(Adnkronos) – Per frenare l’emergenza infortuni sul lavoro “serve una pluralità di fattori e una pluralità di interventi. Un primo elemento fondamentale è capire che bisogna dare attuazione a una cosa che è prevista dal 2008 ma che da allora non ha avuto attuazione: la qualificazione professionale delle aziende. E questo vuol dire che non si può pensare che ci si alzi la mattina e si vada alla camera di commercio e un determinato signore si improvvisi imprenditore”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Paolo Pennesi, direttore dell’Ispettorato nazionale del Lavoro (Inl), sull’emergenza infortuni sul lavoro.
“Questo è un tema che attendiamo dal 2008. Una specifica disciplina sulla qualificazione professionale delle aziende, e cioè vedere i requisiti tecnici, organizzativi, logistici, attrezzature e quant’altro di chi può fare l’imprenditore oggi in Italia non c’è. Vogliamo dirne una? Se io o lei andiamo alla Camera di commercio e diciamo che ci iscriviamo come impresa edile veniamo iscritti come tali. E sappiamo quanto un’impresa edile operi in un settore ad alto rischio dal punto di vista della sicurezza sul lavoro…”, aggiunge.
Per Pennesi, quindi, serve attuare la “qualificazione professionale delle imprese, con dei criteri che legittimino l’assunzione e la qualificazione delle imprese come tali e che devono essere vagliati prima dell’iscrizione alla Camera di commercio e di operare sul mercato”, spiega Pennesi.
Per il direttore dell’Inl oltre a dare attuazione alla qualificazione professionale delle aziende, per frenare l’emergenza infortuni “è centrale la formazione del personale a livello generale per tutte le imprese. Ma il problema è chi fa formazione. C’è troppa gente che si improvvisa formatore sulle sicurezza sul lavoro. Posso dare un dato: quando si è messo in piedi un sistema di monitoraggio al ministero del Lavoro per iscrivere le aziende abilitate a fornire servizi di formazione sulla sicurezza sul lavoro, sono pervenute oltre 150 domande. E alla fine quanti erano i soggetti realmente abilitati, con la professionalità adeguata per fare formazione? 14”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Paolo Pennesi, direttore dellì’Ispettorato nazionale del Lavoro (Inl), sull’emergenza infortuni sul lavoro.
“Dei restanti 150 -si chiede Pennesi- che fino ad adesso avevano operato che tipo di formazione possono aver dato se non hanno le caratteristiche, le competenze per farlo?. Quindi, per Pennesi, “la formazione deve essere fatta da chi è abilitato a farla e c’è troppo invece ‘mercato irregolare’ in questo settore”, sottolinea.
“Secondo elemento -continua- la formazione non deve essere generalista ma specifica e legata alla particolarità dei cicli produttivi delle singole imprese”, sottolinea. “E’ inutile fare la formazione generica in cui si mettono insieme 4 concetti fondamentali, non serve più di tanto, serve farla iper specialistica per il settore in cui operi, chimica, metalmeccanica, ecc. Formazione fatta in loco, conoscendo i processi produttivi, le criticità e la loro pericolosità. Se no si fa chiacchiera, non serve a niente. I lavoratori devono essere resi edotti dei rischi aziendali specifici”, spiega ancora.
E sulla tragedia sul lavoro a Casalbordino in provincia di Chieti nell’azienda Esplodenti Sabino in cui sono morti tre operai Pennesi sottolinea che “sono aziende sotto una sorveglianza particolare, diciamo così. Sono aziende ad alto rischio, e tra quelle che sono maggiormente monitorate. I nostri ispettori tecnici sono stati successivamente coinvolti ma non sono intervenuti per primi sulla scena. C’è una dinamica tutta da verificare, da accertare, non abbiamo grandi notizie ancora”.
“Queste due ultime tragedie, quella di Brandizzo e quella di ieri del deposito di polvere da sparo, riguardano delle realtà che sono iper attenzionate e anche con professionalità molto elevate perchè trattano attività molto delicate”, aggiunge ancora.
E sulle prossime attività dell’Ispettorato Pennesi sottolinea che “con queste 800 nuove assunzioni arriveremo a mille ispettori tecnici del lavoro, ad oggi infatti ne sono rimasti solo 200. Con 200 non si può fare tantissimo, ne arrivano altri 800, è una bella iniezione di risorse e speriamo che con mille ispettori tecnici molto di più potremo fare rispetto a quanto facciamo oggi. Oggi facciamo circa 25mila interventi in tutto, con mille ispettori potremo fare molto di più”, aggiunge ancora.
“Il corso inizia il 18 settembre, stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli. Si compone di una parte addestrativa in aula della durata di 6 settimane, poi avremo dei focus specialistici su alcune lavorazioni delicate e poi inizierà l’affiancamento presso i nostri uffici. Gli ispettori cominceranno a essere operativi più o meno dal gennaio 2024”, conclude.