(Adnkronos) – “In questo 2023 celebriamo il nostro 80° anno di vita e, da sempre, ci occupiamo della tutela degli infortunati sul lavoro, di coloro che contraggono una malattia professionale, delle vedove e degli orfani dei caduti sul lavoro, puntando al miglioramento della loro presa in carico, sia affinché possano avere tutto il necessario supporto dall’Inail per il pieno recupero fisico sia affinché possa essere favorito un loro valido reinserimento lavorativo e sociale. Ma tutto questo, quando anche venisse assolto nel migliore dei modi, non basterebbe perché manca un aspetto, che non viene affatto considerato dal Testo unico Infortuni del 1965 (che prevede tutte le prestazioni riconosciute dall’Istituto Assicuratore), ed è appunto l’assistenza psicologica”. A dirlo oggi il presidente nazionale Anmil (Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), Zoello Forni, che insieme alla fondazione Sosteniamoli subito e il Cnop (Consiglio nazionale ordine psicologi) presenta al Senato del protocollo d’intesa per l’accesso agevolato al sostegno psicologico per chi abbia subito tragici eventi sul lavoro e per sensibilizzare le istituzioni sul tema.
“Grazie alla Fondazione Sosteniamoli Subito – che per volontà del nostro Consiglio nazionale è stata costituita nel 2005 – spiega – ci siamo dati l’obiettivo di creare un punto di riferimento immediato e concreto per infortunati e superstiti, per dare una risposta tempestiva a specifiche situazioni di difficoltà che, spesso, si generano dopo un evento traumatico legato al lavoro”.
“I numeri riguardanti gli infortuni si riferiscono, purtroppo, a migliaia di persone che si aggiungono di anno in anno: un quadro drammatico come confermano i dati Inail pubblicati mensilmente dall’Istituto, secondo i quali, nei primi undici mesi del 2022, le denunce di infortunio sul lavoro sono ulteriormente aumentate di quasi il 30% rispetto allo stesso periodo del 2021. Oltre mille sono stati, invece, gli incidenti con esito mortale, sottolineando che sono escluse le denunce di malattie professionali che vengono riconosciute con difficoltà. Tutti questi lavoratori e le loro famiglie si ritrovano a vivere eventi profondamente traumatici che ne sconvolgono le vite, eventi che hanno risvolti psicologici spesso devastanti, seppur poco considerati. Per darvi un’idea – afferma – non posso non dirvi che conosco personalmente questo tema essendomi ritrovato, a soli 13 anni, senza una gamba per un incidente in una vetreria, poiché a quei tempi non esistevano i centri estivi e tanti ragazzi come me venivano mandati ad imparare un mestiere durante l’estate. Dunque, almeno in parte, potete immaginare come ho affrontato questa menomazione e come l’ha affrontata la mia famiglia”.
“Come Anmil, da sempre abbiamo voluto dedicare grande attenzione al supporto psicologico delle vittime, nella convinzione che un valido sostegno in tal senso sia fondamentale al pari delle cure sul piano fisico. Per questo, con grande entusiasmo, abbiamo accolto la disponibilità del presidente del Cnop, David Lazzari, ad aiutare l’intera categoria, di cui oltre 250.000 sono iscritti alla nostra Associazione, sebbene dovremmo parlare di numeri che comprendono anche le loro famiglie. Dobbiamo certamente riconoscere – sottolinea – che la sottoscrizione di questo protocollo d’intesa è frutto dell’impegno della nostra Fondazione che si è fortemente adoperata, raccogliendo le numerose istanze che quotidianamente riceviamo presso le nostre sedi, e del Cnop che ha ben compreso l’importanza di un supporto psicologico per coloro che vivono sulla propria pelle e nelle proprie famiglie una malattia professionale o la perdita di un congiunto a causa del lavoro”.
“Per andare avanti – suggerisce – all’indomani delle tragedie infortunistiche, è indispensabile elaborare quanto è accaduto, come pure affrontare le difficoltà legate ad una disabilità acquisita, sia sul piano relazionale che su quello lavorativo. Il recupero psicologico è cruciale per dare alla persona migliori opportunità di reinserimento nella vita sociale e lavorativa. Per questo l’Anmil negli anni ha promosso numerose iniziative sul tema, sia a livello nazionale che territoriale, cominciando oltre 25 anni fa con un servizio di assistenza psicologica attraverso un numero verde dedicato cui rispondevano degli psicoterapeuti che abbiamo portato avanti per oltre dieci anni”.
“A fronte di una insufficiente risposta a questi bisogni – continua – siamo arrivati a raccogliere 50.000 firme, presentate al Parlamento nel 2016, per una proposta di legge di iniziativa popolare, volta a migliorare una normativa obsoleta, che non teneva conto neppure di questo aspetto importantissimo per riprendere in mano la propria vita, quale un sostegno psicologico. Ma poi è caduto il Governo ed abbiamo ricominciato tutto da capo”. “Lo scorso anno – ricorda Forni – l’Inail da noi fortemente sollecitata a trovare una soluzione, ha inserito l’assistenza psicologica nel Nuovo regolamento protesico, entrato in vigore a gennaio 2022, mentre noi da diversi mesi ci stavamo relazionando con il Cnop per mettere a punto il protocollo presentato oggi, firmato lo scorso 31 maggio, e al quale abbiamo dato sostanza con la raccolta di richieste e bisogni”.
