(Adnkronos) – Reggio Emilia, 3 ottobre 2023 – Luca Paolazzi, direttore scientifico di Fondazione Nord-Est afferma che questo autunno sarà la stagione “della verità per le famiglie italiane” a causa del rincaro del costo della vita, dell’aumento del costo del denaro e per la minore facilità a trovare lavoro.
Per comprendere più a fondo il “peso” economico che sta gravando sul portafoglio del cittadino italiano, ricorda che, negli ultimi due anni e mezzo, i rincari sono stati tali che oggi occorre il 17% in più per fare gli stessi acquisti. “Con i medesimi soldi di allora, è come se si rinunciasse a due mesi di consumi – specifica – ciò rende evidente come il “tirare la cinghia” cominci a essere un comportamento tutt’altro che metaforico”.
Non dobbiamo lasciarci ingannare dal favorevole dato (+18%) sul monte salari dei lavoratori italiani, nel confronto tra l’ultimo trimestre 2020 e il secondo trimestre del 2023: “Tre anni fa molti lavoratori erano ancora in cassa integrazione e le ore di cig riducono le buste paga, cosicché il superamento di quella situazione difficile gonfia l’aumento retributivo di un 5-6 per cento.
In sostanza, il potere d’acquisto si è ridotto e di parecchio: “In termini reali la busta paga del singolo lavoratore resta di sei punti inferiore a quello che era prima dell’impennata inflazionistica”.
Nel prossimo futuro, inoltre, dopo le ondate di dimissioni volontarie (auto-licenziamenti) alimentata dalle molte opportunità offerte dal mercato del lavoro tra il 2020 ed il 2021, sarà più difficile trovare o cambiare occupazione” – considera Paolazzi – perché “la recessione in corso si accentuerà e questa ridurrà le possibilità di impiego. Molti, dunque, potrebbero perdere il lavoro”. Oltre ai dati medi, inoltre, invita a “considerare la varianza che, in questo caso, è molto grande perché l’inflazione è trainata dai costi per l’energia e gli alimenti, voci che hanno un peso elevato sulla borsa della spesa delle famiglie più povere”.
Insomma, “C’è molto da fare per chi ha a cuore l’armonia della società e pone il benessere delle persone al centro, come fonte di democrazia e di progresso economico”.
Paolazzi conclude con un avvertimento: “L’economia sta cambiando molto rapidamente, nel segno della transizione verde e digitale. Rischiamo che molti restino indietro e questo non possiamo permettercelo”.
In sintonia con l’economista, Fabio Storchi si dice convinto che “l’effetto destabilizzante della globalizzazione e delle tecnologie digitali abbia messo in crisi sia le politiche, sia le categorie concettuali elaborate nei decenni passati. Su queste trasformazioni si stanno interrogando le autorità di tutti i paesi più avanzati con risultati ancora incerti.”
Tuttavia, quello che emerge con evidenza – secondo Storchi – è “la necessità, non più rinviabile, di costruire un nuovo modello di sviluppo economico che elimini le sperequazioni, l’eccessiva divaricazione retributiva che caratterizza l’attuale fase e contrasti la formazione di monopoli concentrati in poche mani.”
Secondo l’imprenditore reggiano: “L’etica deve guidare l’attività delle imprese, per le significative responsabilità che esse ricoprono nella società. Credo che il pensiero economico ispirato dall’Umanesimo civile – concetto elaborato nella seconda metà del ‘700 dall’italiano Antonio Genovesi e oggi ripreso da studiosi come Stefano Zamagni, Luigino Bruni e Leonardo Becchetti – vada approfondito e sperimentato nelle nostre imprese a partire dai suoi principi fondamentali quali la centralità della persona e la cura del suo benessere. Tutto questo facendo leva su valori come reciprocità, fraternità e sviluppo sostenibile. Mi riferisco a un pensiero economico fondato sull’idea di “Fare Insieme” per concorrere allo sviluppo integrale della persona e perseguire il bene comune”, conclude Storchi.
