(Adnkronos) – Da oggi al 29 settembre, Bologna torna a essere protagonista della scena internazionale con Cersaie, fiera di riferimento per il mondo della ceramica, giunta quest’anno alla sua quarantesima edizione. Un settore, quello della ceramica, che trova il suo cuore pulsante proprio in Emilia-Romagna, regione da sempre ai primi posti della produzione made in Italy per le sue eccellenze, siano esse gastronomiche, automobilistiche e, per l’appunto, ceramiche. Ma qual è lo scenario attuale per il comparto, tra sfide e incertezze geopolitiche? E quali le aspettative? A illustrarlo Rino Bedogni, Head of Marketing & Communication di Ceramiche Refin, azienda parte del Gruppo Concorde che fin dal 1962 si è affermata sul mercato internazionale per il suo approccio creativo, giusto equilibrio tra fra innovazione tecnologica e sperimentazione artigianale.
“Il mercato della ceramica è globale e altamente competitivo – afferma – ma quando si parla di valore i prodotti italiani sono un punto di riferimento. Il made in Italy è il punto di riferimento per stile e qualità. Basta vedere come, in tutto il mondo, i termini di riferimento del settore sono italiani, in tutte le lingue. Le aspettative per questo Cersaie sono altissime. Dopo un 2022 dove si è venduto tantissimo, anche e soprattutto delle collezioni storiche e iconiche, quest’anno servono novità di successo per stimolare efficacemente la domanda”.
Per Ceramiche Refin fondamentale è il legame con il territorio. “Il nostro territorio ha fatto da trampolino per il settore, lanciando il made in italy in tutto il mondo. La concentrazione di competenze, passione e investimenti di tutto l’indotto non ha eguali nel mondo ed è di certo il punto di forza di un’industria italiana che sotto tanti altri aspetti non sarebbe competitiva, si veda il costo dell’energia. In Refin, il legame tra tecnologia ed esperienza umana, quasi artigianale, è inscindibile. La gente che lavora da noi respira ceramica da quando era piccola e questo è un asset molto difficile da replicare”.
A livello internazionale, ribadisce, “il made in Italy è il riferimento, sul premium price è un requisito fondamentale”. “Difficilmente – ammette – il mercato accetta i prezzi che vengono riconosciuti ai nostri prodotti a concorrenti di altri paesi”. In Ceramiche Refin “gli investimenti sono molteplici e continui”, dice Bedogni e prosegue: “Ovvio che gli investimenti in tecnologia produttiva sono quelli più significati, come è ovvio che oggi sempre di più gli investimenti in tecnologie vanno di pari passo con quelli in sostenibilità. Anche in questo caso, il made in Italy è all’avanguardia, prevedendo degli standard molto più stringenti di quelli di altri paesi. Noi di Refin poi, nella maggior parte dei casi, siamo anche al di sopra di questi standard”.
Anche in questo settore, si sono fatti sentire rincari energetici e criticità geopolitiche. “Gli effetti sono tanti. Il primo è stato quello sui costi, ovviamente. Tuttavia, la difficoltà più grande è stata dettata dal cambiamento della provenienza delle materie prime, si pensi al caolino del Dombass, che ci hanno costretti a ristudiare e testare impasti che erano collaudati da anni. Per quasi tutto il catalogo”, avverte.
“Mantenere inalterate le caratteristiche dei prodotti è stata una sfida immane, che solo grazie alla competenza e all’esperienza delle nostre persone siamo riusciti a vincere”, conclude.