(Adnkronos) –
Milano, 30 settembre 2022. Quando è il momento di investire, ETF può essere la sigla di riferimento positiva per chi cerca strumenti efficienti, facili da negoziare e con costi contenuti. L’acronimo ETF significa Exchange Traded Fund, cioè fondi negoziati in borsa. Quindi è evidente gli ETF cosa sono: quote di fondi d’investimento scambiate in Borsa come le azioni. Tuttavia, sembra che le banche e i loro consulenti siano piuttosto restii a consigliarli ai clienti. Come mai? Per capirlo, vediamo cosa sono gli ETF esattamente e quali sono i relativi vantaggi e svantaggi, soprattutto mettendoli a confronto con i “rivali” fondi d’investimento e questo argomento SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, ha dedicato uno speciale approfondimento pubblicato sul proprio sito.
I fondi comuni, alla base, sono strumenti di investimento, gestiti dalle società di gestione del risparmio (Sgr) che riuniscono le somme di più risparmiatori e le investono, come un unico patrimonio, in attività finanziarie (azioni, obbligazioni, titoli di stato, ecc.) o in immobili, rispettando alcune regole e sotto la vigilanza della Consob.
Per la normativa italiana sono quindi “Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio” o OICR come acronimo. Come si vede, la loro peculiarità è quella di mettere insieme i risparmi di tante persone diverse per investire su panieri diversificati di azioni e/o obbligazioni e l’andamento quindi di questi strumenti finanziari è correlato a quello degli andamenti sottostanti. Non vi è alcuna garanzia di rendimento ma allo stesso tempo negli OICR il patrimonio è separato da quello delle banche o delle società di gestione che decidono come investire il capitale.
Questo vuol dire che gli investitori ricevono una quota del fondo proporzionale al capitale investito ma questo patrimonio è separato da quello dei soggetti coinvolti. In pratica se per ipotesi la sgr che gestisse i fondi o gli ETF avesse seri problemi finanziari non potrebbe usare per nessuno motivo il patrimonio dei sottoscrittori.
Nel panorama del risparmio gestito si differenzia spesso fra i cosiddetti fondi d’investimento a gestione attiva (o “attivi”) e quelli a gestione passiva (i “passivi”).
Un fondo attivo è quando il gestore sceglie i titoli da comprare e vendere per ottenere una performance superiore a quella del mercato; un fondo passivo (o indicizzato) è quello che si limita invece a copiare il mercato di riferimento e dove al gestore non viene richiesto di fare meglio del mercato ma di riprodurne nel modo più fedele l’andamento.
Sulla carta i fondi a gestione attiva come i fondi d’investimento vengono proposti sembrano avere maggiori carte da giocare rispetto ai passivi (chiamati anche “replicanti”) e spesso così vengono proposti, evidenziando la competenza dei gestori e del comitato d’investimenti nel selezionare in tutto il mondo le migliori opportunità tramite scelte strategiche e anche tattiche e di un gestore esperto che “aggiusta” e monitora gli investimenti del fondo in tempo reale.
Nella realtà però le cose non vanno esattamente in questo modo perché le evidenze date dai risultati reali ottenuti sui mercati dai fondi cosiddetti a gestione attiva e quelli a gestione passiva (come sono gli ETF) dimostrano con un numero elevatissimo di casi e super maggioritario la superiorità degli ETF.
Investire, ETF significa proprio questo: quote di fondi a gestione passiva, legati a un indice, una strategia definita ex ante o a uno specifico paniere di titoli.
COSTI E RENDIMENTI DI FONDI ED ETF
“Inventati” negli Anni ’90 negli Stati Uniti, gli ETF hanno rappresentato una decisa rottura rispetto ai fondi allora esistenti, ancora oggi costosi e spesso poco efficienti malgrado – o forse proprio per – la presenza dei gestori.
Il motivo della grande diffusione degli investimenti in ETF è dovuto anche al fatto che replicano passivamente un indice o un paniere di titoli o una strategia di investimento (i cosiddetti ETF factor o smart). Seguono quindi il mercato senza manipolazioni, ma per fare questo non sono però gravati come i fondi dai costi di gestione e di performance, che sottraggono all’investitore una fetta cospicua del rendimento.
Come dimostra con il SoldiExpert Fund Rating, un fondo d’investimento azionario globale può costare anche il 2,5%-3% anno mentre un ETF sullo stesso comparto può costare lo 0,2% e nel tempo solo questo può far ottenere risultati nettamente migliori nell’85% dei casi.
Questo significa che se investo 10.000 euro in un fondo, ogni anno pagherò circa 300 euro, che in 10 anni significano 3.000 euro, ovvero quasi un terzo del capitale. Investire in ETF conviene, perché con un investimento ETF i costi sono decisamente più bassi. Soprattutto se si considera che, secondo numerose ricerche anche accademiche o svolte da primarie società di rating realizzate nel corso degli ultimi decenni, i fondi attivi realizzano mediamente performance ben inferiori a quelle del benchmark o degli indici dei principali mercati mondiali azionari o obbligazionari. Per queste ragioni SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, utilizza soprattutto questi strumenti per comporre o valutare portafogli nella propria consulenza a piccoli e grandi investitori.
