(Adnkronos) – Si aperto oggi a Milano Lease2023, il Salone del Leasing organizzato da Assilea-Associazione italiana leasing che si concluderà domani, 26 ottobre. Le sfide e le prospettive del futuro per l’economia italiana, i cambiamenti in atto e le opportunità di investimento, il ruolo del leasing per il sostegno alle imprese, i dati di settore, l’evoluzione delle professioni del credito, sono i temi chiave della sesta edizione, articolata in 5 tavole rotonde e tre speech one-to-one.
La prima giornata è iniziata con la visione del presidente Abi, Antonio Patuelli, intervistato dal presidente Assilea, Carlo Mescieri, seguita dalla tavola rotonda ‘Il contesto macroeconomico italiano, pmi e leasing’, con Marco Fortis (Fondazione Edison), Francesca Brunori (Confindustria) e Andrea Bianchi (Confidi Systema) e dalla presentazione dei dati leasing.
Dai lavori è emerso un forte richiamo affinché la revisione dei criteri di Basilea3 non determini un restringimento dell’accesso al credito per pmi e artigiani, vera spina dorsale produttiva del Paese. Condivisa da Assilea, Abi, Confindustria e Confartigianato la necessità di sostenere concretamente le attività delle imprese, tramite interventi per la stabilizzazione di Impresa 4.0 e Nuova Sabatini e delle garanzie al credito. Le proposte emendative alle regole di Basilea3, presentate da Assilea e Abi, sono state approfondite da Gianfranco Torriero (Abi), Andrea Pilati (Banca d’Italia), Silvio D’Amico (Mef) e Lorenzo Macchi (Kpmg). Sulle politiche di sostegno allo sviluppo economico sono intervenuti David Costanzo (Ernst&Young), Luca La Ragione (Mcc) e Vincenzo Pedicini (Sace).
Nei primi nove mesi dell’anno lo stipulato segna un +11,7% rispetto allo stesso periodo del 2022, con un volume di oltre 25,1 miliardi di euro, confermando il trend di crescita iniziato nel 2021 (+25,6% sul 2020) e proseguito nel 2022 (+9,7% sul 2021, con 31,5 miliardi di erogato, l’importo più elevato registrato dal 2008).
Il leasing ha finanziato 4,7 miliardi di nuovi investimenti Nuova Sabatini, di cui 2,9 miliardi su beni del Piano Industria 4.0. L’incidenza del leasing sul totale Nuova Sabatini, raggiunge il 70% del totale.
Il settore Auto (veicoli industriali, commerciali e autovetture) registra un balzo del +34%, con il leasing e Nlt (noleggio a lungo termine) che crescono più delle immatricolazioni, portando così la loro penetrazione a quasi il 30%. Finanziata da leasing e Nlt un’autovettura green sulle tre immatricolate.
Lo Strumentale, in flessione con un -13,5%, risente delle politiche monetarie restrittive della UE. In testa alla classifica per importo dei beni si trovano i macchinari non targati per l’edilizia civile e stradale, le macchine utensili per asportazione e deformazione e i macchinari per l’agricoltura, foreste e pesca. Si segnala la crescita dei macchinari per l’industria chimica e farmaceutica (+6,7%) e le apparecchiature ottiche e strumenti di precisione (+39,2%). Complessivamente in flessione, il settore Immobiliare registra la consistente crescita (+7,9%) del segmento ‘da costruire’ con taglio superiore ai 2,5 milioni di euro. Triplica il volume del leasing Energy.
“L’85,4% delle imprese che hanno stipulato contratti di leasing nel 2022 sono state pmi -sottolinea Carlo Mescieri, presidente di Assilea-. Queste imprese si trovano in un momento storico cruciale a causa degli effetti che le nuove regole europee per il sistema bancario potranno avere sulla loro possibilità e capacità di investire. Abbiamo dunque messo l’equazione accesso al credito delle pmi e crescita al centro del dialogo e del confronto con il governo e le istituzioni europee, per ottenere, con il sostegno di Abi, un assorbimento patrimoniale degli investimenti produttivi in leasing che sia adeguato alla minore rischiosità di questo strumento, dimostrata dalle evidenze empiriche che testimoniano minori perdite rispetto ai finanziamenti tradizionali”.
