(Adnkronos) – “Siamo ormai di fronte a paradossi inaccettabili. I nostri dati descrivono una società in cui le retribuzioni non crescono e sempre meno lavoratori sostengono il peso crescente della pressione fiscale. Il fatto che i lavoratori con redditi superiori a 35 mila euro lordi siano appena il 13% apre a un’unica alternativa: o stiamo scivolando verso un impoverimento generale non adeguato a una potenza industriale oppure in questo Paese c’è un sommerso enorme. Di fatto, stiamo continuando a favorire gli evasori”. Così Stefano Cuzzilla, presidente Cida, ha commentato i dati dell’Osservatorio dedicato a entrate fiscali e finanziamento del sistema di protezione sociale, realizzato da Itinerari Previdenziali con il sostegno di Cida e presentato oggi nel corso di un convegno al Cnel a Roma promosso sempre in collaborazione con l’organizzazione dei manager.
“Il risultato -ha continuato Cuzzilla- è il danno per chi onestamente continua a contribuire al welfare e alla solidità dei conti pubblici e che, negli ultimi decenni, è stato costantemente penalizzato da blocchi della perequazione, rivalutazioni parziali e contributi di solidarietà, perdendo potere d’acquisto. E dopo il danno, c’è anche la beffa per chi, dalla manovra, vedrà tagliato in modo lineare l’adeguamento dell’assegno pensionistico e poi non potrà accedere, dato il tetto previsto, a quota 103 che è finanziata proprio da quei tagli”.
“Insomma, non solo chi dà di più continua a pagare per gli altri -ha concluso Cuzzilla- ma si continuano a proporre soluzioni ‘ponte’ che non risolvono le gravi contraddizioni del sistema del fisco”.