(Adnkronos) – “La vera aspettativa è che il governo non si fermi qui. Il Paese è fermo da così tanto tempo che occorrerà subito ragionare su un decreto lavoro anche per partite Iva e autonomi. Sul decreto lavoro in approvazione, invece, il giudizio è positivo: giusto che ci siano causali più accessibili, perché questo consente di avere una maggiore elasticità all’interno della gestione dell’azienda. L’incentivo per le assunzioni degli under 30 era atteso e speriamo possa diventare strutturale, come Garanzia Giovani. La convinzione è che bisogna agire sul corpo dei lavoratori dipendenti per rendere le imprese più competitive”. Così, con Adnkronos/Labitalia, sul dl lavoro Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), alla vigilia del congresso dell’Unione in programma dal 27 al 28 aprile al Teatro Massimo di Palermo.
E per De Lise a cinquant’anni dalla grande riforma tributaria del 1973 per il fisco italiano “mi sembra evidente che si debba aprire una stagione di riforme strutturali, dopo troppi anni in cui la politica ha pensato soltanto a mettere le toppe”, spiega ancora.
E per De Lise la legge fiscale che si configura proprio come riforma strutturale potrà rimodernare il Paese “diventando uno strumento che sia più semplice e attrattivo per gli investimenti. Il progetto del governo ha una difficoltà: è fatto a saldo zero, con l’idea di recuperare le risorse in futuro con l’aumento del gettito. Ma aumentare il gettito non è così semplice”, sottolinea il numero uno dei giovani commercialisti.
A parere di De Lise “abbiamo troppe imposte che sono duplicate, serve una riduzione e razionalizzazione delle imposte, facendo in modo che le imprese riescano a sostenere il carico fiscale. Ok le rottamazioni, ma si pensi a sistema di riscossione sostenibile, permanente e giusto. Anche perché mi sembra che da parte dei cittadini ci sia sempre l’idea di aprire a soluzioni verso il fisco, come dimostra la proroga della rottamazione quater”, rimarca ancora.
Temi che saranno da domani al centro del congresso dell’Ungdcec. “Bel corso del 60° congresso nazionale dell’Unione, giovedì e venerdì al Teatro Massimo di Palermo, dimostreremo una volta di più come i commercialisti siano parte integrante del sistema economico italiano, interlocutori privilegiati tra Stato e contribuenti. L’Italia non può fare a meno della nostra intermediazione e per questo continueremo a fare proposte ed essere protagonisti anche all’esterno della categoria”, spiega De Lise.
E sulla legge sull’equo compenso conclude: “Il problema è che ci sono professioni senza esclusive, nelle quali i professionisti corrono il rischio di subire una concorrenza sul prezzo da parte di chi non è iscritto agli Ordini. Serve dunque un equo compenso sulle funzioni, così da essere tutti alla pari quando si va a discutere con il cliente. Bisognerà fare anche attenzione al Consiglio di disciplina rispetto alle sanzioni, perché si corre il rischio che diventi uno strumento politico”.