(Adnkronos) – “Complessivamente il rendiconto generale 2022 dell’Inps, approvato dal Civ il 27 giugno 2023, fa registrare un aumento delle uscite correnti di 21 miliardi di euro rispetto al 2021, a fronte di un incremento delle entrate di 34 miliardi di euro, con un miglioramento del saldo finanziario di competenza che passa da 1,6 miliardi di euro a 14,3 miliardi di euro”. Così Roberto Ghiselli, presidente del Civ Inps, nella sua relazione al rendiconto sociale 2022 dell’Istituto.
“L’incremento complessivo delle uscite per le prestazioni di natura sociale e assistenziale tendenzialmente determina un diverso rapporto fra le entrate derivanti dalla contribuzione di lavoratori e imprese rispetto a quelle provenienti dalla fiscalità generale. Quest’ultima voce di bilancio – ha aggiunto – è passata da 144 miliardi di euro del 2021 a 157 miliardi di euro del 2022, con un incremento dell’8,9%. La costante tendenza alla crescita degli interventi di natura non previdenziale sollecita una riflessione complessiva sul nostro sistema di welfare, sulla sua natura, sulle fonti di finanziamento e sulle basi imponibili, e anche sulle prospettive legate alle trasformazioni demografiche, processi migratori compresi, del sistema produttivo e del mercato del lavoro”.
“La spesa per il reddito e la pensione di cittadinanza – ha proseguito Ghiselli – ha visto tra il 2021 e il 2022 una riduzione del 9,4 %, scendendo da 8,8 milioni a 8 milioni di euro. Il passaggio dal reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione, a partire dal prossimo anno, le modiche ai requisiti di accesso alla prestazione e il nuovo sistema per favorire l’incontro domanda e offerta di lavoro (imperniato sul Siisl, progettato e realizzato dal nostro Istituto), avranno un impatto di contenimento rispetto alle risorse impiegate e alle platee interessate, nonché sulle dinamiche formative e occupazionali che sarà opportuno monitorare”.
“I trattamenti pensionistici di natura assistenziale – ha detto ancora – , pensioni di invalidità civile e assegni di accompagnamento, liquidati nel corso del 2022, pari a 583 mila, sono invece sopra, seppur di poco, ai livelli del 2019, pari a 565 mila, dopo un calo registrato nel biennio più acuto della pandemia, che ha comportato una drastica riduzione delle visite mediche”.
“Quota 102, subentrata nel 2022 a Quota 100, ha visto un numero di domande accolte del tutto irrilevante (5.843) rispetto alla precedente misura- ha aggiunto ancora Ghiselli nella sua relazione – , mentre nel 2023 stiamo osservando un effetto combinato tra una lieve crescita dei pensionamenti attraverso Quota 103, rispetto a Quota 104, e un crollo delle uscite con Opzione Donna, per effetto della mutata normativa. Al di là di quelle che saranno le novità in materia previdenziale nella prossima legge di bilancio, il tema è importante, considerando l’entità delle persone interessate (praticamente tutta la popolazione) e delle risorse impiegate, con problemi di sostenibilità sia sociale che economica, attuali e prospettici. Sarebbe necessaria una riflessione organica e una definizione normativa stabile, che superi la prassi, che ha caratterizzato questi ultimi 20 anni, di provvedimenti temporanei o sperimentali, per dare certezza alle persone e stabilità al sistema”.
“A fronte di un positivo incremento delle entrate da contribuzione – ha precisato – , è opportuno rilevare le crescenti difficoltà nel recupero dei crediti e nell’attività di vigilanza ispettiva. Per quanto concerne i crediti, rispetto all’anno precedente nel 2022 le iscrizioni a ruolo (al netto di sgravi e sospensioni) passano da 7,1 miliardi di euro a 16,7 miliardi di euro. Crescono anche le riscossioni, ma nel biennio il rapporto tra Riscosso e Affidato si riduce dal 28% al 16%. Complessivamente i crediti contributivi a bilancio dell’Istituto nel 2022 ammontano a 123.706 milioni di euro, rispetto ai 117.059 milioni di euro dell’anno precedente, di cui l’81,2% vengono considerati inesigibili. A parziale copertura di questi crediti, l’Istituto ha costituito un fondo di riserva”. Così il presidente del Civ Inps Roberto Ghiselli nella sua relazione al Rendiconto sociale dell’Istituto, realizzato dallo stesso Inps.
Secondo Ghiselli “sul fronte della vigilanza, il totale delle ispezioni nel biennio passa da 12.025 a 10.576 e l’evasione accertata scende dai 746 milioni di euro ai 719 milioni di euro. In controtendenza, aumentano solo i verbali e i contributi addebitati dagli ospettori Inps ai committenti a titolo di responsabilità solidale negli appalti. Questi dati, coerenti con l’andamento decrescente degli ultimi anni, sono determinati soprattutto dal drastico calo del numero di Ispettori Inps, a seguito del blocco delle assunzioni vigente dal 2015, attività non adeguatamente bilanciata dall’Inl, che non ha visto realizzati adeguatamente i suoi obiettivi di integrazione”, ha continuato Ghiselli.
“Su questo tema è necessario -ha spiegato- che il decisore politico scelga quale strada intraprendere: rafforzare e realizzare una effettiva ed efficace integrazione dell’attività ispettiva nell’Inl oppure, ripensare il percorso, sempre nell’ottica di una collaborazione fra gli Enti, attraverso il rafforzamento del nostro Istituto con lo sblocco delle assunzioni. Quello che conta è superare questa fase di incertezza che penalizza l’attività di contrasto all’evasione contributiva e al lavoro irregolare che invece le Istituzioni dovrebbero condurre con sempre maggiore capacità”,