(Adnkronos) –
Ancora poche persone utilizzano un apparecchio acustico. Che, invece, è diventato sempre più piccolo, meno invasivo e smart. E personalizzabile a seconda delle singole esigenze.
Parma, 24 luglio 2023. Quasi invisibili, alla moda e molto leggeri da indossare; e inoltre, sempre più smart: connessi con i sistemi tv o lo smartphone, diventano auricolari bluetooth per ascoltare la musica, sentire l’audio di video, usare il cellulare. Grazie alla digitalizzazione, all’Intelligenza Artificiale e alla connettività gli apparecchi acustici sono oggi sempre più performanti e tecnologicamente avanzati. Ma nonostante questo, il loro uso è ancora limitato tra chi ne avrebbe bisogno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato che in Italia 7 milioni di persone, il 12% circa della popolazione, soffrono di deficit uditivi; solo il 30% si rivolge ad uno specialista, di questi circa la metà risolve poi il problema con un apparecchio acustico. “Confermo – osserva Simone Calandra, audioprotesista e titolare del centro Acustica Siel di Parma, specializzato nell’offrire soluzioni nella gestione dei problemi dell’udito – numerose persone hanno ancora difficoltà nell’acquistare un apparecchio acustico anche quando viene riscontrato un effettivo bisogno. E’ ancora un tabù, a differenza degli occhiali che ormai sono diffusi e spesso vengono utilizzati anche come accessori alla moda. Inoltre per alcuni è anche una questione di prezzo troppo alto. Su questo aspetto, però bisogna ricordare che gli audioprotesisti sono accrediti con l’Asl e l’Inail quindi se ad una persona viene riconosciuta un’invalidità per l’ipoacusia, ossia la riduzione o perdita dell’udito, si può ottenere un contributo o addirittura avere l’apparecchio gratuitamente”.
Facendo un passo indietro, quali sono i segnali che possono far sospettare l’ipoacusia? “Ci sono dei sintomi – continua Simone Calandra – che vanno interpretati come veri e propri campanelli d’allarme. Per esempio quando non si sente più bene l’audio della televisione o di altri dispositivi; quando non si riesce a capire la direzione da cui arriva un suono; se si ha la sensazione di un orecchio chiuso o tappato; quando bisogna farsi ripetere le parole più volte o non si comprendono le parole durante una telefonata”,
Cosa fare in questi casi? “Agire subito – conclude Simone Calandra – rivolgersi al proprio medico di base o effettuare un primo test uditivo, anche da un audioprotesista. Se viene riscontrata una difficoltà uditiva occorre rivolgersi all’otorino, il medico che diagnostica l’esatto disturbo uditivo e può prescrivere, nel caso, l’apparecchio. Quindi bisogna andare da un audioprotesista competente che sappia realizzare l’apparecchio giusto tenendo presenti le singole esigenze di ciascuna persona”.
Il centro Acustica SIEL lavora in stretta collaborazione con gli otorini; offre diverse soluzioni a seconda dei problemi uditivi e delle singole necessità. Tra queste, apparecchi digitali innovativi, che si possono collegare con i sistemi wireless e bluetooth a tablet, smartphone e TV.
Per informazioni e approfondimenti si può consultare il sito https://www.acusticasiel.it/
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