Home Flash comunicati Investire nelle azioni con dividendi alti è una strategia che funziona? O è solo una trappola? L’analisi di SoldiExpert SCF

Investire nelle azioni con dividendi alti è una strategia che funziona? O è solo una trappola? L’analisi di SoldiExpert SCF

Investire nelle azioni con dividendi alti è una strategia che funziona? O è solo una trappola? L’analisi di SoldiExpert SCF

(Adnkronos) –
Milano 5 maggio 2023 – Al giorno d’oggi, numerosi risparmiatori e addetti ai lavori suggeriscono di scegliere nella propria strategia d’investimento fondi ETF o titoli con alti dividendi. Tale approccio porta con sé diversi vantaggi anche se, nel tempo, può condurre a grosse delusioni. Infatti, non è sempre vero che le azioni con maggior dividendo sono quelle più performanti. 

Allora, selezionare le azioni a seconda dei dividendi è una strategia funzionante? Consente di incassare maggior denaro o si rivela soltanto una trappola? La risposta è: dipende. Dal 2007 a oggi in realtà questa strategia è stata certo rendimenti molto positivi ma non senza rischi e controindicazioni. E SoldiExpert
SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, ha effettuato un’analisi sull’argomento, così da indirizzare gli investitori a prendere decisioni consapevoli e non basate su un set di informazioni limitato, fuorviante o magari in conflitto d’interesse. 

Investire in azioni con alti dividendi per incassare una cedola Sulla carta, scegliere azioni con dividendi più alti rappresenta una strategia che funziona, molto apprezzata dagli investitori e facile da comprendere. Una soluzione che risponde al desiderio dei risparmiatori di incassare con regolarità una cedola e ottenerne un frutto annuale. Purtroppo, però, la realtà è ben diversa e molte volte il risultato può essere deludente. 

Tale strategia, infatti, dà l’illusione di aver individuato un sistema semplice per investire, sinonimo di poco stress. Inoltre, investendo su aziende che pagano un dividendo più elevato, che si presume siano più performanti di altre, consente di poter contare su un flusso di entrate annuali. Sembra quasi la “quadratura del cerchio”, tanto che negli anni è diventata una vera e propria leggenda metropolitana, consigliata da molti addetti del settore. 

Perché le azioni che pagano alti dividendi non sono garanzia di rendimenti più alti e minori rischi? 

Nel tempo, questa forma d’investimento può presentare diverse controindicazioni, rivelandosi non sempre vincente. Oggi, infatti, alcune aziende possono pagare un alto dividendo ma non è assolutamente detto che lo facciano anche in futuro o che recuperino il valore di tale dividendo dopo uno stacco. 

Un’azienda che paga alti dividendi potrebbe essere eliminata dal suo mercato
di riferimento da un’altra società che, al contrario, trattiene l’utile e lo investe efficacemente nel proprio business. 

Analizzando il comportamento di panieri di titoli ad alto dividendo (e non), inclusi fondi ed ETF specializzati, si può scoprire che vi sono molteplici casi in cui i panieri formati da titoli con dividendi più elevati sono quelli che rispetto all’andamento del mercato di riferimento hanno ottenuto rendimenti più bassi e con maggiori perdite. L’opposto di quello che il buon senso suggeriva. 

Meglio puntare su azioni con alti dividendi o su quelle che pagano meno dividendi? 

Prendiamo in esame l’indice S&P 100, che racchiude le principali azioni mondiali (come 3M, Abbott Laboratories, Wells Fargo &C, Microsoft, Procter & Gamble e Pfizer). Confrontiamo, dal 2007 ad oggi, l’andamento di una strategia che sceglieva ogni anno un paniere delle azioni con il miglior dividend yield (cioè i dividendi più alti in percentuale rispetto al valore della quotazione in Borsa) e un paniere dove, al contrario, selezionavamo quelle con peggiore dividend yield. 

Il vincitore? In termini di rendimenti di diversi punti percentuali è proprio il paniere con le azioni a dividendo minore. Infatti, il paniere di azioni con dividendi maggiori ha avuto la peggior escursione negativa, del -61% (drawdown). 

Chiaramente, vi sono anche anni in cui le azioni con miglior dividendo prevalgono. Ma risulta evidente che non è possibile affermare che la strategia “Best dividend” sia sempre la migliore. Basta semplicemente osservare l’andamento della maggioranza dei fondi d’investimento specializzati in strategia “high” o “top” dividend (il marketing finanziario sa essere molto abile nel persuadere i risparmiatori nel far credere che esistono risposte semplici a problemi complessi) per rendersene conto. La stragrande maggioranza (complice i costi di gestione elevati e scelte che si sono rivelate infelici) dei fondi d’investimento di questo tipo ha infatti negli ultimi decenni ottenuto risultati nettamente inferiori di indici passivi puri dello stesso comparto (azionario mondiale o azionario europeo per esempio). 

