(Adnkronos) – L’Istituto nazionale tributaristi (Int), per mano del suo presidente Riccardo Alemanno coadiuvato dal vice presidente Giuseppe Zambon e dal consigliere aggiunto Salvatore Cuomo, ha inviato alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera dei Deputati, su richiesta dei presidenti Fabio Melilli e Luigi Marattin, una memoria sul decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, recante misure urgenti in materia di semplificazioni fiscali e di rilascio del nulla osta al lavoro, Tesoreria dello Stato e ulteriori disposizioni finanziarie e sociali (c.d. decreto semplificazioni).
Nell’analisi dei rappresentanti dei tributaristi Int, si evidenzia la necessità di interventi di semplificazione che però non devono essere parcellizzati, ma coordinati e strutturali: “la semplificazione è sempre accolta con favore, ma occorre un piano d’insieme strutturale e non interventi parcellizzati che, pur se apprezzabili, rischiano di creare confusione e conseguenti errori nell’adempiere ai propri obblighi tributari, passando quasi inosservati alla maggioranza dei contribuenti”.
E ancora: “Non smetteremo mai di evidenziare la necessità di utilizzare i tanti dati inviati in formato digitale all’ Amministrazione finanziaria da parte dei contribuenti e dei loro intermediari fiscali, per semplificare, ma ciò si attua con la cancellazione degli adempimenti non con la loro modifica. I milioni di dati contenuti dal sistema di interscambio Sdi dovrebbero essere utilizzati anche per evitare adempimenti riepilogativi, non direttamente produttivi di gettito, come la Lipe o il modello 770. Inoltre, se si vuole mettere al centro del sistema il contribuente, bisognerebbe semplificare le compensazioni dei crediti fiscali e contributivi, introducendo nuovi strumenti di tutela e di controllo, ma evitando costi aggiuntivi in capo al contribuente per poter compensare un proprio legittimo credito”.
Nel loro contributo Alemanno, Zambon e Cuomo, hanno analizzato gli articoli del decreto, soffermandosi su alcuni che contengono semplificazioni e, pur apprezzandone i contenuti, ne hanno evidenziato alcune criticità. Come nel caso dell’art. 9 relativo all’abrogazione della disciplina delle società in perdita sistematica e dell’addizionale Ires, sicuramente apprezzato, ma “anche con questa semplificazione, però, si poteva osare di più, considerato che, secondo la relazione illustrativa, la norma continuerà ad applicarsi ai soggetti che al 31 dicembre 2021 hanno maturato il quinquennio di perdite fiscali. Vista la totale abrogazione della norma a decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022, forse ci sarà da discutere nei prossimi anni sull’applicazione del favor rei” si legge nella memoria.
Inoltre l’analisi dell’art. 3 relativo a modifiche al calendario fiscale sul rinvio di alcuni dichiarativi, ha fornito l’occasione per ritornare sulla richiesta di proroga dei pagamenti degli importi da autotassazione: “Si coglie l’occasione per evidenziare un problema che ormai si pone ogni anno. Il termine per il pagamento da autotassazione da dichiarazione dei redditi, anche quest’anno si attende il Dpcm di proroga al 20 luglio che forse avrebbe dovuto essere già emanato, poiché non comporterebbe oneri per lo Stato ma sarebbe un segno di rispetto per i contribuenti. Detto ciò, si dovrebbe però ragionare, non solo di proroga, ma di spostamento strutturale al 20 luglio della scadenza per tutti i contribuenti obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi e contestualmente prevedere un rateizzazione, senza oneri aggiuntivi, sia per i saldi che per gli acconti da autotassazione. In un periodo di crisi, sarebbe un piccolo ma significativo aiuto per i contribuenti in difficoltà temporanea di liquidità”.
Alemanno, su questo punto dichiara: “Lo spostamento strutturale del termine dei pagamenti da dichiarazione dei redditi al 20 luglio rivestirebbe anche un carattere di equità oltre che di rispetto, visto il rinvio strutturale dei termini per la predisposizione della modulistica dichiarativa concesso con questo decreto all’amministrazione finanziaria (ndr art.11)”. Un decreto con cui il Governo poteva osare di più e che si auspica il Parlamento possa migliorare. Il contenuto integrale della memoria sarà pubblicato sul sito istituzionale dell’Int, dopo la sua pubblicazione nelle pagine web della Camera.