(Adnkronos) – Nel 2022 i lavoratori domestici con contributi all’Inps sono stati 894 299, il 7,9% in meno rispetto al 2021 (-76.548 lavoratori). Questo è quanto emerge dall’Osservatorio Inps sul lavoro domestico, i cui dati sono stati illustrati da Leda Acosta, coordinatrice centrale reporting e customer satisfaction Inps, a ‘tutto regolare? Colf badanti e babysitter in Italia’.
La flessione si presenta dopo gli incrementi del biennio 2020-2021 dovuti ad una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all’entrata in vigore del decreto ‘Rilancio’, che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari.
Fino al 2019, il trend decrescente del numero complessivo dei lavoratori domestici è simile tra maschi e femmine, anche se la composizione per genere evidenzia una netta prevalenza di donne, il cui peso è aumentato nel tempo raggiungendo nel 2019 il valore massimo degli ultimi sei anni (88,6%). Con l’incremento di lavoratori del biennio 2020-2021, il peso delle donne è diminuito e nel 2022 si attesta all’86,4%, mentre gli uomini, scendendo nel 2022 sotto le 122mila unità, fanno registrare un decremento di oltre il 18% rispetto al 202.
Il Nord-Ovest, si apprende dal rapporto, è l’area geografica con il maggior numero di lavoratori (30,8%), seguita dal Centro con il 27,2%, dal Nord-Est con il 20,3%, dal Sud con il 12,4% e dalle Isole con il 9,3%. La regione con il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia con 174 613 lavoratori (19,5%), seguita dal Lazio (13,8%), dall’Emilia Romagna (8,8%) e dalla Toscana (8,7%). In queste quattro regioni si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici in Italia.
La composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia una forte prevalenza di lavoratori stranieri (69,5% del totale), anche se nel 2022 il numero dei lavoratori stranieri è diminuito dell’8,4% rispetto all’anno precedente. Si registra anche una diminuzione dei lavoratori italiani (-6,6%). Pakistan,Georgia, Cina, Egitto, Bangladesh e Senegal, sono paesi dai quali c’è stato un maggior aumento dei nuovi collaboratori domestici. La maggior parte dei lavoratori domestici (316 817 lavoratori, pari al 35,4% del totale) proviene dall’Europa dell’Est; seguono i 272 583 lavoratori di cittadinanza italiana (30,5%), quelli provenienti dal Sud America (7,8%) e quelli dall’Asia Orientale (6,8%).
Prevale la tipologia di lavoro ‘Colf’ con il 52% del totale dei lavoratori, contro il 48% della tipologia ‘Badante’. La prima è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale e dall’America Centrale, in cui prevale la tipologia “Badante”.
Dal rapporto emerge anche un cambiamento della classe d’etá dei nuovi collaboratori. La classe “50-54 anni” è quella con la maggior frequenza tra i lavoratori domestici, pari al 17,2% del totale, mentre il 21,4% ha un’età pari o superiore ai 60 anni e solo l’1,9% ha un’età inferiore ai 25 anni. L’analisi dei dati sulle retribuzioni nel 2022 evidenzia che il gruppo più numeroso è nella classe retributiva 13mila euro e oltre (130 478 lavoratori). Si tratta del 14,6% del totale.Le donne in media hanno una retribuzione più alta rispetto agli uomini. Il 46,5% degli uomini si colloca sotto i 5mila euro l’anno, contro il 39,7% delle donne.