(Adnkronos) –
Il titolare dell’organismo di mediazione con sede a Roma, ci parla di questo strumento giuridico così prezioso per risolvere liti e diatribe senza ricorrere al tribunale.
Roma, 8/06/2023 – Dispute, controversie, liti: gli italiani si rivolgono sempre più frequentemente agli avvocati, e ai tribunali, per ottenere assistenza nella risoluzione delle controversie.
«Affidarsi al sistema giudiziario per tutelare i propri diritti rappresenta la prassi nella vita quotidiana dei cittadini. Tuttavia, molte persone non sono pienamente consapevoli dell’esistenza della mediazione civile quale strumento prezioso per la risoluzione bonaria delle controversie. Questa modalità, sottovalutata o addirittura trascurata, in realtà offre un’opportunità significativa per trovare un punto d’incontro tra le parti, evitando così il ricorso al tribunale», esordisce Salvatore Zambrino, titolare di A.D.R. Intesa, organismo di mediazione che da oltre un decennio si dedica alla risoluzione alternativa delle controversie in ambito civile e commerciale, nonché allo studio e alla promozione dei metodi di mediazione e arbitrato.
«L’istituto di mediazione civile introdotto nel 2010 consente alle parti in lite di rivolgersi ad un Organismo specializzato con l’obiettivo di evitare un giudizio in tribunale raggiugendo un accordo conciliativo – illustra Zambrino -. Per un’ampia tipologia di casi la mediazione è persino obbligatoria, come per le questioni riguardanti le successioni ereditarie, i patti di famiglia, i contrasti legati a locazioni, i comodati, gli affitti di aziende, oppure per le liti condominiali e persino per le richieste di risarcimento danni derivanti da responsabilità medica e sanitaria, nonché per le controversie relative a contratti assicurativi, bancari e finanziari».
Rivolgersi a un mediatore può quindi essere estremamente vantaggioso e la chiave di volta per giungere a una risoluzione pacifica.
«Optare per la via della conciliazione rappresenta una scelta che, secondo la mia esperienza, conferisce valore alle persone coinvolte e alle parti in causa. Infatti, la decisione finale è presa direttamente da loro ed è condivisa, evitando di affidarla a un giudice che a volte non soddisfa i veri interessi delle parti coinvolte basando il proprio verdetto esclusivamente sull’applicazione delle norme – spiega Zambrino -. Nel contesto della mediazione, al contrario, pur essendo le parti assistite da un avvocato per garantire la tutela dei propri interessi, sono le stesse parti a prendere la decisione finale e quindi, eventualmente, ad accettare compromessi riguardo alle proprie pretese. Un ulteriore vantaggio offerto dalla mediazione, sancito dalla normativa che la regola, è rappresentato dal vincolo di segretezza che copre l’intero processo conciliativo. Ciò implica che tutto ciò che si verifica durante la mediazione non può essere utilizzato come prova in eventuali futuri procedimenti o divulgato al di fuori dell’ambito delle stanze della mediazione».
Infine, la mediazione rappresenta un’importante opportunità sia in termini di tempistiche che di costi: «Affrontare una controversia legale può comportare ingenti spese, come gli onorari degli avvocati e le spese processuali, oltre a richiedere tempi lunghissimi. Al contrario, scegliere la mediazione consente di ridurre significativamente i tempi rispetto a un procedimento giudiziario tradizionale. Nelle questioni di natura semplice, ad esempio, spesso è sufficiente svolgere da 2 a 3 incontri per esaminare i punti rilevanti e raggiungere un accordo. Inoltre, i costi associati alla mediazione sono generalmente inferiori, rendendo questa soluzione vantaggiosa nella maggior parte dei casi».
Dopo aver raggiunto un accordo, le parti procedono alla sottoscrizione del documento che, se è firmato anche dagli avvocati, assume il valore di titolo esecutivo. Ciò implica che l’accordo obbliga le parti in modo significativo e, nel caso in cui una di esse non adempia a quanto concordato, l’altra possa richiedere l’esecuzione immediata del provvedimento al giudice o all’autorità giudiziaria competente.
Ultima notazione, la Riforma Cartabia ha notevolmente incentivato il ricorso alla mediazione civile, favorendo la scelta partecipata delle parti per la risoluzione delle controversie e limitando il ricorso al Tribunale ai soli casi difficilmente conciliabili.
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