavoro ha specificità e caratteristiche uniche, che richiedono l’elaborazione di un progetto ad hoc per ottenere risultati positivi” sottolinea Lodovico Marenghi, biologo, fondatore e presidente di Bios Srl, società piacentina che opera nel settore da decenni e pone la personalizzazione dell’intervento alla base del proprio lavoro. “Il primo step è sempre rappresentato da un sopralluogo e da un colloquio con i lavoratori, fondamentali per capire la realtà in cui ci si trova ad operare e le caratteristiche specifiche del posto – spiega Tiziano Schenardi, responsabile tecnico di Bios – Poi si effettua il monitoraggio dell’ambiente e si procede alla compilazione del Documento di valutazione dei rischi, una sorta di manuale in cui registriamo punti di forza e punti critici, oltre al piano previsto per la gestione delle diverse problematiche, come la presenza di insetti o di animali, e il percorso da seguire per risolverla”.
E possono essere previsti anche visite a sorpresa, sopralluoghi notturni o monitoraggi più approfonditi, sempre con l’obiettivo non di risolvere il problema temporaneamente, ma di eliminarne la causa. “L’esperienza ci ha insegnato che nell’80 per cento dei casi alla base delle criticità c’è il fattore umano” aggiunge Schenardi, che porta esempi concreti: “Per ovviare alla presenza di insetti o piccoli volatili possono essere sufficienti piccoli accorgimenti quali zanzariere e meccanismi di chiusura automatica delle porte. Interventi semplici ed economici, ma inutili se il personale che vi lavora non è sensibilizzato e formato o non li utilizza e li lascia inefficienti”. Agire in questo modo consente di intervenire in modo mirato, evitando per esempio di utilizzare repellenti e prodotti chimici quando non sono necessari, e, nei casi migliori, di prevenire lo svilupparsi del problema o comunque di poterlo affrontare quando è ancora nella sua fase iniziale.
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