Home Flash comunicati L’Osteoporosi costa alla Puglia 42 milioni l’anno per i soli ricoveri per fratture

L’Osteoporosi costa alla Puglia 42 milioni l’anno per i soli ricoveri per fratture

L’Osteoporosi costa alla Puglia 42 milioni l’anno per i soli ricoveri per fratture

(Adnkronos) – Il Consiglio regionale pugliese ha audito la Prof.ssa Maria Luisa Brandi (Endocrinologa) e il Prof. Biagio Moretti (Ortopedico) sulle recenti Linee guida del Ministero della Salute che indicano nella tecnologia REMS la nuova best practice per la diagnosi precoce di questa grave malattia 

L’Osteoporosi è una malattia subdola perché completamente asintomatica, fino al momento della fatidica frattura, nota proprio come “frattura da fragilità”, che può colpire le vertebre, il femore o i polsi, comportando un vero e proprio crollo nella qualità della vita dei pazienti. 

Stando ai dati dell’International Osteoporosis Foundation, ne soffrono oltre 32 milioni di persone in Europa (il 5,6% della popolazione), con un’incidenza che in Italia arriva al 6,3%, per un totale (stimato) di 4 milioni e 360mila ammalati, in prevalenza ultracinquantenni: il 23% delle donne e il 7% degli uomini. 

Non tutti gli osteoporotici si fratturano ma il rischio è sempre elevato, raggiungendo quota 40% quando si superano i 65 anni. 

Proprio per la difficoltà di diagnosticarla è difficile stimare il numero di malati a livello di singola regione. Per farsi un’idea sull’incidenza, basti pensare che in Puglia le persone che subiscono ogni anno una frattura da fragilità sono 7mila! 

L’audizione in Consiglio regionale
 

Lo scenario relativo alle fratture da fragilità, alle strategie e alle tecnologie attualmente disponibili ai fini di una diagnosi preventiva, anche tenuto conto del progressivo invecchiamento della popolazione e quindi dei costi sostenuti dal Sistema sanitario, sono state al centro dell’audizione nella sede del Consiglio regionale della Puglia sul tema “Linee guida del Ministero della Salute in merito alla prevenzione delle fratture da fragilità con una conseguente riduzione dei costi gravanti sul sistema sanitario e con una incrementata qualità della vita dei pazienti fragili”. Hanno relazionato la presidente dell’osservatorio Fratture da Fragilità (Off), la professoressa Maria Luisa Brandi, e il Direttore del dipartimento di Scienze mediche di Base dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari professor Biagio Moretti, su invito dell’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese. 

Costi fuori controllo
 

I costi ascrivibili nel 2022 ai soli ricoveri ospedalieri per fratture da fragilità ammontano a 42milioni di euro (ben 30milioni solo per il solo femore). 

Si tratta di un costo fortemente sottostimato in quanto molte fratture provocate dall’Osteoporosi non vengono diagnosticate, specie nelle persone molto anziane; inoltre moltissime fratture non vengono catalogate dal pronto soccorso come derivanti da patologia osteoporotica. 

Ci sono poi da considerare una enorme quota di costi (sia pubblici che a carico dei privati) che riguardano la lunga riabilitazione, l’assistenza domiciliare, eventuali pensioni di invalidità o indennità di accompagnamento, i farmaci e i presidi sanitari, la lunga inattività del paziente fratturato, i gravi disagi sociali e familiari derivanti dalla disabilità 

La relazione della Prof.ssa Brandi
 

La presidente dell’osservatorio Fratture da Fragilità (Off) Maria Luisa Brandi ha sottolineato come: “favorire l’implementazione delle Linee guida ministeriali, validate dall’Istituto Superiore di Sanità a conclusione del percorso di elaborazione che ha visto impegnate 17 società scientifiche e con il contributo di 20 associazioni di pazienti, è molto importante per formare i diversi specialisti coinvolti nella gestione delle fratture, avendo come obiettivo finale il miglioramento della qualità di vita del paziente”. 

