(Adnkronos) – “I rischi esistono come esistono per ogni tecnologia. Di certo l’IA è una tra le tecnologie più potenti e la più impattante degli ultimi vent’anni e lo sono anche i rischi correlati. Il rischio più evidente è quello di aumentare l’iniquità e le disparità già presenti nel nostro mondo, questo per una caratteristica insita nell’IA, ovvero amplificare i trend del passato e agire da cassa di risonanza. Ma è vero anche che ci vengono offerte enormi opportunità, credo ad esempio che non esista transizione sostenibile senza IA”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Giulia Baccarin, ceo di Mipu Predictive Hub società benefit, società italiana leader nelle tecnologie predittive e nella produzione di intelligenze artificiali industriali, sulle polemiche relative ai rischi dell’intelligenza artificiale.
E secondo Baccarin per quanto riguarda l’Italia sull’intelligenza artificiale “la situazione è estremamente frammentata dal punto di vista di istituzioni, imprese e anche sul piano sociale. Esistono esempi di eccellenza come diverse municipalizzate che hanno già realizzato una road map strategica per l’applicazione delle intelligenze artificiali a supporto dei processi. In altri casi si è molto indietro”.
Secondo il ceo di Mipu “Lo stesso ragionamento vale per le imprese e la società: da un lato siamo tra i Paesi più prolifici per la creazione di imprese e startup legate all’AI, con ottime competenze tecniche; dall’altro manca il personale per le aziende che richiedono profili legati all’IA. Purtroppo, paghiamo anni e anni di fuga dei cervelli e di mancato incoming qualificato dall’estero. Come Mipu abbiamo aperto una scuola per formare professionisti sia per la nostra che per le altre aziende; abbiamo inoltre riportato in Italia talenti che erano stati all’esterno e assunto personale straniero che lavora da remoto”.
Di certo gli impatti dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro secondo Ballarin “sono importanti e lo saranno sempre di più. Con l’avvento dell’IA generativa, anche lavori come il software developer o il data scientist, finora ricercatissimi, saranno profondamente modificati. Lo stesso vale per i lavori di natura impiegatizia, mentre forse faranno eccezione i lavori artigianali. Credo che saranno sempre più importanti le competenze proprie dell’essere umano legate a gestione dei progetti, al rapporto tra le persone e tra persone e IA. Quindi governance, empatia, creatività, narrazione”.
Per quanto riguarda gli effetti sull’economia per Baccarin non ci sono dubbi. “Mipu si occupa di processi industriali ed è questo dunque il mio angolo di osservazione. Oggi abbiamo oltre 200 diverse intelligenze artificiali che lavorano nelle aziende più varie coprendo gli ambiti di produzione, manutenzione, energia, qualità e logistica. I benefici sia economici che ambientali sono decisamente importanti: dal 15 al 20 per cento di riduzione delle attività manutentive a parità di continuità operativa; 98 difetti su 100 intercettati fino a 6 mesi prima di causare un fermo; dal 5 al 30 per cento di riduzione dei consumi energetici a pari condizioni”, aggiunge.
Secondo Baccarin però dal punto di vista delle imprese italiane “la struttura ‘micro’ del nostro Paese non aiuta e la situazione è anche qui estremamente frammentata. Credo che la vera sfida sia creare competenze multidisciplinari, che non siano cioè soltanto tecniche e vadano nella direzione di una cultura più evoluta, per accogliere appieno i vantaggi della tecnologia”, conclude.