(Adnkronos) – “La pandemia ha cambiato il mondo, anche quello del lavoro. Il 31 marzo è finito lo stato di emergenza e siamo entrati in una nuova fase, che ci ha imposto una riflessione sulla riorganizzazione dell’attività lavorativa in ottica davvero “smart””. Così Cristiana Caglio, Hr Country Lead Just Eat Italy, fotografa, con Adnkronos/Labitalia, la fine dello stato di emergenza sui luoghi di lavoro e la nuova fase post-covid. “Se è vero che lo smart working e il remote working hanno aperto nuove frontiere nelle modalità di lavorare di un’organizzazione -aggiunge- è altrettanto vero che la diminuzione delle presenze in ufficio sta modificando le relazioni interpersonali, riducendo a volte l’efficacia nella comunicazione e nella collaborazione”.
“E’ in quest’ottica che Just Eat Italy ha scelto di adottare le linee guida di Gruppo sull’Hybrid Working con un modello di lavoro ibrido che offre ai nostri dipendenti la possibilità di alternare giorni di lavoro da casa e dall’ufficio, in forma di smart-working, ma con due giorni in presenza uguali per tutti. A fine aprile 2022, abbiamo ultimato il trasferimento nella nuova sede (ndr in via De Castillia 23 a Milano) pensata per offrire spazi di lavoro contemporanei, mettendo a disposizione modalità di lavoro flessibili e garantendo allo stesso tempo un luogo di lavoro che favorisce la socialità e la collaborazione tra colleghi”, annuncia Caglio. L’azienda ha realizzato best practice per favorire il team building al momento del rientro in ufficio. “Abbiamo dato vita ad una serie di iniziative -spiega Caglio- con l’obiettivo di ristabilire e rafforzare la socialità fra le persone e far vivere gli spazi della nuova sede, che si prestano benissimo allo svolgimento di eventi di vario tipo. Ad esempio, con una cadenza regolare organizziamo aperitivi tematici anche con ospiti esterni, colazioni con proposte di diversi Paesi, tornei di calcetto, ping pong ma anche incontri legati al business, che consentono, oltre alla consueta attività di lavoro, di mettersi alla prova con attività di team building, design thinking. Si tratta di iniziative che possono stimolare i nostri dipendenti a condividere il proprio bagaglio personale e professionale, mettendolo a disposizione dei team con i quali interagiscono”.
Finisce l’emergenza Covid sui luoghi di lavoro, ma i lunghi lockdown e i periodi di isolamento hanno lasciato traccia nelle persone e nell’organizzazione aziendale. Tra gli strumenti che possono senz’altro aiutare un rientro sereno sul posto di lavoro ci sono le iniziative di welfare aziendale Caglio. “I nostri dipendenti apprezzano molto il birthday leave -spiega Caglio-cioè un giorno aggiuntivo di ferie per il proprio compleanno; il baby bonus, che consente ai nostri lavoratori di ricevere 1.000 euro alla nascita di ogni figlio; il long service, premialità consentita rispettivamente per il 5° e il 10° compleanno in azienda e che dà la possibilità al dipendente di scegliere tra 5/10 giorni di ferie aggiuntive oppure un importo economico. Infine, tra i più graditi, c’è il remote working, 10 giorni all’anno in cui si può lavorare a distanza dove si vuole”.
Just Eat Italy punta anche sulla parità di genere in azienda. “Siamo già a buon punto: abbiamo una rappresentanza femminile del 43% e stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo del 50%”, dice Caglio sottolineando anche che l’azienda non trascura il talento e le potenzialità dei dipendenti per mantenerli ingaggiati. “Come molte multinazionali ogni anno abbiamo un sistema di valutazione delle prestazioni che monitora anche il potenziale di ogni dipendente. L’azienda è dinamica e si aprono spesso nuove posizioni lavorative: invogliamo sempre i dipendenti a candidarsi per altri ruoli per incentivare crescite laterali o verticali”, commenta.
