(Adnkronos) – Ieri, presso la sala capitolare del chiostro del convento di Santa Maria sopra Minerva, è andato in scena il primo convegno di astro4her: ‘Donne e futuro: parità di genere per aziende eque e sostenibili’. L’evento, strutturato in due momenti di confronto – il primo a connotazione sociologica, il secondo più tecnico – e moderato dal giornalista Stefano Zurlo, ha come obiettivo quello di dare impulso a un dibattito incentrato sul tema del gender gap, in un futuro che vede le donne sempre più protagoniste a tutti i livelli, dalle realtà aziendali a quelle istituzionali. Tale scenario impone un impegno concreto nel processo culturale di rinnovamento di certe realtà ancora agganciate a schemi desueti, per un futuro più equo e sostenibile anche nel mondo del lavoro, dove le donne possano trovare spazi di realizzazione ed inclusione effettivamente garantiti.
Dopo i saluti istituzionali e l’apertura lavori da parte del senatore Alberto Balboni e dell’onorevole Andrea De Bertoldi si è partiti con l’intervento della senatrice Giusy Versace, che ha dichiarato: “La parità di genere è spesso data per scontata e di certo le quote rosa seppur hanno tracciato una strada non rappresentano la soluzione. Ancora oggi troppe donne sono tagliate fuori da diversi ambiti aziendali ma non meno in politica e nello sport. In molti settori a parità di ruolo le donne hanno ancora stipendi più bassi. Lavorare per colmare questo gap è certamente dovere della politica ma anche lavorare per tenere accesi i riflettori su tematiche spesso non ritenute prioritarie, è dovere di tutti”.
La parola ai tanti rappresentanti del mondo della cultura, del lavoro, dell’informazione, delle istituzioni, nonché tecnici ed esperti sul tema della parità di genere, che hanno raccolto la sfida e partecipato a un confronto costruttivo, che ha portato alla luce quanto cruciale sia, in questo momento storico, una rivoluzione che coinvolga tutti gli aspetti della nostra modernità, incluso l’universo delle aziende, la cui sostenibilità sul lungo periodo dipenderà sempre più dal rispetto di criteri quali l’inclusione e la parità salariale.
“In trent’anni di battaglie ci sono cose su cui siamo andate innegabilmente avanti ed altre su cui siamo ancora insopportabilmente fermi”, ha spiegato Luisa Rizzitelli, giornalista ed esperta di comunicazione. “Ciò che ancora ci vede troppo lenti sono tutte quelle azioni che dovrebbero portarci all’annullamento del divario esistente. Lavorare sulle politiche, sulle azioni quotidiane, sull’abbattimento concreto di stereotipi e pregiudizi utili solo a proteggere privilegi. Dobbiamo pretendere nuove logiche e un nuovo paradigma di relazioni di potere”, ha continuato.
L’attivazione di percorsi virtuosi, quindi, che mirino a un cambiamento strutturale di certe dinamiche ormai obsolete, con il supporto di enti in grado di attuare la necessaria rivoluzione culturale all’interno delle aziende, e di certificarla. È la testimonianza portata da Enrico Gambardella, founder Winning Women Institute: “Siamo orgogliosi di aiutare le aziende al raggiungimento della Certificazione delle Pari Opportunità secondo le P.d.R. 125/2022. È un momento storico e di cambio culturale che le aziende devono far proprio per migliorare ed aumentare la diversità al proprio interno, senza dimenticare i benefici, economici e fiscali, che oggi esistono per chi si certifica”, ha detto.
“La certificazione di genere, oltre a garantire vantaggi reputazionali e strategici, rappresenta anche un’occasione per avere punteggio e premialità nelle richieste di cofinanziamento statale e nei bandi di gara pubblici. Inoltre la UNI PdR 125:2022 garantisce anche una serie di benefici fiscali, quali l’esonero contributivo per le aziende virtuose, fino a 50 mila euro all’anno sui contributi Inps a carico dei datori di lavoro, nonché la possibilità di accedere a bandi regionali per il finanziamento della certificazione stessa”, ha commentato Corrado Volpe, di Gcerti Italy.
