(Adnkronos) – Milano, 7 settembre 2023. I fondi sicav sono una forma d’investimento oggi molto diffusa, ma che può differire da banca a banca. Quando si tratta di strumenti finanziari, infatti, è essenziale avere chiarezza riguardo ai costi associati al proprio intermediario. Dalle commissioni d’ingresso a quelle di sottoscrizione, negoziazione e gestione: le variabili in gioco sono molteplici.
Per questo, è consigliabile essere a conoscenza delle condizioni proposte per la negoziazione dei fondi e, se queste risultano poco competitive, è opportuno considerare la possibilità di rinegoziarle. È comunque importante sottolineare che non esiste una soluzione universalmente valida o una banca che soddisfi tutte le esigenze. Ogni individuo ha una combinazione unica di obiettivi, modalità di operatività e preferenze.
Per comprendere come orientarsi sulle varie condizioni offerte sui fondi di negoziazione e le principali piattaforme disponibili SoldiExpert
SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, ha pubblicato un’ampia analisi she offre una panoramica completa sulle informazioni essenziali da conoscere riguardo al mercato dei fondi, permettendo agli investitori di individuare la piattaforma più adatta alle proprie necessità e ottenere le condizioni migliori.
Investire i fondi: come individuare l’intermediario con le condizioni più vantaggiose
Come selezionare la banca migliore quando si tratta di investire su fondi comuni d’investimento, fondi e sicav negoziabili online? Secondo SoldiExpert SCF, la miglior banca è quella che:
•Dispone di una vasta gamma di scelta multi-manager, ossia che non si limiti ad offrire esclusivamente fondi di un’unica società di gestione.
•Garantisce un’operatività online completa. Se per acquistare un fondo l’investitore deve recarsi fisicamente in banca è meglio rivolgersi a qualcun altro. Oggi, tutto si può fare via web, risparmiando tempo e denaro.
•Assicura costi di sottoscrizione dei fondi sicav pari a zero euro. L’intermediario che vende il fondo può scontare al 100% le commissioni d’ingresso sui fondi/sicav.
Infatti, le commissioni d’ingresso sui fondi e sicav possono sempre essere derogate al 100%. Anche in assenza di tale entrata, la banca o l’intermediario in questione percepisce sempre un importante tornaconto.
Le commissioni di gestione addebitate sul fondo generano un ritorno significativo che, in gran parte, viene successivamente spartito attraverso una catena di canali di distribuzione. Nel nostro Paese questa somma può raggiungere l’80% delle commissioni di gestione annuali gravanti sul fondo. In pratica se una banca o una rete consiglia un fondo d’investimento su cui gravano costi annui di gestione del 2% l’80% di questi (quindi l’1,6%) ritorna al collocatore come “incentivo” per la distribuzione che se lo spartisce ai piani alti e bassi della piramide mentre lo 0,4% va alla società di gestione. Un meccanismo che naturalmente può alimentare conflitti d’interesse e spingere anche banche e reti a non consigliare i prodotti meno costosi ed efficienti per i risparmiatori come ha rilevato la stessa Commissaria ai servizi finanziari dell’Unione Europea, Mairead McGuiness. .
Fineco e Fundstore: un confronto sul costo dei fondi
Molteplici risparmiatori si domandano, in particolare, se convenga scegliere Fineco o Fundstore come partner d’investimento, due piattaforme con caratteristiche differenti.
Nel caso di Fundstore, si tratta di una piattaforma digitale specializzata nei fondi, che non permette l’acquisto di ETF e obbligazioni. La relazione con Fundstore può prendere forma online o presso la sede e le filiali di banca Ifigest in due modalità:
1.Usando l’intermediario esclusivamente come broker, senza aprire un nuovo conto corrente.