“In Just Eat lavoriamo molto sul clima aziendale, sulla stretta collaborazione tra responsabile e collaboratore, attraverso meeting settimanali di allineamento (circa 121 ore settimanali in tutto) e sull’aiuto reciproco tra dipartimenti e colleghi”. Così Cristiana Caglio, Hr Country Lead Just Eat Italy, spiega le iniziative messe in campo dall’azienda per far rimanere i talenti e combattere il fenomeno delle ‘grandi dimissioni’ che ha investito il mondo del lavoro dopo il covid. “Con l’hybrid working -aggiunge Caglio- le persone hanno un bilanciamento tra vita privata e lavorativa, con un conseguente miglioramento delle performance lavorative a fronte di una flessibilità maggiore”. Dopo lo stress psicologico della pandemia, anche supportare l’emotività dei dipendenti più sensibili è importante. “Siamo sempre in ascolto e pronti ad intervenire con azioni personalizzate in base all’esigenza del singolo. Inoltre, Just Eat offre anche la possibilità di parlare con esperti esterni all’azienda per fornire un supporto nei momenti di difficoltà”, spiega Caglio.
“In Just Eat diamo la possibilità a tutti di esprimersi e portare il proprio contributo all’innovazione, lavorando su progetti speciali. È un’azienda in cui tutte le persone interagiscono tra loro, arricchendosi con nuove idee e punti di vista.Ad esempio proprio lo scorso 26 luglio, abbiamo organizzato un evento dedicato ai temi dell’inclusione e della diversità, che sono centrali per il Gruppo Just Eat Takeaway.com. In questa occasione, abbiamo avuto la possibilità di mettere a confronto ospiti esterni e nostri dipendenti, che hanno raccontato storie differenti ma tutte di estremo valore umano”, racconta ancora Caglio.
Sostenibilità come attenzione massima all’ambiente, come solidarietà e come leva per attrarre nuovi talenti. E’ quanto pratica Just Eat Italy: “Da sempre -spiega Caglio- siamo promotori di iniziative e progetti che contribuiscono a generare maggior consapevolezza sull’impatto ambientale del settore in cui operiamo. Dal 2017 siamo attivi nella lotta contro lo spreco alimentare con il progetto Ristorante Solidale (attivo a Milano, Roma, Torino e Napoli): insieme a Caritas e ad alcuni ristoranti partner aiutiamo allo stesso tempo comunità e famiglie meno fortunate, mettendo in contatto chi prepara il cibo e chi ne ha bisogno. I nostri dipendenti hanno la possibilità di fare volontariato al Refettorio Ambrosiano di Milano e questa opportunità è stata sposata con molto entusiasmo. Speriamo di poterla estendere anche ad altre città”.
“Il nostro shop dedicato ai ristoranti partner -prosegue Caglio- è oggi completamente plastic free, offriamo loro solo pack 100% compostabili e biodegradabili per le consegne, contribuendo concretamente a ridurre l’uso della plastica e sensibilizzando i nostri partner. Promuoviamo anche la green mobility per i courier, abbiamo aperto il primo hub italiano a Roma a inizio marzo 2022, fornendo scooter elettrici ai nostri courier dipendenti. Ed è in questa direzione che, con l’implementazione del nuovo modello di lavoro subordinato, forniremo, nelle principali città, mezzi totalmente sostenibili per le consegne”.
In ottica di lifelong learning, Just Eat si occupa anche di mantenere aggiornate le competenze dei dipendenti nel corso della loro carriera. “A livello globale abbiamo un dipartimento di Learning Development, che si occupa di tutta la formazione dei dipendenti con tantissime iniziative: dal coaching, ai fondamenti di leadership, fino ai corsi specifici per dipartimenti. Tutti i dipendenti hanno inoltre accesso, gratuitamente, alla piattaforma Linkedin learning dove possono approfondire varie tematiche, legate alla loro area di competenza o anche a nuovi argomenti che possono ampliare le loro skills. Proponiamo anche corsi di inglese e, da poco, abbiamo anche inserito Bookbone, una nuova piattaforma dove è possibile consultare tantissimi libri”, conclude Caglio. (di Mariangela Pani).