(Adnkronos) – Il padre Ciro la mise alla prova, mandandola a studiare l’inglese a Brighton. Oggi con il cugino Totò guida Kiton, un brand del lusso diventato un’icona globale. E’ Maria Giovanna Paone, napoletana, una delle 22 imprenditrici al centro del volume edito da Wise Society ‘Una marcia in più. Storie italiane di imprenditrici vincenti’, di Manila Alfano, Giorgio Gandola e Stefano Zurlo.
La Kiton di oggi è assai più complessa e articolata di quella forgiata da Ciro Paone alla fine degli anni Sessanta: il fatturato è arrivato a quota 130 milioni, i negozi in giro per il mondo sono una cinquantina, i dipendenti ottocento. E la qualità, indiscutibile, resta il marchio di casa: si vende solo su ordinazione con una sorta di passaparola che ha fatto il giro dei cinque continenti. Ciro, dopo aver combattuto a lungo contro l’ictus che l’aveva costretto su una sedia a rotelle, si è spento a ottobre del 2021 e oggi Kiton è saldamente nelle mani di Maria Giovanna e Totò.
“Io sono il ministro degli Interni, lui degli Esteri – ironizza lei- In ogni caso io sono il presidente, io e lui, in coppia, siamo gli amministratori delegati”. Le quote del gruppo sono divise fra cinque membri della famiglia: Raffaella e Maria Giovanna hanno ciascuna il 35 per cento, il restante 30 per cento è ripartito fra Totò e altri due cugini, Antonio e Silverio, figli di Salvatore, uno dei fratelli di Ciro. In realtà i parenti che lavorano ad Arzano sono molti di più e la terza generazione scalpita. C’è Ulderico, già inserito nella rete commerciale, e Martina che è l’ombra della mamma. “Ma lei, a differenza mia, non solo ha imparato l’inglese con uno stage di un anno a Londra, ma si è pure laureata in economia”. Proprio come chiedeva Ciro, il “maschio maschilista” che ha fondato un brand oggi guidato dagli uomini, ma anche dalle donne di casa.