2.Aprendo invece un nuovo conto corrente, l’utente può gestire in modo semplice gli switch fra diverse società di gestione. In quanto piattaforma specializzata in fondi, inoltre, dispone di una ricca gamma di opzioni (oltre 4.500) sulle quali non si pagano le commissioni d’ingresso o di uscita, ma solo spese amministrative.
Fra le piattaforme con funzionamento simile a Fundstore si possono menzionare anche la pioniera del settore Online Sim e la più recente FondiOnline.it che consentono di negoziare online oltre 10.000 fondi senza commissioni di sottoscrizione.
Per ciò che riguarda Fineco, si tratta di una banca online “one stop”. Permette, cioè, di negoziare quasi tutti gli strumenti finanziari e di ottenere servizi di tipo bancario: conto corrente, trading su titoli, fondi di circa 4.000 prodotti di varie case di gestione. Di questi 4.000 fondi, però, solo meno del 20% prevede l’azzeramento delle commissioni d’ingresso, anche in modalità online. Un aspetto che limita notevolmente la scelta/convenienza rispetto ai supermarket di fondi online sopra menzionati.
Fineco: c’è anche l’opzione Advice ma da valutare pro e contro
Su Fineco, si può accedere a un’ampia gamma di fondi, sebbene inferiore a Fundstore. Occorre considerare questa differenza e scegliere i fondi senza commissioni di ingresso o cercare deroghe al 100% su tali spese.
Si tratta di un’opzione percorribile, ma non garantisce il successo, specialmente se si ha già un consulente Fineco assegnato dalla banca, che potrebbe non voler rinunciare a un introito parallelo al ristorno delle commissioni di gestione.
Diversi clienti interessati ad aprire un conto presso Fineco vorrebbero legittimamente ottenere una deroga dalle commissioni di ingresso e negoziare con classi di fondi più convenienti. Chiaramente, esistono consulenti finanziari autorizzati di Fineco Bank che hanno la facoltà di derogare fino al 100% delle commissioni di ingresso per i fondi ma è loro decisione se accordare questa opzione su tutti i fondi della gamma offerta.
Quanti già operano con Fineco possono anche considerare la revisione delle condizioni delle commissioni d’ingresso con il consulente di riferimento, risparmiando così sui costi totali. È però possibile che lo stesso consulente non accetti. E cambiare persona di riferimento all’interno di una banca è una procedura possibile, ma che non viene incoraggiata se non in casi davvero eccezionali.
Fineco Bank offre anche un servizio di simil consulenza su base indipendente che definisce “evoluta” denominata Fineco Advice e si basa sul pagamento di una parcella. In questo caso i fondi consigliati in questo servizio di consulenza “personalizzato” prevedono le commissioni di gestione più basse e l’azzeramento delle commissioni di sottoscrizione e il consulente di Fineco applicherà “on top” (ovvero in cima) una percentuale sulla quota di patrimonio destinata a questo tipo di consulenza potendo anche suggerire non solo fondi ma anche altri strumenti. E anche altre banche e reti hanno negli ultimi anni aggiunto all’offerto questo tipo di consulenza a parcella che va naturalmente analizzata poi caso per caso nello specifico e non solo nelle etichette.
Trasferire i fondi da banca a banca
Quando si apre un conto presso una banca o una piattaforma, è possibile beneficiare di vantaggi e promozioni. Molte banche offrono la possibilità di ricevere una somma in denaro o commissioni scontate in caso di trasferimento di fondi da un istituto all’altro.
Sebbene il trasferimento di titoli azionari possa essere effettuato in tempi definiti, spostare fondi da una banca all’altra può risultare difficile. Il processo può protrarsi per mesi, coinvolgendo molteplici parti e creando situazioni complesse. Il ritardo nel trasferimento può portare a confusione sulla responsabilità e sulla risoluzione del problema, arrivando ad una sorta di limbo.
Pertanto, prima di intraprendere operazioni di questo tipo, è fondamentale valutare attentamente i potenziali ostacoli e rischi che potrebbero sorgere lungo il percorso.
