(Adnkronos) – Oggi IO, l’app dei servizi pubblici, è pronta per entrare in una ‘fase due’, che la porterà ad evolversi dopo aver raggiunto quasi 33 milioni di download, oltre 178 mila servizi a bordo e 6 milioni di cittadini che ogni mese compiono operazioni attraverso l’app. PagoPa, la società pubblica che ha sviluppato e gestisce l’app, sta lavorando per offrire nuovi servizi a valore aggiunto, che consentano ai cittadini di completare l’interazione con un ente, sempre rimanendo all’interno della stessa app. La chiave per dare vita a questa nuova generazione di servizi pubblici sta nella co-progettazione, ovvero nell’immaginare insieme alle amministrazioni funzionalità che massimizzino i benefici per gli utenti. Ne è stato un esempio il tavolo di ‘Design thinking’ organizzato da PagoPa insieme alla Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane.
“All’inizio abbiamo lavorato sull’App IO affinché i cittadini la conoscessero e la adottassero grazie a servizi attrattivi e al paradigma innovativo per cui sono le Pa che contattano direttamente il cittadino, e non viceversa”, ha spiegato Laura Bordin, head of design in PagoPa. “Adesso il nostro focus – ha proseguito Bordin – si è spostato sul migliorare la qualità dei servizi offerti, collaborando con gli enti per capire insieme quali funzionalità aggiuntive portare a bordo al fine di incontrare i bisogni reali dei cittadini, integrandosi anche con quello che oggi è offerto su diversi canali”. Tutto questo con le università italiane è già una realtà.
Uno dei primi atenei ad integrare servizi su IO è stato quello di Pisa, che ha realizzato per l’app la versione digitale del libretto universitario. “In questi giorni di esami stiamo mandando circa 1,5 messaggi al secondo a docenti e studenti tramite l’App IO”, ha raccontato durante il tavolo di Design thinking Antonio Cisternino, presidente del sistema informatico dell’Università di Pisa.
Giovanni Barone, direttore divisione sistemi Csi dell’Università Federico II di Napoli, ha fatto, invece, notare i vantaggi dell’App IO, uguale per tutti, rispetto “alla proliferazione di app, ognuna con una propria vita ed esperienza in ogni ateneo, che finiva per disorientare lo studente”.
L’iniziativa è stata anche l’occasione per condividere tra i diversi atenei le esperienze positive sperimentate attraverso l’App IO – non solo il libretto digitale ma anche comunicazioni per studenti, dipendenti e docenti. Francesco Cupertino, rettore del Politecnico di Bari e delegato Crui per i rapporti con l’industria, ha sottolineato come il tavolo organizzato insieme a PagoPa, coinvolgendo oltre 25 atenei italiani, sia stato “un esercizio per immaginare quali servizi l’App IO potrà offrire alle università nei prossimi anni. Una giornata preziosa che si inserisce in un processo di digitalizzazione del mondo accademico. Gli studenti di oggi saranno i cittadini di domani, ci auguriamo quindi che il percorso che la CRUI sta avviando contribuisca nel prossimo futuro a migliorare la qualità della vita delle persone”.
“Spero che per la comunità universitaria questo incontro – ha concluso il Rettore Cupertino – possa essere un ulteriore stimolo ad un maggiore utilizzo degli strumenti già disponibili nell’App IO e all’inizio di nuove sperimentazioni di servizi innovativi”.