“Nei 10 anni trascorsi, quando costava poco, abbiamo perso l’occasione di ridurre il debito pubblico -ha affermato Antonio Patuelli, presidente di Abi-. Oggi ci troviamo con un valore assoluto accresciuto e l’aumento dei tassi, di conseguenza il contenimento del debito è la prima riforma da fare; poi le privatizzazioni di tutto ciò che non è essenziale. Dobbiamo rendere più efficienti le produzioni italiane, riducendo il peso degli adempimenti e favorire il più possibile l’arrivo di capitali e nuovi investimenti”.
“Oggi -ha rimarcato Irene Tinagli, presidente dell’Econ (Commissione problemi economici e monetari dell’Europarlamento)- abbiamo un sistema bancario più solido rispetto a turbolenze esterne, ma il tema dell’accesso al credito delle piccole e medie imprese rimane un tema centrale, perché restringendolo si rischia di penalizzare la crescita. Dobbiamo evitare penalizzazioni ingiuste rispetto a strumenti che non sono più rischiosi e per questo ci siamo battuti affinché i requisiti di capitale inizialmente previsti per il leasing vengano rivisti dalla Agenzia bancaria europea, rispecchiando al meglio il reale profilo di rischio”.
“Italia e Spagna -ha aggiunto Marco Fortis, vice presidente e direttore della Fondazione Edison- hanno sostanzialmente recuperato il livello del 2019 più una crescita del 3% mentre Germania, Francia e Uk che sono indietro con la locomotiva di Europa che sta registrando una crisi strutturale, legata soprattutto all’andamento dell’auto. Mi aspetto che la crescita dello 0,7-0,8% previsto per quest’anno rimanga simile nel 2024. L’Italia è uscita bene dal Covid e grazie al consolidamento delle misure adottate precedentemente, a cominciare dalla fortissima propensione agli investimenti stimolata dal Piano Industria 4.0 e sostenuta dal leasing. A livello di investimenti in macchinari, l’Italia è sopra al 7% sul Pil, con Germania e Stati uniti che sono almeno un punto indietro. Come competitività, l’Italia è terza al mondo per maggior numero di leadership nei diversi settori”. Certo, “facciamo tutto questo con delle Ferrari che corrono su uno ‘sterrato’ digitale e questa è la grande sfida, a cominciare dalla Pa, ma l’Italia è solidissima, se fate una domanda a un analista di Moody’s scoprirete che non sa nulla del Paese. Dobbiamo ribellarci e promuovere le storie di imprese di eccellenza come che sono state portate sul palco del Salone del leasing”.
“Circa la fase di rallentamento -ha puntualizzato Francesca Brunori, direttore area Credito e Finanza di Confindustria- devo segnalare la caduta degli investimenti a causa del rialzo dei tassi, in particolare nel settore delle costruzioni. Il fattore dei tassi di interesse pagate dalle imprese nuove operazioni che in media è salito ad agosto sopra il 5%. Questo contrasta con la spinta alla transizione green, che chiama le imprese a nuovi importanti investimenti, anche considerando che si è esaurita la loro disponibilità di liquidità. Nella manovra ci sono interventi positivi, come il rifinanziamento dei Contratti di sviluppo e della Legge Sabatini (i cui fondi andrebbero incrementati). Manca completamente un intervento volto a confermare l’attuale impianto per l’accesso al credito da parte delle pmi”.
“I dieci rialzi consecutivi dei tassi di interesse su un arco temporale così breve -ha concluso Andrea Bianchi, direttore generale Confidi Systema- ci dà un vigoroso calo del credito, circa 50 miliardi in meno, segnalo che è percentualmente significativo sulle aziende più piccole. Leggiamo un atteggiamento di prudenza e attesa delle pmi molto diffuso, che impatta sulla dinamica macro e la crescita del Paese. Abbiamo poi delle apprensioni sulla bolletta energetica, che nell’ultimo mese ha visto crescere le quotazioni del gas, sia pure non a livello dei picchi del 2022. Abbiamo, emerge anche qui al Salone del Leasing, un sistema di imprese con grandissime potenzialità: facciamole correre”.
Domani i lavori del Salone del Leasing proseguiranno con due tavole rotonde: ‘La contribuzione del Pnrr alla crescita del Paese’ e ‘Crescita sostenibile: opportunità e minacce’.