Consulenza fee only offerta come vendita di rimessa?
È importante, poi, riflettere sulla recente evoluzione nel mondo del risparmio gestito e della consulenza finanziaria riguardo alle commissioni di ingresso. In pochi anni, abbiamo assistito a una trasformazione dal modello in cui le banche offrivano commissioni di ingresso a zero, e in alcuni casi addirittura rimborso delle commissioni di gestione, ad un vero e proprio cambio di rotta.
Oggi, la tendenza è quella di puntare sull’advice o advisoring, seguendo anche la spinta normativa europea in questa direzione. Quando banche e reti temono di perdere i propri utenti per via delle spese troppo elevate, propongono consulenze fee only, mettendo il risparmiatore di fronte a una scelta: sottoscrivere un contratto di consulenza a pagamento e ottenere vantaggi come l’esenzione delle commissioni d’ingresso o l’accesso a classi di fondi più convenienti, oppure continuare a negoziare fondi come prima, ma pagando costi più elevati.
Va sottolineato che non è corretto generalizzare, e ogni offerta di consulenza a parcella da parte di banche o reti va valutata caso per caso, ma non va confusa con la consulenza su base indipendente, come quella offerta per esempio da SoldiExpert SCF e da altri società analoghe o consulenti finanziari autonomi. Chi offre consulenza su base indipendente deve rispettare requisiti molto stringenti e non può, infatti, secondo il legislatore avere il doppio “banchetto”, offrendo o un tipo di consulenza (basata sugli “incentivi” ovvero sulla retrocessione delle commissioni sui prodotti consigliati) o l’altra (tipo quella a parcella). E magari in modo opportunistico.
Fondi sicav e negoziabili online a Piazza Affari: un mercato purtroppo mai decollato
Negli ultimi anni, la Borsa Italiana ha cominciato a far quotare direttamente i fondi comuni d’investimento italiani o armonizzati come se fossero ETF o azioni. Si tratta di un’idea sulla carta vincente, che consente ai risparmiatori di negoziare i fondi anche nel caso in cui operino con istituti che offrono una gamma limitata o che propongono solo i fondi interni. Senza contare, poi, il vantaggio di pagare commissioni uguali a quelle dell’azionario, e l’opportunità di negoziare quei fondi con costi di gestione più bassi. Purtroppo questo mercato dei fondi quotati si è rivelato un flop per l’evidente ostracismo di molte banche e reti che non vogliono rinunciare alla gallina delle uova d’oro del collocamento.
All’estero, soprattutto nel Regno Unito e in Europa, i fondi d’investimento a basso costo e in particolare gli ETF sono già realtà grazie al sistema di distribuzione basato su parcelle palesi. In Italia, c’è resistenza al cambiamento e poche società di gestione hanno quotato i fondi su Piazza Affari.
Al momento, sono soprattutto le realtà più piccole a quotare i fondi in Borsa, mentre le grandi società di gestione esitano. Solo pochi intermediari, come Directa Sim, consentono la negoziazione dei fondi già quotati, temendo che quelli a commissioni ridotte possano compromettere il loro modello di business.
Quanti prediligono strumenti diversi dai fondi, come gli ETF, infine, non avranno problemi riguardo alla scelta e ai costi. Gli ETF sono ampiamente disponibili sulle piattaforme di trading e sono già trattati come azioni a cui SoldiExpert SCF ha dedicato una guida gratuita disponibile nel sito.
Informazioni su SoldiExpert SCF
Questo contributo è stato realizzato da SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti in Italia, specializzata nel assistere senza conflitti d’interesse (la remunerazione è esclusivamente a parcella, fee only) investitori piccoli e grandi nella gestione del proprio patrimonio, selezionare i migliori strumenti (azioni, obbligazioni, ETF, fondi..) o prodotti in base alle specifiche di ciascun cliente e supportarli con il proprio Ufficio Studi come strategie d’investimento e analisi.
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