(Adnkronos) – 8 settembre 2023. “La guerra fa parte del destino dell’uomo, è una condizione ineliminabile, che non conosce rimedi ed alternative?”. Queste le questioni poste dall’intervento di apertura del professor Enrico Ferri, curatore della undicesima edizione della Scuola Estiva Arpinate, che ha avviato i lavori giovedì 7 settembre ad Arpino, nella sala conferenze della Fondazione Mastroianni.
Ne parleranno per tre giorni docenti universitari, magistrati ed esperti di varia formazione. Il tema, con gravi risvolti nella realtà contemporanea, è di quelli impegnativi, occupa le pagine dei giornali, la politica interna ed internazionale. “Non serve seguire la cronaca degli eventi in Ucraina per capire che c’è una guerra in corso nel cuore dell’Europa, fra Ucraina e Russia- ci dice il prof. Ferri. Nel nostro Ateneo (l’Unicusano ndr) ospitiamo da mesi decine di famiglie ucraine, prevalentemente donne con i loro figli. Quando li incontro, magari a mensa, penso sempre che da un momento all’altro potrebbero ricevere una comunicazione, un messaggio che annunci il ferimento, la cattura o peggio, di un loro fratello, coniuge, parente. Vivere lontano, nell’ansia, nell’incertezza per il futuro deve essere terribile”.
Negli interventi della prima giornata sono stati evidenziati motivi ricorrenti per giustificare il ricorso alle armi: per un verso la necessità di difendersi, di riparare un torto subito; per un altro la pretesa di imporre valori e visioni del mondo di matrice religiosa, politica o culturale ritenuti superiori e salvifici. Sono stati alcuni temi al centro della riflessione di Francesco Cirillo, giovane costituzionalista.
“La stessa democrazia, con la sua ideologia della libertà spesso si presenta in modo ambiguo: promuove libertà e solidarietà entro i confini nazionali, ma a volte provoca conflitti sul piano internazionale, con il pretesto di esportare libertà e civiltà”, ha ricordato Enrico Ferri. Le cose non vanno meglio nella prospettiva religiosa, ha detto Maria D’Arienzo ecclesiasticista alla Federico II, che ha portato ad esempio realtà come l’Ucraina e la Russia dove la guerra per un verso ha creato divisioni fra le chiese ortodosse, mentre per un altro la versione “nazionale” delle diverse chiese ha fornito ulteriori motivi di contrasto ed alimentato i conflitti.
Nella Scuola Estiva si è evocato Freud per spiegare la guerra, ricordando la teoria delle pulsioni aggressive radicate nella natura umana, ma il prof Alberto Scerbo, ordinario di Filosofia del Diritto nell’Università di Catanzaro, nel suo intervento, “Perché la pace”, ha evidenziato che “La pace è l’unico elemento che non è in contraddizione con il diritto, inteso come ordinamento che garantisce la convivenza”. Dalla patria di Cicerone ci arriva un messaggio chiaro: “Bisogna scegliere fra pace e convivenza o conflitto e precarietà permanente”. Una scelta che riguarda tutti noi.
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