“In attesa dunque – spiega – che siano definite tutte le procedure dell’Istituto, ancora una volta sentiamo il dovere morale di fare la nostra parte e metterci in gioco per offrire soluzioni concrete grazie ai professionisti del Cnop”. “Desidero quindi ringraziare – aggiunge il presidente dell’Anmil – il presidente Lazzari per la sensibilità e disponibilità ad essere parte attiva di un progetto ambizioso, che siamo certi riuscirà a dare un aiuto vero e tangibile a tante persone in difficoltà, ma anche alla nostra Fondazione che ha saputo proseguire in un’opera meritoria con determinazione e che porterà avanti facendo da tramite con il Cnop per le richieste di supporto. Siamo certi che questo nuovo governo saprà essere artefice di un cambiamento epocale nell’ambito della tutela delle vittime del lavoro, dimostrando sin dal suo insediamento una profonda sensibilità verso l’importanza della prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali”.
“Aver subito un infortunio rende le vittime più vulnerabili a livello psicologico ed aumenta il rischio di sviluppare una sintomatologia clinicamente rilevante che avrà un riflesso individuale, familiare e sul sistema sociale”. A dirlo oggi il presidente del Cnop (Consiglio nazionale ordine psicologi) David Lazzari. “E’ motivo di grande orgoglio e soddisfazione per il Cnop – afferma – aver stipulato questo accordo di collaborazione con Anmil. Si tratta infatti di dare seguito a quella che è un’evidenza: il supporto psicologico è necessario per affrontare le conseguenze degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali che generano invalidità o lasciano familiari superstiti. Si tratta infatti di un fenomeno di grande rilevanza sociale, ma soprattutto di un dramma profondo per le vittime e per le loro famiglie che vengono travolte da eventi che troppo spesso devono fronteggiare in solitudine”. “Non si tratta quindi solamente – avverte – di dare una risposta dal grande valore morale all’esigenza di chi sta soffrendo, le evidenze scientifiche e i dati di letteratura ci confermano, infatti, l’importanza di attività di supporto psicologico. Gli effetti positivi si riconoscono sia nel potenziare sensibilmente l’efficacia degli interventi di cura e riabilitazione ed è altresì vitale per sostenere i famigliari di colore che sono deceduti”.
“Per questo – spiega – il progetto di Anmil e della Fondazione Anmil ‘Una rete per noi – Progetto per un servizio di supporto psicologico a costi sostenibili (sociali) dedicato ai familiari di persone decedute per cause lavorative’ rappresenta un’opportunità di sostegno a chi si trova in una condizione di grande dolore e difficoltà, ma anche di promozione e di ammodernamento del sistema, inserendosi nella più generale prospettiva di tutela che riconosce il diritto alla salute mentale a fianco di una rinnovata consapevolezza sul ruolo strategico della psicologia”. “Anmil e la Fondazione Anmil – ribadisce il presidente Lazzari – sono i partner ideali: da sempre al fianco di chi soffre le conseguenze di un evento infortunistico e delle loro famiglie. La comunità degli psicologi è oggi con loro, insieme per rispondere ad una importante richiesta che viene dal basso, quella che si configura come un’emergenza pubblica che riguarda centinaia di migliaia di persone”.
“Ci auguriamo – auspica – che la nostra collaborazione con Anmil sia un ponte che anticipa quella che vorremmo diventi al più presto una risposta pubblica, erogata dagli enti deputati, non solo a livello assicurativo ma anche sanitario. La risposta pubblica rappresenterebbe, infatti, il bacino elettivo per farsi carico di una necessità così drammatica e vastamente condivisa”.
“Il protocollo con il Cnop ci permette di dare una nuova dimensione al nostro impegno nei confronti delle vittime e delle loro famiglie, cogliendo bisogni fino ad ora non considerati”. A dirlo oggi il presidente della Fondazione Anmil (Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) Sosteniamoli subito, Francesco Costantino.
“Conseguenze tipiche di questi eventi sul piano psicologico – ricorda – vanno dagli alti livelli di ansia, depressione, al senso di colpa per l’infortunio subito anche quando non si ha alcuna responsabilità, vergogna per la propria condizione di disabilità, senso di frustrazione nei confronti della famiglia, disturbi del sonno e altre manifestazioni del disturbo post-traumatico che peggiorano nel tempo”.
“Tali sintomatologie – sottolinea Costantino – spesso si associano alla difficoltà a ritornare nel posto di lavoro in cui è avvenuto l’incidente o di ricoprire le stesse mansioni, ostacolando il pieno rientro nella vita sociale e lavorativa ma anche alla difficoltà nel riconoscere il proprio ruolo all’interno della famiglia. Se il problema degli esiti psicologici di un infortunio sul lavoro è, di fatto, molto sottovalutato, ancor più lo sono i risvolti nei superstiti, con pesanti ripercussioni sulla vita quotidiana, per i figli che perdono un genitore ma ancor peggio quando sono i genitori a perdere un figlio che era andato ‘solo’ a lavorare”.