(Adnkronos) –
Milano, 03 ottobre 2023 – Il 1992 ci ha regalato un’iconica scena cinematografica nel film “Puerto
Escondido”: Mario Tozzi, interpretato da Diego Abatantuono, varca la soglia del monte dei pegni con il suo Rolex al polso, pronto per scambiarlo per del denaro contante. Un gesto simbolico, un distacco dai legami materiali e un passo verso la libertà.
Abatantuono proclama in quell’occasione che un Rolex, in qualsiasi parte del mondo, è come un assegno circolare, cercando di incassare più denaro possibile, le stesse parole che oggi ripete con convinzione Paolo Cattin collezionista di fama internazionale e uno tra i massimi esperti mondiali di Rolex Daytona.
Saltiamo avanti di tre decenni, e ci ritroviamo in un 2023 dove la digitalizzazione e le criptovalute dominano le transazioni economiche. Eppure anche in questo contesto, il valore intrinseco di un Rolex rimane immutato. Rimane “un assegno circolare universale” che può essere riscattato in qualsiasi angolo del globo.
Paolo Cattin, conferma questa eterna verità. In un’epoca dominata dalla volatilità delle criptovalute e dalla complessità delle transazioni digitali, l’affidabilità e la tangibilità di un Rolex mantengono un fascino incontestabile. Per Cattin è più di un orologio. Un Rolex Daytona è una valuta universale, un investimento che non conosce deprezzamento, un’àncora in un mare tempestoso di incertezza economica.
Ma perché, in un’era di rapidi cambiamenti e avanzamenti tecnologici, il Rolex conserva il suo status di assegno circolare? La risposta risiede nella sua artigianalità, nella precisione ingegneristica, nell’iconico design e, soprattutto, nel suo valore che trascende le generazioni.
Cattin riflette sui cambiamenti del mercato e l’evoluzione della percezione del lusso,. Ogni Rolex Daytona racconta una storia. Le sue incisioni, i suoi ingranaggi, la sua cassa sono capitoli di un racconto che si arricchisce con il passare del tempo. Mentre le valute digitali sono impalpabili, un Rolex è tangibile, reale e palpabile. È un patrimonio che si può toccare, ammirare e passare di generazione in generazione.
In un mondo in cui la liquidità è spesso un miraggio, il Rolex emerge come un oasi di certezza. Non è solo un pezzo di lusso da esibire, ma un asset tangibile, un rifugio sicuro per gli investitori e un pronto soccorso finanziario per chi ha bisogno di liquidità immediata.
Quando Mario, il personaggio di Abatantuono, ha venduto il suo Rolex in ‘Puerto Escondido’, ha fatto più che convertire un orologio in contanti. Ha trasformato un pezzo di lusso in libertà, un metallo prezioso in opportunità, ha sottolineato Cattin con tono quasi nostalgico.
E anche oggi, nel tumultuoso 2023, vendere un Rolex equivale a liberare un capitale, a scatenare un potenziale economico che attende silenziosamente al polso del proprietario in qualunque parte del mondo. Cattin racconta, di come suo nipote questa estate si sia trovato in una situazione spiacevole durante le vacanze all’estero, avendo subito il furto del portafoglio con dentro contanti e carte di credito, come Mario Tozzi in Puerto Escondido, ha venduto (non senza dispiacere) il proprio Rolex, che immediatamente gli ha dato la possibilità di monetizzare e risolvere una situazione che sarebbe stata altrimenti molto complicata.
Il Rolex, come l’oro, come l’arte, è immune dalle fluttuazioni erratiche dei mercati finanziari. Il suo valore non è ancorato alle previsioni degli analisti o alle oscillazioni delle borse. Esso risiede nel suo artigianato, nella sua storia e nel suo status simbolico.
E così, mentre ci avventuriamo in un futuro incerto, l’iconica immagine di Mario che si separa dal suo Rolex al banco dei pegni rimane un promemoria potente. In un mondo in costante mutamento, alcune cose, come il valore intrinseco di un Rolex, rimangono immutate. Nel 2023, come nel 1992, un Rolex è e rimarrà un assegno circolare universale, una promessa di liquidità, un simbolo di valore eterno.