Tra gli spunti emersi durante il dibattito, la riflessione sugli scenari futuri post pandemici e i possibili nuovi benefit nel mercato del lavoro, “primo fra tutti quello della flexstability. Un nuovo modello da incentivare anche per garantire il coinvolgimento delle donne in tutti i processi manageriali o di leadership, capace di perseguire gli obiettivi di parità dell’Agenda 2030” ha dichiarato Simona Mulè, referente nazionale donne, movimento giovani Ucid-Unione cristiana imprenditori e dirigenti.
L’ultimo rapporto sul Gender policies in Italia dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) pubblicato a gennaio di quest’anno, ci restituisce la fotografia di un paese ancora molto indietro in tema di parità di genere nel mondo del lavoro. Le donne generalmente rivestono ruoli poco strategici e, a parità di ruolo, vengono pagate meno degli uomini. Il tasso di disoccupazione femminile è al 9,1 contro il 6,8 degli uomini, divario che aumenta ulteriormente nella fascia più giovane fra i 15 e i 24 anni. Nonostante la generale reticenza al cambiamento, però, il processo di rivoluzione culturale è ormai in atto, lo dimostrano le recenti novità in termini di normative contro il gender pay gap messe in atto dall’Unione Europea, sintomo che i tempi sono maturi perché anche in Italia si assista finalmente a un miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne anche in termini qualitativi, di remunerazione e di ruolo.
Spazio al secondo momento, dunque, con una disamina della legge 162/2021, con lo scopo di favorire la consapevolezza delle aziende presenti a sviluppare al loro interno politiche di genere. “Il legislatore dà impulso alla parità di genere, ma la sua piena realizzazione dipende anche dalla convergenza verso questo obiettivo dei poteri amministrativi e giudiziari e dei soggetti privati, ossia cittadini e imprese” ha spiegato Matilde Tariciotti, avvocato e partner fondatore dello Studio Gtea.
“Partecipare al primo convegno di Astro4Her, rappresentando io stessa un’azienda certificata, è stata un’importante occasione per condividere le best practice che permettono alle imprese di implementare strategie volte alla Gender Equality, come strumento di vantaggio competitivo”, ha raccontato Joelle Gallesi, managing director Hunters Group Srl.”Diverse ricerche di mercato hanno già dimostrato che le aziende che investono in politiche di inclusione hanno un incremento dei ricavi del 23% (Diversity Brand Index 2022). Ritengo quindi che, affinché il paradigma della Gender Equality entri nel Dna delle organizzazioni, si debba ripensare ad una gestione aziendale che valorizzi le competenze, strutturi reali piani di work-life balance e miri ad un empowerment della diversità”, ha spiegato.
“L’evento di oggi ‘Donne e futuro’ mi dà l’occasione per ribadire con forza quanto la parità di genere sia un motore di crescita straordinario per il nostro PIL e per quello mondiale, con un obiettivo di fino a 13 mila miliardi di PIL Mondiale al 2030. Investire su parità di genere e empowerment femminile è fondamentale inoltre per realizzare una piena democrazia nel nostro Paese”, ha commentato Valentina Picca Bianchi, presidente del Comitato Impresa Donna, istituito presso il ministero delle imprese e del made in Italy. “Darò il mio contributo affinché si possano superare gli ostacoli che ad oggi impediscono ancora la piena partecipazione delle donne alla vita economica e sociale del Paese”, ha spiegato.
#astro4her nasce per essere un luogo d’incontro, confronto e crescita in cui analizzare, comprendere e sviluppare temi vicini al mondo del lavoro e della crescita professionale delle donne. Affrontare il tema della parità di genere, della sua importanza e del suo concreto raggiungimento facendo tesoro dell’esperienza, della consapevolezza e delle risorse delle donne che, nel corso di questi anni, sono riuscite a conquistarsi ruoli di responsabilità e decisionali nei rispettivi contesti lavorativi. #astro4her è un laboratorio in cui si coniugano la politica di genere, l’incontro, le relazioni, la promozione dei diritti, la cultura, le politiche, i “saperi” e le esperienze prodotte dalle donne e per le donne.