(Adnkronos) – Le nuove tecnologie, dai big data e l’intelligenza artificiale alla blockchain, stanno modificando il mondo della finanza e le sue professioni? Quali le competenze necessarie ai nuovi manager per entrare da protagonisti nel mondo del lavoro? E ancora, quali professioni saranno richieste dal settore finanziario nel futuro? A queste e a molte altre domande ha cercato di rispondere ‘Finanza e innovazione tecnologica: nuove competenze e professioni che rivoluzioneranno il mondo finanziario’, l’incontro voluto e organizzato da Manageritalia Lazio, in occasione del Mese dell’Educazione finanziaria ideato dal Comitato Edufin, in collaborazione con Il Sole24ore. L’evento si è svolto ieri, lunedì 30 0ttobre, presso Il Palazzo dell’Informazione di Roma. (Video)
A confrontarsi sul tema, moderati da Marco lo Conte, coordinatore social media editors del Sole 24 Ore, sono stati: Roberto Saliola, presidente Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria, Antonella Portalupi, presidente Fondo Mario Negri, Michele Petrocelli, docente universitario di Economia, Giovanni Cifoni, Sindirettivo Banca d’Italia e Paolo Grignaschi, responsabile divisione studi economici e sociali della Fondazione Fiba First Cisl.
Per partire dalla realtà, basti pensare che secondo la ‘Global Digital Cfo 2022’ di PwC, il 73% dei cfo concorda sul fatto che la digital transformation aziendale sia una delle priorità organizzative e attualmente il 18,5% del tempo del cfo è dedicato alla digitalizzazione. L’incontro si è aperto con il saluto istituzionale di Roberto Saliola, presidente Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria, e Antonella Portalupi, presidente Fondo Mario Negri, che hanno evidenziato come ”innovazione tecnologica, utilizzo dei big data e dell’intelligenza artificiale saranno strumenti indispensabili per il futuro del settore e saranno sempre più al centro delle competenze richieste ai manager; il vero timone, tuttavia, deve restare la visione di una finanza etica e sostenibile che mette al centro le esigenze del cliente”.
“Oggi banche, assicurazioni e realtà finanziare hanno smesso i panni delle austere, obsolete e burocratiche realtà lavorative per divenire luoghi innovativi e aperti ai giovani, grazie anche all’importante utilizzo delle nuove tecnologie che si affiancano e implementano le soft skills dei dipendenti”, hanno detto.
“L’innovazione è qualcosa di intrinseco nella finanza -ha spiegato Giovanni Cifoni, Sindirettivo della Banca d’Italia- adesso l’innovazione finanziaria è guidata dalla trasformazione digitale come altri fenomeni rilevanti dei nostri tempi. La prima cosa da capire per dominare questa evoluzione è comprendere la finanza prima ancora della tecnologia. Poi, ovviamente, servono competenze tecnologiche particolari. Il punto non è solo quali siano, perché sono tante e tendono a specializzarsi molto, ma come si debba organizzare un’azienda per acquisire queste competenze”.
“Le tecnologie sono importanti ma lo è di più l’esperienza del cliente – ha chiosato Michele Petrocelli, docente universitario di Economia – chi vuole iniziare a lavorare in questo settore deve porsi nell’ottica di dare un servizio comodo, utile e facile al cliente. E poi naturalmente c’è la trasformazione completa di un sistema quasi destrutturato: come si lavora, dove e su cosa. Fintech sostanzialmente rappresenta quell’insieme di facilitatori tecnologici che avvicinano le persone alla finanza. Quindi, non trasforma tanto il mondo dei servizi finanziari quanto la capacità di avvicinare le persone ad essi attraverso la tecnologia: cellulare, intelligenza artificiale, metaverso e tutti gli elementi che possono raccontare il mondo da tanti altri punti di vista”.
“Le trasformazioni devono servire alle persone che devono rimanere al centro”, ha proseguito Paolo Grignaschi, responsabile divisione studi economici e sociali della fondazione Fiba First Cisl, secondo cui “è vero che la tecnologia può sostituire molte mansioni e che alcune competenze possono essere superate ma le persone dovranno essere in grado di fare altro. Quindi è necessaria un’apertura mentale, l’idea di sviluppare competenze trasversali nell’epoca del life long learning, ovvero imparare e sviluppare competenze per tutta la vita. Dobbiamo adattarci al cambiamento, essere sempre più olistici nel mettere insieme conoscenze di natura umanistica e tecnologica”.
Concludendo l’incontro, Tiziana Vallone, responsabile gruppo financial literacy Manageritalia e vicepresidente Manageritalia Lombardia, ha ripercorso e collegato i principali temi trattati sottolineando come “anche nella finanza non si debba avere paura delle tecnologie, ma utilizzarle per innovare e avere controllo e quindi capacità di modificare le situazioni di business e il loro impatto economico e sociale”.
“In questo senso l’importanza della formazione continua è determinante per i dirigenti, che possono giovarsi anche delle proposte e soluzioni studiate dal centro di formazione management del terziario, l’ente nato all’interno del Ccnl dirigenti Terziario”, ha concluso.