(Adnkronos) – Il dibattito sulla transizione energetica, in Italia e in Europa, denota troppo spesso scarsa consapevolezza, argomentazioni ideologiche e assenza di visione strategica. Il Paese ha bisogno di competenze e professionalità che siano in grado di guidare un processo di crescita sostenibile, in termini ambientali, economici e sociali. Se ne è parlato a Roma alla Luiss school of european political economy, alla presentazione del programma di Executive seminar ‘Energie in transizione per un mondo sostenibile’, organizzato da Confindustria Energia e da Federmanager, per promuovere una maggiore comprensione e consapevolezza sulle dimensioni della sostenibilità e sulle sue diverse opportunità per la società.
“Solo promuovendo – ha sottolineato il presidente di Confindustria Energia, Giuseppe Ricci – un percorso culturale di confronto e con uno sguardo olistico al mondo dell’energia, con la collaborazione di tutte le componenti e ponendo attenzione a tutti gli aspetti della transizione (ambientali, economici e sociali) si potrà realizzare una ‘just transition’. Ma per fare ciò è necessario che la società civile sia ben consapevole della fattibilità, dei costi e dei tempi di maturazione delle diverse soluzioni, della necessità di dotarsi di infrastrutture adeguate e di accettare la coesistenza di un mix di tecnologie senza preferenze ideologiche”.
“Purtroppo in questi ultimi anni – ha aggiunto Ricci – questi argomenti sono stati affrontati con eccessiva superficialità, sia in Europa che nel nostro Paese, sottovalutando la maturità delle tecnologie, i costi e l’impatto su intere filiere produttive, con l’illusione che la transizione sarebbe stata facile e indolore. Ancora oggi, con la crisi in corso, l’incremento esponenziale del costo dell’energia e con la paura di restare senza gas il prossimo inverno, non c’è piena consapevolezza in Europa, come hanno dimostrato le recenti decisioni in sede Ue che, in direzione opposta e fortemente divisive, hanno confermato che bisogna ragionare con lucidità di fronte a una sfida enorme soprattutto in questo periodo di transizione in cui energie tradizionali e energie rinnovabili e low carbon dovranno coesistere e supportarsi a vicenda cercando di massimizzare la sicurezza energetica e minimizzare il costo complessivo dell’energia, assicurando il mantenimento o meglio l’incremento dell’occupazione, prestando attenzione allo sviluppo di filiere nazionali e valorizzando i processi trasformativi e di economia circolare”.
“Il tema dell’energia – ha dichiarato il presidente di Federmanager e Cida, Stefano Cuzzilla – è più che mai al centro del dibattito pubblico e istituzionale, a causa della crisi energetica che, manifestatasi già lo scorso anno, è stata aggravata dal conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Oggi il nostro sistema produttivo è chiamato a coniugare le esigenze di continuità e produttività aziendale con gli obiettivi in termini di sostenibilità fissati sul piano nazionale e internazionale. È necessario quindi che l’attuale, delicata fase di transizione sia guidata da manager qualificati per indirizzare la crescita del Paese verso gli orizzonti di sostenibilità tracciati dal Pnrr”.
“Anche perché – ha proseguito ancora Cuzzilla – il mercato del lavoro è fortemente interessato a queste professionalità emergenti, come dimostrano alcuni dati significativi: nel giugno scorso su LinkedIn sono state rilevate più di 1.000 offerte di lavoro per sustainability manager e circa 600 per energy manager. Si assiste a una crescita annuale pari al 5% della domanda di competenze manageriali con specifiche green skill. E proprio nell’ambito del nostro impegno per la formazione di competenze manageriali d’eccellenza si inscrive il ciclo di executive seminar che promuoviamo con Confindustria Energia”.
Sei incontri, tra settembre e novembre 2022, per manager iscritti a Federmanager, in cui saranno trattati temi come la just transition per riflettere su opportunità e costi dei processi di decarbonizzazione. Ogni incontro si concluderà con un momento di condivisione, denominato ‘world cafè decarbonizzato’, per cogliere le opportunità che emergono da un confronto inclusivo delle diverse istanze di cui sono portatori gli esperti dell’energia e i manager provenienti da diversi settori. Il confronto con gli esperti, dal mondo produttivo a quello accademico, dalla ricerca e sviluppo all’associazionismo civile, consente di comprendere le pressioni antropiche sul pianeta e individuare le migliori traiettorie di cambiamento. Alla tavola rotonda hanno partecipato anche il direttore generale di Confindustria Energia, Domenico Noviello, il segretario generale del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Bianchi, la direttrice della Luiss school of european political economy, Valentina Meliciani, e il presidente del corso ‘Sociologia della sostenibilità e analisi dei processi globali’ dell’Università La Sapienza di Roma, Giulio Moini. I lavori sono stati chiusi dall’intervento del direttore generale di Federmanager, Mario Cardoni.