(Adnkronos) – Valorizzare i prodotti della terra, raccontando i territori del nostro Paese attraverso i piatti. E’ la ‘mission’ degli agrichef, una figura professionale in crescita e sempre più necessaria negli agriturismi italiani, come racconta ad Adnkronos/Labitalia Mario Grillo, presidente di Turismo Verde, l’associazione agrituristica promossa da Cia-Agricoltori italiani. Una professione, quella dell’agrichef, che si differenzia dallo chef tradizionale innanzitutto per lo speciale rapporto con la natura e i prodotti che quest’ultima fornisce, dalle erbe spontanee alle verdure passando per le carni, le uova e tutti gli altri prodotti a km 0 realizzati nelle aziende agricole. “L’agrichef -spiega Grillo- è una figura fondamentale all’interno della nostra organizzazione, perchè mentre uno chef è una persona che ha studiato per cucinare l’agrichef è invece una persona che ha la testa ‘immersa’ nell’ambiente agreste, quindi nell’agricoltura. E sa che deve cucinare con i prodotti del territorio, rispettare necessariamente le stagioni. Quindi una persona con una cultura più aderente a quella agricola”, ribadisce Grillo.
Da Nord a Sud del Paese le strutture agrituristiche sono sempre più graditi agli italiani e non solo, vista crescente quota di turisti stranieri. E per i titolari delle strutture è sempre più necessario trovare personale qualificato. A partire dagli agrichef. “Agriturismo -spiega Grillo- significa prima di tutto avere un’azienda agricola. Quindi azienda agricola con cucina. Per noi quindi specializzare sempre più agrichef è necessario. serve una figura professionale specializzata”, spiega Grillo. No all’improvvisazione quindi. “Oggi la qualifica di agrichef -spiega Grillo- è un po’ inflazionata. Non basta lavorare in un agriturismo per essere agrichef ma bisogna fare un percorso. Oggi sono pochissimi -sottolinea il presidente di Turismo Verde- i veri agrichef perchè bisogna essere conoscitori delle terra, e non ci si improvvisa su questo. Chiaro è che se un contadino ha imparato a cucinare ed è a un livello ottimale per essere chiamato chef, automaticamente è un agrichef. Ma se invece si parte da zero bisogna studiare, non c’è verso”. Barra dritta verso la formazione. “I corsi di formazione sono fondamentali, e noi al riguardo chiediamo alle regioni italiane di attivare la figura professionale dell’agrichef. Formazione che può passare anche dagli Its per fare uno studio più approfondito, più specifico nel settore. La figura dell’agrichef secondo noi si ‘sposa’ bene all’interno di queste nuove forme di istruzione superiore”, spiega ancora Grillo.
E quella dell’agrichef può rappresentare una grande opportunità per tanti giovani, specie nelle aree rurali e interne, di avere un reddito che permetta loro di restare sul territorio. “Per i giovani essere agrichef -spiega Grillo- è un valore aggiunto perchè si entra in sintonia con la terra. L’agrichef è quella persona che sa anticipare i tempi perchè conosce i tempi della terra, della natura e quindi usa la sua cucina per valorizzare ciò che la natura e l’agricoltura ti danno in quel momento. Se l’agrichef comunica con la parte agricola si crea quella sinergia che è la soluzione a tante difficoltà che si trovano nel gestire un agriturismo. Perchè bisogna avere fantasia e lì lo chef, che è la parte creativa dell’agriturismo, si incontra con le materia prime che sono disponibili in quel momento”, conclude Grillo.