(Adnkronos) –
Sblind è il primo social network geolocalizzato, senza algoritmi di profilazione e contenuti aggressivi, violenti o irrispettosi. E lancia sfide coraggiose, come il Social Time, la limitazione del tempo massimo di utilizzo del social.
Milano, 30 settembre 2022 – Social Warning, progetto del Movimento Etico Digitale creato per rendere consapevoli ragazzi e genitori attraverso una rete capillare di formatori-volontari in tutta Italia, ha recentemente diramato dati allarmanti: il 79% dei giovani italiani (più di 3,5 milioni di persone) trascorre oltre 4 ore al giorno su Internet, ovvero 28 ore a settimana, 120 ore al mese, 2 mesi all’anno. 60 giorni interi trascorsi sui social.
Il 51% dei ragazzi tra i 15 e i 20 anni è a disagio nel prendersi una pausa da web e social e verifica lo smartphone in media 75 volte al giorno. Il 7% lo fa addirittura fino a 110 volte al giorno.
Il 52% dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni ha cercato di ridurre la quantità di tempo trascorso online, senza però riuscirvi. Il 33% dei teenager definisce il proprio utilizzo dello smartphone “eccessivo”. Un adolescente in media dovrebbe dormire 8-10 ore al giorno (fonte American Academy of Sleep Medicine): il 40% degli intervistati ha dichiarato di perdere ore di sonno perché rimane connesso di notte su smartphone, console o pc.
Un ragazzo su due ha dichiarato che gli capita di reagire, alzare la voce o rispondere male se qualcuno lo disturba mentre è connesso: sono talmente assorti da considerare le intromissioni come un attacco personale.
Da questi dati impietosi è partita la riflessione di Sblind (https://www.sblind.com/),
il primo social media geolocalizzato (a “kilometro zero”) nato per connettere tutti coloro che si trovano nella stessa area geografica, che ha deciso di limitare a 90 minuti al giorno l’utilizzo del proprio social. Non sarà una funzione “gestibile” dall’utente ma imposta e visibile in modo chiaro, con un’attenzione alla salute mentale e sociale: questa iniziativa, denominata Social Time, fa il paio con l’altro grande tema, fortemente connesso, ossia quello della Social Responsibility digitale.
“Nessuno è in grado di definire un protocollo che possa rendere sostenibile il futuro delle nostre azioni digitali. – chiarisce Francesco Bertuletti, CEO e cofounder di Sblind – Dobbiamo poter riconoscere quelle Società che decidono autonomamente di non contribuire allo sfruttamento delle Digital Identity. Cosi come per lo sfruttamento di valori Sostenibili come le risorse idriche, il lavoro minorile, le disuguaglianze sociali la discriminazione di genere e tutti i 17 goals rappresentati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, dobbiamo riconoscere la scelta di NON contribuire allo sfruttamento delle Identità Digitali dell’individuo”.
Il Decalogo Sblind stabilisce, ad esempio, che i dati degli utenti vengano trattati esclusivamente da Sblind e non ceduti a terzi; non vengono utilizzati algoritmi di profilazione per mappare i gusti o le scelte dell’utente Sblind; non vengono inseriti cookies di terze parti; non vengono inseriti cookies pubblicitari; ogni contenuto viene validato singolarmente; nessun comportamento viene mappato in App.
“Si tratta della prima dichiarazione globale di Social Digital Responsibility – conclude Bertuletti – L’obiettivo non è quindi la condivisione generalizzata per accumulare visual o followers nel mondo, ma creare un tessuto di condivisione che sia utile, positivo e costruttivo per l’intera comunità con la quale ci relazioniamo”.
I numeri danno ragione all’approccio rivoluzionario di Sblind: dalla Beta lanciata ad aprile 2021 nel territorio bergamasco e poi esteso a Brescia ed una parte di Milano, sono state quasi 1.250.000 le visualizzazioni singole e 27.500 i contenuti caricati una crescita utenti negli ultimi 6 mesi del +70%. Segno di un desiderio non più tanto latente di cambiamento.
Note per i redattori
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Sblind
Sblind nasce per colmare un vuoto creato proprio dall’evoluzione globalizzante dei Social più diffusi al mondo. Sblind vuole ricreare un mini ecosistema nel quale le persone, i luoghi le attività si possano riconoscere. L’attuale proposta Social comprende una moltitudine di opzioni che rendono la fruizione di contenuti potenzialmente infinità e variegata, intrisa di algoritmi e strumenti di Intelligenza Artificiale che minano la capacità critica di scoprire e ricercare ciò che davvero interessa. Il progetto Sblind vuole ridare spazio ad una condivisione che sia basata sulle relazioni, sul territorio e sulla scoperta di ciò che ruota nel nostro mood.
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