La Prof.ssa Brandi ha evidenziato l’importanza di creare o ottimizzare le Unità di Frattura, laddove già presenti, per migliorare la gestione dei pazienti fragili a rischio di frattura e garantire appropriatezza diagnostica, costante monitoraggio del paziente e aderenza alla terapia e riducendo le liste d’attesa aumentando l’accessibilità alla diagnosi. Ha riportato, quindi, i passi avanti fatti dall’innovazione tecnologica sul fronte della diagnosi precoce per la prevenzione dell’Osteoporosi e la riduzione delle fratture, riferendo le caratteristiche della tecnologia REMS, un sistema diagnostico “made in Puglia”, brevettata dalla società leccese Echolight SPA. 

REMS, acronimo di Radiofrequency Ecographic Multi Spectrometry, è stata riconosciuta nel 2021 come best practice nelle Linee guida ministeriali. Attraverso una scansione ecografica basata su ultrasuoni (priva quindi di radiazioni), consente la diagnosi precoce e non invasiva dell’Osteoporosi e la prevenzione delle fratture. 

La tecnologia non presenta “controindicazioni” per le donne in gravidanza, per i bambini, i pazienti fragili o allettati. L’esame può essere eseguito anche in casi di osteoporosi secondaria. “REMS, inoltre, permette una maggiore aderenza al trattamento terapeutico e comporta una riduzione dei costi relativi al management della frattura a carico del SSN”, ha aggiunto la Prof.ssa Brandi, facendo riferimento alle conclusioni dello studio Hta (Health Technology Assessment) condotto dalla SDA Bocconi. “Stando allo studio, l’implementazione delle Linee Guida Ministeriali dell’ISS porterà ad una riduzione dei costi per il Sistema sanitario nazionale pari a 40 milioni di euro, a fronte di un milione di pazienti” – ha concluso Brandi. 

La relazione della Prof. Moretti
 

Il direttore del dipartimento di Scienze mediche di Base dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari Biagio Moretti ha evidenziato come “in Puglia circa 6mila persone di età superiore a 64 anni subiscono una frattura da fragilità in un anno”. 

“Nel 2022 i costi a carico del Sistema sanitario nella Regione Puglia sono stati 42milioni, per i soli ricoveri per fratture da fragilità”, ha sottolineato precisando che a questa spesa è necessario aggiungere gli ulteriori costi per la riabilitazione post frattura, per l’assistenza domiciliare e per le pensioni di invalidità e di accompagnamento, oltre a quelli legati alla somministrazione delle terapie farmacologiche. 

“Il numero maggiore di fratture da fragilità si ha al collo del femore”, ha aggiunto. “In Puglia sono oltre 4mila in un anno, pari al 64,5% di tutte le fratture da fragilità, con costi solo nel 2022 pari a 30 milioni di euro per la Regione”, ha detto ancora. “La qualità di vita dei pazienti con fratture da fragilità è bassissima e la mortalità aumenta in maniera esponenziale nei sei mesi successivi alla frattura del femore, in alcuni casi vanificando i benefici della spesa del Ssn. Per Moretti, in un contesto del genere, è necessario superare le criticità legate all’accesso alla diagnosi, all’appropriatezza della diagnosi, all’aderenza della terapia e all’aumentato rischio di ri-frattura. 

La tecnologia REMS
 

Nelle Linee guida emanate dal Ministero della Salute il 20 ottobre 2021 l’innovazione tecnologia REMS (brevettata dall’azienda pugliese Echolight Spa) è indicata come best practice per la diagnosi precoce dell’Ostoporosi che è alla base delle Fratture da Fragilità. 

Per le sue caratteristiche tecniche rappresenta una soluzione immediatamente praticabile per sottoporre a screening massivi la popolazione a rischio. 

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