INVESTIRE IN ETF COSTA MENO
I vantaggi di investire ETF, però, non sono solo riconducibili ai costi. Paragonati ai fondi, sempre molto promossi dalle reti di consulenti delle banche per i più lauti profitti che generano loro come commissioni di retrocessione, gli investimenti ETF sono soggetti a un’imposta fissa del 26%, esattamente come i fondi, ma, se guardiamo a come investire in ETF, sono anche facilmente negoziabili (come delle azioni) a commissioni nettamente contenute.
Sì, perché come tutti gli strumenti negoziati liberamente in Borsa, è possibile acquistarli direttamente tramite un conto con una banca o un broker online (o almeno un buon servizio di home banking) che offra commissioni di negoziazione non troppo esose. Negoziare i fondi, invece, non è così semplice, né in acquisto né in vendita e talvolta vengono applicate anche commissioni di ingresso, uscita e incentivo oltre che a quelle ricorrenti di gestione.
Attualmente, i broker online specializzati offrono commissioni che decrescono con l’aumentare del numero die seguiti o dei volumi, validi anche per chi opera poco. Si può andare da 3-5 euro fino a 19 euro per eseguito. Oppure, con commissioni variabili, dall’1,3 a 2 per mille sull’importo transato. L’importante però, è che con le commissioni fisse non si negozino importi troppo piccoli e che vi sia un tetto minimo alla commissione stessa. Infatti, con un ordine da 1.000 euro, una commissione di 3 euro rappresenta un costo del 3 per mille (cioè 0,3%), mentre su 10.000 euro diventa quasi invisibile (0,03%).
MA ANCHE SUGLI ETF È BENE FARE LE GIUSTE VALUTAZIONI
Naturalmente, non tutti i fondi d’investimento sono da demonizzare, anche se investire in ETF conviene in molti casi maggiormente. E gli stessi ETF, come tutti gli strumenti finanziari, sono soggetti ai rischi di mercato o rischi specifici se investono in nicchie settoriali molto ristrette o le masse sotto gestione sono molto basse. In questi casi la differenza tra prezzi in acquisto e in vendita (spread) potrebbe risultare in alcune fasi di mercato ampia e, quindi, potenzialmente sfavorevole e gravare come un costo implicito ulteriore anche dell’0,5-1% ogni volta che si acquista o si vende un ETF illiquido.
La maggior parte degli ETF dei comparti e settori più importanti non hanno questi problemi di liquidità o liquidabilità e come ogni mese la Borsa Italiana certifica con un report dedicato i più scambiati hanno spread ridottissimi (anche dello 0,05-0,1%) che li rendono molto convenienti per gli investitori. Quando si tratta di investire, ETF e fondi nel confronto vedono quindi i primi (ovvero gli ETF) per gli investitori come scelta migliore in un portafoglio escono sempre meglio. È questo il motivo per cui i consulenti finanziari indipendenti di SoldiExpert SCF, società autorizzata alla consulenza su base indipendente e fra le pioniere del settore in Italia, li valutano e selezionano e hanno dedicato all’argomento analisi, report, video e confronti.
Informazioni su SoldiExpert SCF
Questo comunicato è stato realizzato da SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti a livello nazionale. Vanta clienti di ogni tipo e portafoglio (soprattutto privati) in tutta Italia grazie anche a un modello unico basato sulla Rete e sulla tecnologia come la possibilità di collegarsi in video-conferenza con i propri esperti che operano in più parti d’Italia.
La consulenza fornita può riguardare tutto il patrimonio o sola la parte legata agli investimenti finanziari (azioni, obbligazioni, ETF, fondi) o assicurativi (spesso unit linked che di fatto sono investimenti finanziari spesso “travestiti”) e si basa su un’attenta analisi preventiva (tipicamente i risparmiatori che si rivolgono a SoldiExpert SCF partono con un check up ed è possibile richiedere gratuitamente una prima consulenza di 30 minuti) di efficienza del portafoglio detenuto dal cliente in termini di costi e rischi. E il fatto di essere una società che fornisce esclusivamente consulenza su base indipendente è un punto molto importante per gli investitori poiché SoldiExpert SCF viene remunerata direttamente in modo trasparente dai clienti senza quindi ottenere provvigioni o commissioni sui prodotti consigliati come è tipico dell’industria del risparmio gestito in Italia.
Si ricorda anche ai fini dello studio proposto che le performance passate nei mercati finanziari non costituiscono necessariamente garanzia, né indicazione di performance future e non dovranno essere perciò utilizzate come unico criterio di valutazione per la scelta degli investimenti. Per maggiori informazioni si invita a visitare il sito soldiexpert.com
Approfondimenti
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