Affermazioni che richiamano le parole che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato nel suo discorso svolto durante l’Assemblea di Confindustria a Roma. In quella occasione il presidente ha sostenuto, tra le altre cose, che “le imprese sono veicoli di crescita, di innovazione, di formazione, di cultura, di integrazione, di moltiplicazione di influenza, fattore di soft-power.”
Indicazioni che confermano, una volta di più, che nella grande trasformazione in corso il ruolo delle imprese assume un rilievo ancora maggiore. Ci troviamo di fronte, infatti, a un contesto politico, economico, sociale e culturale, caratterizzato da grande incertezza, da paura del futuro e da gravi difficoltà economiche. In una prospettiva come questa gli imprenditori devono promuovere il coinvolgimento e la partecipazione dei propri collaboratori. È questa la via per far si che le aziende possano affrontare la congiuntura economica negativa e le grandi trasformazioni strutturali continuando a investire nel loro business e a praticare il miglioramento e l’innovazione continui.
Una visione efficacemente sintetizzata da Mattarella quando ha ricordato agli industriali italiani che: “non è il capitalismo di rapina quello a cui guarda la Costituzione nel momento in cui definisce le regole del gioco. Il principio non è quello della concentrazione delle ricchezze ma della loro diffusione. Il modello lo conosciamo: è quello che ha fatto crescere l’Italia e l’Europa. Il bilancio che ne va tratto non interpella i singoli stakeholder aziendali ma si rapporta all’intero sistema economico e sociale. È quel concetto ampio di “economia civile” che trova nella lezione dell’Illuminismo settecentesco napoletano e in Antonio Genovesi un solido riferimento”.
Angelica Ferri Personali, modenese, esperta di finanza, fa una riflessione in chiave di sostenibilità. Il legame tra finanza e sostenibilità è sempre più stretto, e a contare oggi è la volontà delle aziende di dare un’impronta umana e green al proprio lavoro. Crescono anche in Italia le realtà imprenditoriali, anche piccole e medie, che hanno compreso l’importanza di stilare e seguire un bilancio ESG, l’impegno cioè ad azioni orientate al rispetto dell’ambiente (Environmental), all’impatto sulla società (Social) e alla gestione etica dell’azienda (Governance). “I mercati premieranno sempre di più le aziende virtuose in tal senso – afferma Angelica Ferri Personali, commercialista e anima di Villa La Personala. – “Sostenibilità e finanza sono ormai due concetti indissolubili, sia per la qualità dell’azienda sia per ciò che viene restituito al cliente e al territorio”. Pur lavorando e vivendo in una dimora di origine antichissima, che risale al 1100, oggi si propone nel settore hospitality ed eventi con requisiti etici per l’ambiente e per le persone. “Siamo diventati società benefit e, come tali, puntiamo a un impatto positivo dei nostri progetti. Il bilancio ESG, che si deve tradurre in azioni sulla società e sull’ambiente, deve diventare parte della cultura aziendale delle Pmi, un’ideale da perseguire insieme”. Fare rete, soprattutto all’insegna della sostenibilità, è all’ordine del giorno alla Personala, che fa ricorso a aziende del territorio per ogni collaborazione. Nel modenese le occasioni di scoperta di nuove realtà virtuose non mancano: Pmi e aziende familiari impegnate nel food, nell’enologia, la tradizione dell’aceto balsamico e, naturalmente, la meccanica e il design della Motor Valley. “Sono convinta – continua Ferri Personali – che si possa essere più competitivi e accattivanti seguendo l’etica sostenibile. È l’unico modo per attirare anche competenze innovative, perché le nuove generazioni mettono l’ambiente e il benessere personale e sociale ai primi post della scala valoriale. Loro, i più giovani, hanno compreso che il futuro passa da lì. Le aziende non possono sottovalutarlo”.
Ufficio Stampa
Francesca Schenetti, giornalista professionista, Ti Lancio – Froogs Srl