(Adnkronos) – “Rispettare il valore del lavoro, attraverso la valorizzazione del lavoro dei dipendenti pubblici e privati, è il dovere del Governo”. Ad affermarlo è il segretario generale della Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, nel corso della sua audizione nei giorni scorsi presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite congiuntamente per la discussione del Def. “La Confsal ha rimarcato una grave omissione del Documento di Economia e Finanza 2023: la mancata previsione di stanziamenti per il rinnovo dei contratti collettivi e dei provvedimenti negoziali, e dunque di risorse per l’adeguamento delle retribuzioni del Pubblico Impiego”, prosegue Margiotta.
“Le retribuzioni dei pubblici dipendenti non risultano al passo dell’inflazione – ha puntualizzato Margiotta – registrando una perdita del potere d’acquisto di oltre il 10%. Allo stesso modo, anche nel privato, i salari risultano bassi soprattutto nei settori economici più deboli. Sono queste le criticità su cui dovrebbe intervenire la programmazione: è necessario agire a favore dei settori deboli, concentrando selettivamente le risorse per lo sviluppo di quei settori in cui i salari sono sotto la soglia accettabile a garantire una minima dignità economica”.
“La direzione da seguire non può prescindere poi dalla necessità di ridurre il prelievo fiscale, con la defiscalizzazione dei salari poveri, onde evitare di legittimare una tassa sulla povertà” ha aggiunto segretario generale della Confsal che ha poi concluso: “il nostro sistema previdenziale ha una grande carenza, ha concluso Margiotta: la rivalutazione dei contributi dei lavoratori è legata alla variazione del pil ed invece dobbiamo assicurare che la rivalutazione dei contributi avvenga con lo stesso meccanismo con il quale si rivaluta il Tfr”.