(Adnkronos) – Sono quasi mille, 988 per la precisione, i piani formativi presentati dalle imprese a valere sull’Avviso 1/2023 di Fondirigenti, il Fondo per la formazione continua dei manager promosso da Confindustria e Federmanager, che ha chiuso nei giorni scorsi i termini per la presentazione delle candidature: un risultato molto positivo, che evidenzia il peso crescente della formazione manageriale nelle strategie di trasformazione e crescita delle imprese italiane, alle prese con la transizione sostenibile e digitale, con sfide crescenti sul piano interno e internazionale nell’ambito di un quadro macroeconomico e produttivo in costante cambiamento.
I piani presentati equivalgono a una richiesta per quasi 12 milioni di euro di investimento formativo, il 48% in più degli 8 milioni messi a disposizione dal Fondo con questo Avviso. Oltre 110 mila sono le ore di formazione previste, più di 2.000 i manager interessati, con una media di 54 ore di formazione per ciascun dirigente. La richiesta media di finanziamento è pari a 11.984 euro, poco al di sotto della soglia massima fissata dal Fondo, pari a 12.500 euro a impresa. Per la prima volta, sono le pmi a fare la parte del leone: Il 64% dei piani presentati appartiene infatti a imprese al di sotto dei 250 addetti, grazie alle specifiche premialità ed ai meccanismi messi a punto dal Fondo, che hanno stimolato proprio la partecipazione delle imprese medie e piccole. Queste ultime, in particolare, hanno fatto registrare il miglior risultato degli ultimi anni, salendo dal 15 al 18 % dei piani presentati, e fino al 24% per i piani presentati da aggregazioni di imprese.
“E’ un risultato per noi particolarmente importante – commenta il direttore generale di Fondirigenti, Massimo Sabatini – perché grazie a questo Avviso il Fondo riesce a canalizzare l’investimento nella crescita delle competenze manageriali proprio dove più forte si manifesta il fabbisogno di managerializzazione, ossia nelle pmi. Se consideriamo che l’Avviso ha fatto registrare risultati lusinghieri anche in termini di stimolo alla partecipazione, sia di nuovi aderenti (circa 70), sia di imprese che erano solite utilizzare con minore frequenza i finanziamenti del Fondo, possiamo davvero essere soddisfatti rispetto alla capacità della leva formativa di essere uno strumento concretamente ‘abilitante’ delle transizioni in corso”.
Anche la distribuzione territoriale conferma i buoni risultati dell’Avviso: pur riflettendo, in termini percentuali, la presenza imprenditoriale nei vari territori, in tutte le regioni, con l’eccezione della sola Valle d’Aosta, si registrano piani presentati dalle imprese. Migliora, in particolare, il valore percentuale del Mezzogiorno (da dove proviene il 13% dei piani), con il risultato migliore della Campania, in cui si concentra la metà dei piani del Sud. In termini assoluti, Emilia-Romagna e Veneto sono le due regioni con il maggior numero di piani presentati, seguite dalla Lombardia.
La domanda di competenze manageriali si concentra in primo luogo sulla ‘resilienza’ (48% dei piani formativi ricevuti), vale a dire sulla capacità dei manager di gestire, grazie soprattutto al potenziamento delle soft skill, i cambiamenti organizzativi in cui sempre più imprese sono impegnate: dal passaggio generazionale all’active ageing, dall’attrazione e gestione dei talenti al contrasto del fenomeno della Great Resignation.
Forte è anche l’interesse per la trasformazione digitale dei processi produttivi, logistici e di vendita (17%) e per la sostenibilità ambientale (12%), con importanti focus sull’energia e sulla riduzione dei consumi; tornano ad essere richieste competenze aggiornate in tema di internazionaliz¬zazione e di export management, a fronte di un contesto geopolitico internazionale instabile ed in continuo cambiamento.
Rispetto alle metodologie formative, la formazione in presenza (nelle sue varie forme esperienziali e d’aula) torna ad essere quella più largamente utilizzata, mentre la formazione a distanza (Fad) viene prevalentemente utilizzata come attività di supporto, coprendo solo l’8% delle ore richieste: soprattutto sulle competenze manageriali, il rapporto diretto tra coach, formatore e dirigente sembra dunque essere tornato ad essere la via maestra per il trasferimento di competenze, dopo la lunga parentesi “virtuale” imposta dalla pandemia.
Un dato che conferma le evidenze di recenti lavori di ricerca promossi dal Fondo, che vedono nella creazione di un ambiente favorevole all’apprendimento la chiave per il rafforzamento della competitività delle imprese. “I risultati dell’Avviso – conclude il presidente del Fondo, Marco Bodini – confermano in pieno l’idea che sta alla base dell’Anno europeo delle competenze: la formazione può davvero essere l’arma in più che consente alle imprese, e ai dirigenti, di ‘apprendere per competere’. E Fondirigenti è pronto per affiancare le une e gli altri in questa sfida”.
Come per i precedenti Avvisi del Fondo, i piani formativi saranno esaminati da una commissione esterna di esperti, il cui insediamento è previsto nell’ultima settimana di luglio, in vista della predisposizione della graduatoria finale degli interventi ammessi al finanziamento, i cui esiti saranno pubblicati entro il 10 ottobre.