(Adnkronos) – Per questa edizione di ‘4 Weeks 4 Inclusion’ “le novità sono moltissime ma partiamo dal dato più importante: ‘4 Weeks 4 Inclusion’ è un evento che ogni anno riesce a coinvolgere un numero sempre maggiore di partner. La quarta edizione è appena partita e sono on board circa 400 fra imprese, università, associazioni ed enti no profit. Quando abbiamo iniziato, eravamo solo in 27. Aver raggiunto questo traguardo è sinonimo di come queste tematiche siano sempre più centrali nel dibattito e per le aziende. Ora dobbiamo riuscire ad attirare l’attenzione delle persone, degli utenti del web, perché sono loro i veri destinatari del nostro messaggio”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Andrea Laudadio, responsabile Tim Academy & Development, sulla ‘4 Weeks 4 Inclusion’, il più grande evento interaziendale dedicato all’inclusione, ideato e promosso da Tim.
“Come sempre -spiega Laudadio- sarà tutto in streaming e un programma ricchissimo: oltre 300 eventi con contributi, ospiti, storie, ricerche e confronti. Siamo orgogliosi, come Tim, di contribuire a costruire una comunità consapevole che i valori di diversità e inclusione sono fondamentali in ogni ambito della vita sociale. A partire dal mondo del lavoro”.
E Laudadio ricorda che le aziende partecipanti appartengono a settori “di ogni genere, si va dall’editoria all’hi-tech, dalla ristorazione all’arredamento, dalla finanza alle istituzioni, dall’automotive all’alta moda: il comune denominatore non è il peso del brand o il fatturato bensì la condivisione di un modello di impresa in cui la diversità è un valore. Chiunque condivide questa idea troverà le nostre porte spalancate”.
E per Laudadio il percorso compiuto in questi anni sul tema è importante. “Di anno in anno vediamo crescere la sensibilità delle aziende verso i temi della diversità e lo dimostra anche la ricerca Ipsos che è stata presentata in occasione della giornata inaugurale della ‘4 Weeks 4 Inclusion’. Ma non basta, bisogna fare di più per consolidare la cultura dell’inclusione nel mondo del lavoro. Un punto di riferimento è il dato sull’occupazione delle persone con disabilità o tutela di genere che ancora oggi stenta a crescere. L’inclusione parte dal luogo di lavoro e della scuola, dobbiamo partire da questi luoghi”, sottolinea.
Ma quali sono le attività di Tim in materia di inclusione? “Da noi l’inclusione è un cantiere aperto, che parte da solidi programmi di formazione. Pensiamo a quanto messo in campo per il superamento degli stereotipi legati all’età (abbiamo 40mila dipendenti con età media di 51 anni) oppure alla valorizzazione della presenza femminile: le donne nei board delle società del gruppo sono in media oltre il 40%, abbiamo azzerato il gender pay gap nell’ambito della dirigenza e puntiamo a un’eliminazione totale”.
“Occorre lavorare su ogni elemento che può creare discriminazione: disabilità, orientamento religioso e sessuale. A livello aziendale abbiamo esteso ai partner conviventi tutti i benefit previsti per il nucleo familiare. Continueremo a lavorare su tutti gli ambiti per non escludere nessuno”, conclude Laudadio.