(Adnkronos) – “Il vecchio Parlamento non ha chiuso la delega fiscale, che potrebbe e dovrebbe essere ripresa: ci aspettiamo che venga fatto interpellando i dottori commercialisti. La partita oggi è soprattutto di carattere economico e il governo deve avere la lungimiranza di confrontarsi con chi ne capisce di economia”. Questo l’appello al nuovo Parlamento e al prossimo esecutivo che lancia, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), che da domani terrà a Roma il proprio convegno nazionale, presso l’Auditorium Parco della Musica.
Secondo De Lise con il confronto “l’obiettivo è triplice: migliorare la competitività delle aziende, recuperare la capacità di spesa delle famiglie e lavorare a fondo sulla riscossione, che in Italia fa acqua dappertutto”.
Per De Lise il ruolo dei commercialisti è centrale. “Ci troviamo dinanzi alla seconda riforma in pochi anni -spiega toccando uno dei temi che saranno al centro del convegno nazionale- del Codice della crisi d’impresa, che recepisce le indicazioni dell’Unione Europea nell’accentuare la necessità di avere contezza rispetto all’andamento economico dell’impresa. Con l’ultima riforma l’imprenditore viene, di fatto, obbligato ad avere una struttura dettagliata e funzionale alla sua attività; diventa così centrale il ruolo del dottore commercialista, unica figura in grado di leggere i ‘numeri’ dell’azienda e con competenze a 360 gradi per affrontare un eventuale momento di difficoltà”, aggiunge.
“Occorre ricordare che gran parte dei debiti delle imprese sono di natura fiscale. La mia convinzione è che, se la categoria saprà cogliere le opportunità della riforma, il ruolo del dottore commercialista potrà tornare centrale nello scenario economico italiano”, rimarca.
Aiutare le imprese, secondo De Lise, è fondamentale. “Le difficoltà delle pmi sono sicuramente aumentate, i costi fissi -continua- sono diventati molto più alti e allo stesso tempo si è persa capacità di vendita a causa dell’inflazione. Pandemia, guerra, infine inflazione sono aspetti drammatici per la vita di un’impresa, che forse chi non vive direttamente fatica a mettere a fuoco. E poi arriva il fisco, verso il quale le imprese hanno un debito irrecuperabile. Per questo chiediamo una riorganizzazione di tutte le imposte e un nuovo calendario fiscale”, aggiunge ancora.
E la riforma del fisco che ‘sognano’ i giovani commercialisti è “una riforma che tenga conto della necessità delle aggregazioni professionali, oggi non sono previsti regimi di vantaggio in questo ambito. Riteniamo che invece sia un punto cruciale, come abbiamo evidenziato più volte alle istituzioni. Per le imprese chiediamo lo smaltimento degli adempimenti degli invii, oggi troppo numerosi, e la riduzione del cuneo fiscale: con costi così alti sarà difficile rimettersi a regime. E sarebbe opportuno detassare i redditi degli Under 30”, conclude De Lise.