(Adnkronos) – Sui temi del lavoro “il clima che c’era ai tempi dell’omicidio di papà c’è ancora oggi, eccome. Purtroppo le tensioni sociali ci sono ancora oggi. E per questo credo che è molto importante che il mondo politico, e non solo, mantenga toni di un certo tipo, senza lasciare spazio alle esasperazioni”. Così Lorenzo Biagi, figlio del giuslavorista Marco, trucidato dalle Br il 19 marzo del 2002 a Bologna, intervenendo oggi pomeriggio alla puntata speciale di ‘Diciottominuti – uno sguardo sull’attualità, sulla web tv di Categoria dei consulenti del lavoro, dedicata all’attualità del pensiero di Marco Biagi nell’attuazione delle riforme, a vent’anni dalla Legge n.30/2003.
“Il ricordo che ho di papà? Avevo 13 anni -ha continuato Lorenzo Biagi- quando è morto, gli ero molto legato, era molto presente nonostante i tanti impegni di lavoro che aveva. Ho avuto la fortuna di averlo per 13 anni, è l’aspetto umano che mi manca. Subito dopo la sua morte ho cominciato a capire che c’era un grosso scontro sulle idee che lui proponeva. Portare avanti le proprie idee con grande coraggio e determinazione nel rispetto di tutti coloro che non la pensano come me è il più grande insegnamento tratto da lui”.
“Cosa avrebbe detto mio padre delle riforme del lavoro di questi anni? Nessuno lo può sapere nel dettaglio -ha sottolineato Lorenzo- ma credo che sull’abolizione dei contratti a progetto non sarebbe stato particolarmente d’accordo. Nelle riforme di questi anni, come anche il jobs act, su alcuni aspetti sono state ripresi idee e intuizioni di mio padre su altri di meno. Leggendo il suo ‘Libro Bianco’ mi sono fatto l’dea di una persona che aveva capito molto in anticipo dinamiche che si stanno verificando, a partire dal passaggio dallo Statuto dei lavoratori a quello dei lavori”.
La testimonianza per Lorenzo Biagi è centrale. “Nelle scuole parlo dell’operato di mio padre, sono loro -ha spiegato- che più degli altri devono sapere e conoscere la figura di un servitore dello Stato come era lui. E devo dire che dimostrano sempre grande interesse e mi fanno sempre tante domande. Il momento che ‘sento’ di più è però la biciclettata che facciamo ogni anno il 19 marzo a Bologna per ricordarlo. Uso la stessa bici che aveva lui quella sera, è il momento più emozionante di tutti”, ha raccontato.
E all’appuntamento voluto dai consulenti del lavoro è intervenuto anche il giuslavorista Arturo Maresca, ordinario di Diritto del lavoro alla ‘Sapienza’ di Roma. “Marco Biagi ha avuto un’influenza determinante nell’evoluzione e modernizzazione del diritto del lavoro, perchè lui ha sviluppato ulteriormente quelle prime indicazioni che derivavano dal pacchetto Treu. Io penso che se non ci fosse stato l’impulso, l’idea, la passione di Marco Biagi difficilmente il nostro diritto del lavoro avrebbe avuto quell’evoluzione, che è stata apprezzata da qualcuno e criticata da altri, ma che di certo ha cambiato il diritto del lavoro”, ha detto.
E per il giuslavorista Michel Martone, ordinario di Diritto del lavoro alla ‘Sapienza’ di Roma, il “‘Libro Bianco’ di Marco Biagi ha rappresentato il più ambizioso tentativo di riforma organica del nostro mercato del lavoro. Ha cercato di redistribuire in qualche modo le tutele, modernizzando il Paese, rendendolo più simile ad altre esperienze europee. Perchè Biagi aveva grande conoscenza degli altri ordinamenti ed era capace in un momento di gradi scontri ideologici di essere pragmatico, e risolvere i tanti problemi delle fasce più deboli della popolazione, di cui troppo spesso ci dimentichiamo”, ha concluso.