Azioni con elevati dividendi: quando rappresentano un’opportunità 

Per scoprire quali sono le regole degli investimenti andrebbero conosciute, innanzitutto, quelle che regolano le Borse. E non è assolutamente un’impresa semplice. A ciò, poi, s’aggiunge la difficoltà nel fare previsioni a lungo termine sulla crescita degli utili societari. Sarebbe necessario effettuare un’analisi della “dividend integrity”, ossia la capacità di aumentare, anno dopo anno, la parte di utile riservata agli azionisti e/o la costanza della distribuzione del dividendo. 

Un’azienda, infatti, può avere il suo momento di picco e fare il pieno di utili, distribuendo generose cedole. Tuttavia, in economie globalizzate come quelle di oggi, in cui l’innovazione e i cambiamenti si susseguono, non è semplice fare previsioni sul futuro. 

Azioni italiane con dividendo più alto: quando è la chiave per un portafoglio redditizio 

Quanti desiderano cimentarsi nella scelta di azioni con dividendo più elevato, dovrebbero anche interrogarsi sulla loro sostenibilità in futuro. Un’impresa non del tutto semplice, specialmente se si pensa che nel mercato azionario italiano si sono susseguite società che sono passate dal distribuire generosissimi dividendi per poi crollare in Borsa (Seat Pagine Gialle o Telecom Italia Rnc sono due casi eclatante che molti risparmiatori italiani hanno provato sulla loro pelle). 

Il tutto, poi, senza nemmeno recuperare il valore perduto, nonostante le cedole incassate. Del resto, nei momenti di difficoltà, sulle azioni con o senza cedola elevata si può perdere anche più del -50%. Servirebbe quindi tenere conto di questo aspetto, soprattutto in un approccio passivo. 

SoldiExpert SCF come spiega nel report dedicato all’argomento dividendi ritiene questa strategia interessante in determinati contesti di mercato ma non la migliore in assoluto e valuta nei proprio portafogli consigliati a piccoli e grandi investitori un approccio basato su più strategie, guardando anche altri fattori come per esempio la forza relativa (momentum), il comportamento comparato col settore di riferimento l’indebitamento, la redditività dell’azienda, l’indebitamento, l’andamento settoriale.. 

Il tutto, tenendo conto della possibilità di liquidare anche totalmente le posizioni quando non sussistono più le condizioni che avevano generato magari la raccomandazione d’acquisto. In sintesi, occorre massima flessibilità, poiché il dividendo può rappresentare una parte del ritorno ma non è l’unica cosa importante se poi il titolo in questione collassa. 

Quando puntare sui dividendi si rivela una trappola per gli investitori 

Investire con successo non significa avere sempre ragione, ma ottenere un rendimento positivo e, se possibile, migliore di quello del mercato, in un orizzonte temporale corretto (di almeno 7-10 anni). Chiaramente, insieme a minori perdite nelle fasi avverse. 

Per questo motivo, il processo d’investimento dovrebbe essere flessibile, capace di adattarsi al mercato, mettendo anche in preventivo alcune operazioni chiuse in perdita. Ciò che conta è il risultato finale. Per tanti risparmiatori, infatti, puntare su azioni ad alto dividendo potrebbe rivelarsi poco vantaggioso. 

Perché? Se quella del dividendo alto rappresenta l’unica strategia, se non si effettua un monitoraggio continuo e se non si valutano ulteriori fattori, si corre il rischio di cadere in una trappola. 

Secondo i consulenti finanziari indipendenti (ovvero remunerati esclusivamente dagli investitori e non da banche e reti sui prodotti e strumenti consigliati) di SoldiExpert SCF, occorre puntare su un approccio parzialmente flessibile e attivo come quello utilizzato nei portafogli per le consulenze 

continuative o self-service. Per saperne di più o conoscere ulteriori strategie interessanti per investire in Borsa è possibile richiedere un parere ad un consulente finanziario indipendente di SoldiExpert SCF, che sarà in grado di suggerire l’opzione migliore partendo magari dall’analisi (primo check up di 30 minuti gratuito) di un portafoglio, analizzando i pro e contro, i costi veri e occulti e fornendo un secondo parere indipendente. 

Informazioni su SoldiExpert SCF 

Questo contributo è stato realizzato da SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti in Italia, specializzata nel assistere senza conflitti d’interesse (la remunerazione è esclusivamente a parcella, fee only) investitori piccoli e grandi nella gestione del proprio patrimonio, selezionare i migliori strumenti (azioni, obbligazioni, ETF, fondi..) o prodotti in base alle specifiche di ciascun cliente e supportarli con il proprio Ufficio Studi come strategie d’investimento e analisi. 

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